di Giovanni Benvenuto
Catalunya o Spagna? Azulgrana o blanco? Barça o Real? La rivalità tra Barcellona e Real Madrid supera qualsiasi cosa. Da un lato l’identità indipendentista, dall’altro lo strapotere di una corazzata che a suon di bigliettoni ha colonizzato l’intero panorama calcistico spagnolo e non. Un episodio che ha alimentato, o meglio messo ancora benzina sul fuoco è senza dubbio il cambio di casacca di Luis Figo. Dopo un europeo vissuto da protagonista il centrocampista portoghese passa ai galacticos per una cifra astronomica 10,27 miliardi di pesetas (circa 61 milioni di euro). Ma nessuno poi avrebbe mai potuto immaginare cosa sarebbe successo due anni dopo sotto i riflettori del Camp Nou.
Rabbia azulgrana
È il 23 novembre 2002. Fischi e insulti, una tensione evolutiva e una rabbia inarrestabile che forse è difficile da descrivere senza averla per una volta vissuta. Gli azulgrana sugli spalti mostrano il fazzoletto bianco, un segno di protesta british in confronto a quello che sarebbe capitato successivamente. C’è un corner per il Real..e a batterlo va proprio Figo. I mossos d’esquadra francobollano il calciatore, con quest’ultimo che vede piovere dalla tribuna ogni oggetto. Monetine, bottiglie di vetro, bottiglie di plastica e accendini. Non è ancora finita, stesso copione e stessa musica: il corner viene battuto dal lato opposto e dagli spalti piove una testa di maiale.
Figo inizialmente non si accorge di questo ma quando vede l’incredibile testa mozzata non riesce a battere il calcio d’angolo. Puyol, capitano del Barcellona, invita tutti alla calma per evitare il rischio squalifica del campo o peggio ancora…uno 0-3 a tavolino che renderebbe la rivalità sempre più accesa. L’arbitro sospende il match per quindici minuti e subito dopo tutto torna alla normalità. Il Clàsico finisce a reti inviolate con Figo che non scorda ancora quei minuti da incubo: «Devo essere uno dei primi sportivi che ha dovuto disputare un match con 120mila persone contro e concentrate su di me, non sulla squadra». Ma la cabeza de conchinillo è un souvenir tutt’ora poco gradito ma il portoghese prova anni dopo a scherzarci su: «Se avessi avuto fame ne avrei mangiato un po’…». Odio irrefrenabile, un tradimento o un marchio a vita di Giuda che non si può togliere. Figo vincerà dopo trofei collettivi e individuali con il Real, ma i tifosi blaugrana non l’hanno ancora dimenticato per il suo passaggio dall’altra parte della barricata. Uno switch che forse poteva costargli cara la pelle.