Zlatan Ibrahimovic ha cambiato il Milan: una verità indubitabile, il primo ad ammetterlo è proprio il tecnico Stefano Pioli. I numeri, però, in qualche modo non rendono giustizia a Ibra. Perché, stando alle cifre, il Diavolo parrebbe viaggiare a velocità leggermente maggiore quando lui non c’è. Briciole, frazioni di media-punti e media-gol, ma è comunque significativo: è la prova che i rossoneri hanno acquisito una mentalità tale da sopperire anche all’assenza del loro totem. È questa, forse, la vittoria più grande dello svedese: quando vedi i tuoi “discepoli” camminare con le proprie gambe e trovare da soli la strada, la soddisfazione è ancora maggiore.
I dati
Ibra stasera ha applaudito un altro record di questo Milan partito a mille all’ora. Il Diavolo, infatti, segna da 30 partite consecutive in campionato, a cavallo tra la scorsa stagione e quella attuale (dati Opta). Primato per il club, che ne ha sfiorato un altro: 8 vittorie nelle prime 10 giornate di Serie A sono la seconda miglior partenza in assoluto, superata solo dai 9 successi su 10 dell’annata 1954-55. Merito davvero di tutti, perché ognuno sta dando un contributo.
Ma torniamo al Milan “con” e “senza” Zlatan Ibrahimovic. I numeri, come si legge su La Gazzetta dello Sport, dicono che con Ibra il Milan nel 2020 ha giocato 28 partite, con 18 vittorie, 7 pareggi e 3 sconfitte. Media-punti 2,18 a gara, media-gol 2,14 (60 complessivi). Senza Ibra 12 partite: 8 vittorie e 4 pareggi. Media-punti 2,33 a gara, media-gol 2,17 (26 complessivi). Curioso, in verità. Ma la dice lunga sui miglioramenti di una squadra che l’anno scorso, di questi, tempi, faticava a spostarsi nella colonna di sinistra della classifica di Serie A.