Gli sport di squadra sono accomunati dalla presenza di due o più atleti impegnati nel raggiungimento di un obiettivo comune: ottenere un punteggio maggiore rispetto agli avversari. Ciò avviene attraverso la segnatura di una rete, di un canestro, di una meta. Ma è la frequenza con la quale si mette a referto tale marcatura che rappresenta lo snodo principale tra sport come il calcio, il basket e il football americano. Se il calcio ha raccolto proseliti in tutto il mondo, se è lo sport più praticato, è solo ed è esclusivamente grazie all’unicità del gol.
L’unicità del gol
Per comprendere meglio questo concetto, ci vengono in soccorso Chris Anderson e David Sally, eminenti conoscitori dell’analisi calcistica:
«Il calcio di per sé ha caratteristiche uniche. È definito da eventi rari, i gol, mescolati a un mare di centinaia, migliaia di eventi estranei: contrasti, passaggi, rimesse. Il calcio è diverso perché ciò che decide chi vince e chi perde succede di rado, mentre il resto, come i passaggi, succede di continuo. Per stabilire davvero quanto siano rari i gol, dobbiamo confrontare il calcio con gli altri membri della famiglia degli “sport di invasione limitati nel tempo”. Se il calcio è uno sport di eventi rari, il basket è sport di quantità, di frequenza e abbondanza, in cui si segna e si tenta di segnare più che in qualsiasi altro sport. I numeri indicano che una squadra di calcio tira in media poco più di 12 volte a partita. Nell’hockey si arriva a 30, nel basket a 123. Se consideriamo anche il fattore tempo, è ancora più chiaro che il bello del calcio è il modo in cui lascia tifosi e giocatori ad aspettare la ricompensa. Nel rugby si segna in media ogni dodici minuti e mezzo, mentre nel football americano ogni 9. Nel calcio, una squadra segna mediamente un gol ogni sessantanove minuti, per cui è uno sport di gratificazioni tardive».
(Tratto da “The Numbers Game”, libro scritto da David Sally e Chris Anderson)
L’eccezione che conferma la regola
Abbiamo detto che nel calcio si segna poco, in media tra i due e i tre gol a partita. Eppure ci sono state gare che hanno fatto tutto tranne che rispettare le previsioni, dando vita a vere e proprie goleade. Esattamente 8 anni fa, nel lontano – ma non troppo – 2012, l’Arsenal e il Reading giocarono una delle partite più epiche che questo sport possa annoverare. Furono ben 12 le reti siglate in quegli ottavi di League Cup. Secondo i pronostici, l’Arsenal si sarebbe dovuto imporre senza alcun tipo di difficoltà sul neopromosso Reading, giunto alla partita senza aver vinto nessuno degli 8 incontri di Premier League giocati sino a quel momento.
La gara, sin dalle prime battute, si mostra in tutta la sua straordinarietà. Infatti, dopo soli venti minuti, i Gunners sono già sotto per 3-0. Incontrollabili le reazioni dei festanti supporters di casa, attoniti i londinesi arrivati al Madejski Stadium per assistere ad un’agevole vittoria. A quel punto il tabellino dei marcatori cita i nomi di Roberts, Koscielny – autore di una sfortunata autorete – e Leigertwood. Quando Hunt incorna il pallone del poker, decine di tifosi ospiti preferiscono prendere la via del ritorno, perdendosi lo splendido pallonetto di Walcott, siglato allo scadere della prima frazione.
Il secondo tempo riparte con il parziale di 4-1 e con un Arsenal totalmente diverso. La squadra di Wenger inizia a macinare gioco e occasioni da gol. Tant’è che il neo-entrato Giroud mette in rete il gol che accorcia le distanze. Poi Koscielny di testa indovina la porta giusta e regala ai tifosi la speranza di pareggiare. E la rete, infatti, arriva poco dopo: a recupero inoltrato – nonostante le veementi proteste della panchina dei Royals – Walcott trova l’equalizer, che trascina la gara ai tempi supplementari.
Nell’overtime succede di tutto. Chamakh porta in vantaggio i suoi, poi è Pogrebnyak a pareggiare nuovamente i conti. Siamo sul 5-5. Negli ultimi minuti del match, gli uomini in divisa rossa e bianca riescono a maturare la agognata vittoria grazie alle marcature di Theo Walcott e alla seconda rete di Chamakh.
Reading-Arsenal, una partita tanto avvincente quanto fuori dagli schemi. 5 a 7, 12 gol, 122 minuti: qualcosa di irripetibile.