di Luca Anastasio
Quarantaquattro anni fa, oggi. Da allora, da quel 20 ottobre 1976, il mondo del calcio non sarebbe mai più stato lo stesso. Quel giorno di 44 anni fa esordiva a 15 anni, 11 mesi e 20 giorni, il Pibe de Oro, Diego Armando Maradona.
L’esordio
Maradona, quel tempo, giocava nell’Argentinos Juniors, squadra di Buenos Aires meno celebre di Boca Juniors e River Plate. Quel 20 ottobre 1976 era in programma il match contro il Talleres, altro club di Prima Divisione. A fine primo tempo, sul risultato di 1-0 per gli ospiti, l’allenatore degli Argentinos fa entrare, al posto di uno spento Ruben Anibal Giacobetti, un ragazzino non ancora sedicenne. Con dei lunghi capelli ricci e la maglia numero 16 si presentava al mondo del calcio Diego Armando Maradona, che diventava il più giovane di sempre a esordire nella prima divisione argentina (record poi battuto da Sergio Agüero nel 2003, ndr). Poco prima di farlo esordire l’allora allenatore dell’Argentinos Juniors, Juan Carlos Montes, disse a Maradona: «Vai Diego, gioca come sai». Diego in quella partita non segnò, ma fece subito un tunnel al primo avversario che gli si parò davanti, Juan Domingo Patricio Cabrera, come se volesse far intravedere sin da subito tutta la sua qualità. La partita terminò comunque sul risultato di 1-0, ma Diego iniziò a giocare spezzoni di partite fino a diventare titolare. I primi gol nell’Argentinos arrivarono meno di un mese dopo, il 14 novembre dello stesso anno, con una doppietta al San Lorenzo, in quello stadio che ora porta il suo nome. Nel 1978, a diciotto anni, divenne capocannoniere del campionato argentino con 22 reti, di cui una da centrocampo dopo il fischio d’inizio.
La carriera
La sua carriera di lì in avanti è nota ai più: 116 reti in 166 presenze con la maglia dell’Argentinos Juniors, 28 reti in 40 presenze con la maglia del Boca Juniors e 22 reti in 36 presenze con quella del Barcellona. Poi il trasferimento al Napoli, dove divenne un idolo, e dove realizzò 81 reti in 188 gare (in quegli anni vinse anche il suo unico Mondiale con l’Argentina, ndr). Dopo gli 8 anni in Campania, il trasferimento a Siviglia, dove rimane un anno solo realizzando 5 reti in 26 presenze. Poi il ritorno in Argentina, al Newell’s Old Boys, dove totalizza 5 misere presenze, senza segnare nessuna rete. Ormai 35-enne torna al Boca Juniors, dove rimane per due stagioni, prima di ritirarsi, segnando 7 reti in 30 presenze.
In carriera ha vinto un Mondiale (Messico, 1986), un Mondiale U-20 (Giappone, 1979), una Coppa Uefa (Napoli, 1989), due Scudetti (Napoli, 1987 e 1990), un campionato argentino (Boca Juniors, 1981), una Coppa di Spagna (Barcellona, 1983), una Coppa della Liga (Barcellona, 1983), una Supercoppa di Spagna (Barcellona, 1983).
Non è mai potuto entrare nelle graduatorie del Pallone d’oro perché, fino al 1994, il premio era riservato ai soli giocatori europei: per questo motivo, nel 1995, vinse il Pallone d’oro alla carriera.