L’ex giocatore di Inter, Milan e Real Madrid, Ronaldo, ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport alla vigilia del derby d’Italia tra i nerazzurri e la Juventus.
IL RIGORE NON CONCESSO DA CECCARINI – «Se continuano a esserci casini anche con la Var, in Italia come in Spagna, vuol dire che questa cosa delle polemiche arbitrali non cambierà mai davvero. Mi sono messo il cuore in pace, come non riuscivo a fare allora».
SCUDETTO – «Domani non è una partita che vale per lo Scudetto: vale solo per l’autostima, per capire quanto si è pronti a lottare a quel livello. Se invece intende che lo scudetto se lo giocheranno loro due ci sta, ma il Milan non ce lo mettiamo? Questa stagione è molto particolare: da campionato con sorpresa finale».
MILAN – «Mi sta sorprendendo: calcio offensivo, veloce, giocatori di qualità. E poi, Ibrahimovic: lui ha sempre detto di considerarmi un idolo, io lo considero un caso forse unico, un esempio che fa bene al calcio. Se anche non avessi avuto tutti gli infortuni che ho avuto, non sarei mai arrivato a 40 anni come lui. Mai».
CR7 – «Ci arriverà anche lui a 40 anni? Non lo so, ma di sicuro ci proverà. È un giocatore diverso rispetto a quando lo vedevo nel Real Madrid, ha imparato a gestirsi e però – visto contro il Sassuolo? – una cosa mi pare identica a prima: può stare nell’ombra per quasi tutta la partita e poi decidere in un minuto di fare male. A Ronaldo le partite importanti sono sempre piaciute molto, perché sono quelle che si ricordano di più. Come i record: ci tiene, dicono che per lui siano ossessione, io la chiamo benzina».
CONFRONTO CON LUKAKU – «Pesa di più CR7 o il belga? Come chili, Lukaku di sicuro: sposta anche gli alberi… Molto diversi, un punto in comune: quando hai un giocatore così, fai fatica a non appoggiarti a lui. Soprattutto a uno come Lukaku: ma se fa quasi un gol a partita è un bell’appoggiarsi, basta non aspettarsi che faccia i ricami con il pallone»
DE LIGT – «Se è in giornata, inizia a martellarti e non ti molla più. E diciamo che ho un sospetto: con De Ligt vicino, rende di più anche Bonucci. Ma la vera assenza pesante per la Juve è un’altra. Si tratta di Dybala: gli avevo rivisto la gamba giusta, la voglia di inventare. E quel colpo di tacco per Chiesa, contro il Milan, mi sembrava un segnale. Peccato: se c’è Dybala è più facile vedere bel calcio».
CHIESA – «Posso sbagliarmi, ma finalmente mi sembra che perlomeno cerchi molto di più la porta. Che tiri di più anche a costo di sbagliare: guarda caso, invece sta facendo gol».
LAUTARO MARTINEZ – «Mi piace perché non ha paura di niente, perché quando gioca è cattivo: ti distrai un attimo e non ti perdona. Perché ha facilità di calcio, e non ce l’hanno in tanti. Perché sente il gol: un attaccante puro, con gli occhi da attaccante».
MORATA – «Lui ha già dimostrato quello che doveva: la Juve è stata dietro a tanti attaccanti, poi credo che abbia scelto di andare sul sicuro. Morata è quello: sai cosa può darti e sai cosa ti darà».
ERIKSEN – «Perché l’Inter non ha ancora capito cosa può darle? Perché anche se hai qualità, non è facile tirarle fuori subito quando si cambia campionato. Ancora meno se non sei un punto fisso della tua squadra, ma devi dimostrare di poterlo essere».
CONTE – «Io non lo critico, ma a Milano qualcuno sì, a giudicare da certi messaggi che mi arrivano ogni tanto. So che non sempre piace la sua gestione dei cambi, ma a volte ci sono esigenze che da fuori si fa più fatica a vedere. È il destino degli allenatori e Conte è in buona compagnia: anche Pirlo si è preso dell’inesperto, no?»
PIRLO – «Io l’ho visto in campo, e da vicino. Intelligenza calcistica superiore, e non cambi solo perché passi dall’altra parte: lui non proporrà mai un gioco banale, è la squadra che deve andargli dietro. Non so chi l’abbia chiamato per primo così, ma un maestro per mestiere insegna quello che sa: gli servirà un po’ di tempo, ma se la Juve ha puntato su Andrea credo glielo darà. Intanto gli ha dato una squadra da scudetto: è così da dieci anni e le cose non si stravolgono da un giorno all’altro».
INTER – «Non dico che lo vincerà lo Scudetto, o che deve farlo per forza, ma che ha tutto per vincerlo. Due cose le aveva, un’altra se l’è presa, la quarta se l’è ritrovata anche se non avrebbe voluto».
HAKIMI – «Un giocatore straordinario, che il Real ha sbagliato a perdere così. Ogni tanto penso: “Ronnie, immagina tu e Hakimi: saremmo andati a una discreta velocità…”. Azzardo: uno dei migliori colpi di mercato dell’Inter degli ultimi dieci anni».
VANTAGGIO – «Per come lavora Conte, il fatto di non giocare in Europa sarà un vantaggio. Non c’è un giocatore o un allenatore che sia contento di non farla, ma la Champions ti succhia energie, soprattutto nervose: a marzo-aprile non mi meraviglierò se l’Inter farà qualche punto in più di chi avrà il doppio impegno».