Nei giorni scorsi il nuovo acquisto del Bologna, Paolo Faragò, ha parlato in conferenza stampa spiegando la scelta del numero 43: «Da tre anni ho scoperto Guccini e da due ascolto tutte le sue canzoni. Arrivando a Bologna ho pensato che fosse carino prendere il 43 in suo onore». E in onore del numero civico di via Paolo Fabbri, album e icona del cantautore bolognese, che ad agosto del 2020 ha compiuto 80 anni.
Lo stesso Guccini ha parlato della scelta di Faragò ai microfoni de La Gazzetta dello Sport: «In passato altri due calciatori avevano dichiarato pubblicamente di apprezzare le mie canzoni: uno che giocava nell’Inter, che venne anche a un mio concerto, e l’altro nel Pescara. Poi Zoff: nel suo libro racconta che ascoltava sempre le mie canzoni. Ma che uno mi dedicasse il numero di maglia, beh, questo sinceramente è un inedito. Mai nella vita avrei pensato una cosa così».
GUCCINI E IL CALCIO – «Guardi: io a calcio non ho giocato nemmeno quando nella pause di “Radio Freccia”, il film di Ligabue in cui facevo il barista, tutti si divertivano a fare partite di calcetto e io dovevo essere l’allenatore».
FARAGÒ – «Dov’è nato? Ruolo? Oh, storia bellissima però. Beh, l’ho trovato insolito anche io dai. Insolito e bello. Dov’è nato lui? Ah, Catanzaro. E la sua storia? Ok, Novara e poi Cagliari, ora Bologna. Cosa so del Bologna? Niente: che il suo allenatore ha vinto una brutta malattia sì, però. Sa, io e il calcio non abbiamo vissuto molto insieme».