Le più grandi sorprese della Champions – Il Deportivo la Coruña di Javier Irureta

by Redazione Cronache

di Giovanni Benvenuto

La Champions League, con i suoi verdetti sorprendenti, ci ha quasi sempre lasciato di stucco. Oltre a risultati inaspettati da menzionare anche squadre che, pur partendo a fari spenti, sono riuscite a farsi strada nel corso della competizione fino a sfiorare una vera e propria impresa. Una di queste è senza dubbio il Deportivo la Coruña di Irureta che nella stagione 2004 ha vissuto una vera e propria favola.

La squadra e il cammino

Il ‘Superdepor’ poteva vantare di un organico di tutto rispetto: Molina, Luque, Pandiani, Andrade, Capdevila e Valeron alcune delle cosiddette stelle presenti in rosa. Eppure, oltre all’organico, il cammino dei galiziani in Champions è a dir poco inaspettato e curioso: ai gironi pescati l’AEK Atene, il Psv Eindhoven e il Monaco, con gli spagnoli che riescono a staccare il biglietto per gli ottavi dove incontrano la Juventus di Marcello Lippi. I bianconeri vengono annichiliti col punteggio complessivo di 2-0 grazie ai gol di Luque e Pandiani.

I quarti invece ci regalano una sfida mozzafiato, o meglio un miracolo calcistico: il Deportivo affronta il Milan e dopo essere andato sotto all’andata per 4-1 riesce a ribaltare le sorti del match segnando quattro reti al Riazor. Un’impresa mai compiuta da nessun club, vista specialmente la caratura dell’avversario. Nessuno ci credeva, manco Irureta che prima della partita di ritorno disse: «Se passiamo il turno vado a piedi a Santiago de Compostela». Rimonta completata con il tecnico che rimane di parola prima della semifinale contro il Porto di Mourinho. Dopo il pari a reti bianche nel primo confronto stavolta passano i lusitani, decisiva in questo caso la marcatura di Derlei che infrange i sogni di Irureta & Co. Il successo con la Juve, la vera remuntada contro il Milan e quasi una nazione intera a tifare per la rivelazione del torneo. Adesso il Deportivo non milita più in Liga ma nelle categorie inferiori, precisamente nella Segunda Division B..ma nessuno dimenticherà mai quel cammino europeo agrodolce che forse l’ha reso leggenda.