«11 maggio 2001, quella data non la scorda più nessuno…»
- coro tifosi del Milan
Un derby di Milano andato in scena esattamente venti anni fa dava spunto per la creazione di questo coro che moltissimi ricordano ancora oggi. Vent’anni fa il Milan fece registrare la vittoria rossonera con maggior scarto nella storia del campionato a girone unico. Venti anni fa il Milan fece registrare la vittoria nel derby con il maggior scarto.
In quel 11 maggio del 2001 i rossoneri batterono l’Inter per 6-0.
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Stagione 2000/2001
Inter
La prima stagione giocata interamente nel terzo millennio non parte benissimo per nessuna delle due compagini.
Nel mercato estivo i nerazzurri persero giocatori del calibro di Baggio, Panucci e Peruzzi, prontamente sostituiti dagli arrivi di Ballotta e del giovane Frey in porta, Macellari e Cirillo in difesa, Keane e Vampeta a centrocampo e Hakan Sukur in attacco, in attesa del rientro del Fenomeno Ronaldo.
L’Inter, allenata da Marcello Lippi, iniziò malissimo la stagione: sconfitta ai preliminari di Champions League contro l’Helsinborg e sconfitta contro la Lazio in Supercoppa Italiana. Come se non bastasse, arrivò una sconfitta anche alla prima giornata di campionato, contro la Reggina. Al termine della gara l’ex libero rilasciò dichiarazioni che accusavano i giocatori di scarso impegno. Questa sfuriata gli costò l’esonero e al suo posto arrivò Marco Tardelli. L’ex attaccante nerazzurro sarà artefice di un’annata negativa: eliminato dalla Coppa Uefa per mano dell’Alaves, uscì anche dalla Coppa Italia a causa di una sconfitta per 6-1 inflitta dai ducali. Sul finire di stagione si resero plateali le proteste dei tifosi, tanto che, a causa di un motorino lanciato dagli spalti durante la gara contro l’Atalanta, arrivò anche la squalifica per lo stadio. La stagione si concluderà con un 5° posto, davanti proprio ai rossoneri.
Milan
Per quanto riguarda il Milan, invece, il mercato estivo fu più proficuo: arrivarono infatti Dida, Comandini (capocannoniere l’anno precedente in Serie B), Roque Jùnior, Fernando Redondo, fresco campione d’Europa con il Real Madrid e Kakhaber Kaladze, che arriverà a gennaio.
I rossoneri, a differenza dei nerazzurri, superarono facilmente il turno preliminare di Champions League, battendo 3-1 e 3-0 i croati della Dinamo Zagabria. Il Diavolo superò anche la prima fase a gironi ma dovette fermarsi alla seconda, quando, dovendo vincere contro il Deportivo la Coruna, non andò oltre 1-1. La beffa fu doppia, in quanto la finale, quell’anno, era programmata proprio allo stadio Meazza. Dopo l’eliminazione dalla Champions League l’allora presidente Silvio Berlusconi esonera l’allenatore Alberto Zaccheroni, affidando successivamente l’incarico al direttore tecnico Cesare Maldini e a Mauro Tassotti, che diventerà lo storico vice allenatore di tutti i tecnici passati da Milanello. In Coppa Italia verrà eliminato dalla Fiorentina di Fatih Terim, poi vincitrice della competizione, in semifinale. Come scritto sopra, il Milan terminerà la stagione al 6° posto, dietro l’Inter, garantendosi l’accesso alla Coppa Uefa della stagione successiva.
Il Derby
L’11 maggio 2001, davanti ad 78.054 spettatori si affrontano le due squadre di Milano, Inter e Milan. Da calendario sono i nerazzurri in casa, anche se questo non porterà beneficio alla squadra allenata da Tardelli.
Le formazioni che scendono in campo sono le seguenti:
Inter (3-5-2): Frey, Ferrari, Blanc, Šimić, J. Zanetti, Farinós (34” Cauet), Di Biagio (46′ Seedorf), Dalmat, Greško, Vieri, Recoba. All.: Tardelli.
Milan (4-4-2): Rossi, Helveg, Costacurta, Roque Junior, P. Maldini, Gattuso, Giunti (71′ Guly), Kaladze, Serginho, Comandini (57′ José Mari), Shevchenko (81′ Leonardo). All.: C. Maldini.
L’arbitro è quello delle grandi occasioni: Pierluigi Collina, definito da moltissimi il miglior arbitro della storia.
La gara
Pronti, via: passano due minuti ed il Milan è già in vantaggio. Serginho sfonda sulla sinistra e confeziona un cioccolatino per Comandini: è un gioco da ragazzi per il n.9 rossonero mandarla alle spalle del giovane Frey. 1-0 Milan. Passano però solo 17 minuti e la storia si ripete: ancora Serginho, che sarà il migliore in campo della gara con un goal e tre assist, serve Comandini che, con un colpo di testa, batte Frey per la seconda volta. Ironia della sorte, questi saranno le uniche due reti messe a segno dall’ex attaccante del Vicenza al Milan, prima di ritirarsi a soli 29 anni a causa dei molteplici problemi fisici.
Ma torniamo alla gara: i rossoneri continuano ad attaccare e sfiorano il 3-0 sul finale del primo tempo. 3-0 solo rimandato ad inizio ripresa: Federico Giunti, altra meteora in rossonero, batte un calcio di punizione che, lentamente e senza il tocco di nessuno, si deposita in rete.
Il 4-0 arriva ancora grazie a Serginho che crossa dalla sinistra per Shevchenko: l’attaccante ucraino sale in cielo e di testa batte Frey per la 4° volta. La quinta rete verrà segnata ancora da Sheva-gol che sfrutta un passaggio di Kaladze, per l’occasione schierato a centrocampo, e di piatto brucia difensori e portiere nerazzurri, andando a realizzare la doppietta personale e la manita rossonera.
Game, set, match: il 6-0 tennistico arriva ancora da Serginho. Questa volta l’esterno brasiliano si mette in proprio, salta i rossoneri come birilli e deposita in rete il pallone per la sesta volta. Collina fischia tre volte, è festa grande tra i rossoneri. I nerazzurri, invece, non possono far altro che uscire con la coda tra le gambe, consapevoli che quel risultato rimarrà nella storia.
Coreografia e sfottò
Com’è ovvio che sia, quella gara si portò dietro strascichi molto pesanti. Oltre al coro già citato prima, ci fu anche la coreografia che i tifosi rossoneri misero in scena il derby successivo, con un tennista vestito Milan che infila sei palloni nella porta avversaria. Sei, come il risultato di un set a tennis e come i goal che il Milan fece all’Inter l’11 maggio 2001, in una partita che è entrata di diritto nella storia del calcio.