di Andrea Sperti
Il calcio è lo sport più episodico di tutti, nel quale basta un attimo per cambiare la storia di una partita ed anche di un campionato.
Prima dell’avvento della tecnologia, che comunque non è riuscita a placare le polemiche, la quaterna arbitrale era sola, non supportata da nessuno, e doveva prendere decisioni senza alcun aiuto, solo in base a ciò che aveva visto in quel momento.
Esattamente 9 anni fa, il 25 febbraio del 2012, allo stadio San Siro andava di scena il big match della sesta giornata di ritorno, la sfida Scudetto tra Milan e Juventus.
La partita
I rossoneri erano primi in classifica, con un punto di vantaggio sulla formazione allenata da Conte, che aveva però una partita da recuperare.
La spinta del popolo milanista ha permesso alla compagine di Allegri di passare in vantaggio dopo 15 minuti grazie ad un gol di Nocerino. 10 minuti più tardi è arrivato, poi, l’episodio della svolta, quello che poteva cambiare la storia di quella stagione.
Muntari ha colpito di testa a botta sicura ed il pallone, smanacciato da Buffon, in realtà ha varcato la linea di porta. Nessuno, però, si è accorto di nulla. Né l’arbitro Tagliavento, né i suoi collaboratori Romagnoli e Di Liberatore.
San Siro era una bolgia, i giocatori rossoneri in campo hanno protestato animatamente per diversi minuti ma alla fine quel gol valido non è stato assegnato.
La gara è scivolata via senza ulteriori sussulti ma, a 7 minuti dalla fine, Alessandro Matri, attaccante bianconero, ha pareggiato il conto, non permettendo al Milan di scappare in classifica.
A fine anno è stata la Juventus a festeggiare quel titolo. Doveva andare così, ma chissà come sarebbe andata se fosse stato assegnato quel gol di Muntari.