di Andrea Sperti
Pensateci. Avete un portiere ed una porte di fronte. Se fate gol siete Campioni del Mondo e, grazie alla vostra rete, 60 milioni di persone per qualche giorno dimenticheranno tutti i problemi e penseranno solo ad affollare le piazze, festeggiando una vittoria storica, la quarta nella storia del Paese.
Siete lì. Tocca a voi e non ci sono scuse, non potete non presentarvi su quel dischetto. Non potete nemmeno far finta di non esistere, perché ormai il mondo vi ha conosciuto. Lo ha fatto quando avete conquistato il rigore contro l’Australia, con una giocata di qualità e furbizia. Ma soprattutto vi ha apprezzato dopo il gol contro la Germania. Quello che è sembrate un tiro facile, era una conclusione a giro di estrema difficoltà.
Prendete coraggio ed andate. Il tragitto fino al dischetto è infinito e allora dovete trovare qualcosa a cui pensare. I fischi dei francesi sono assordanti, mentre quelli che tifano per voi hanno smesso di cantare. Hanno paura, alcuni non si fidano ed alla fine è giusto così. Voi, però, viaggiate con la testa. Tornate sul campo del Renato Curi, poi su quello del Chieti ed infine in un attimo vi ritrovate a Perugia. Quanta gavetta per arrivare fino a quella finale, fino a quel 9 luglio che non vi ha regalato nessuno, perché i segni delle porte in faccia sono ancora sul vostro corpo.
Prendete il pallone, lo guardate, gli sussurrate qualcosa e lo posizionate sul dischetto. “Se segno entro nella storia”, pensate questo. Chiudete gli occhi, un respiro, partite, gol.
28 novembre 1977. Nasce Fabio Grosso, uno che tutto quello che abbiamo scritto l’ha vissuto sulla pelle, segnando il rigore decisivo nella finale dei Mondiali di Germania 2006.
Il suo “non è vero” dopo il gol alla Germania o l’esultanza sfrenata dopo il rigore contro la Francia sono immagini che resteranno per sempre nella storia italiana. Auguri Fabio e grazie per le emozioni, grazie per quel Mondiale.