di Leonardo Maldini
«L’arrivo in Serie D mi sembrava la Champions League. ll dilettantismo è stata una palestra di vita».
Basterebbe questa frase, pronunciata da Tommaso Augello alla Gazzetta dopo il gol alla Lazio di quest’anno per capire di che giocatore stiamo per parlare.
Augello è uno di quei giocatori di cui ci si innamora se lo si vede in campo. Non è facile piacere ai più se il tuo nome non è in qualche statistica o in qualche numero importante, come se nel calcio importassero solo quelli. Per apprezzare Tommaso Augello bisogna accendere la televisione e vedere una sua gara (cultura che sta scomparendo).
Difficile trovare il suo nome nei bonus del fantacalcio o in copertina sui giornali anche dopo una grande prova della sua squadra.
Lo scorso anno Augello fu una piacevole sorpresa e in questa stagione si sta riconfermando. Un giocatore pratico dotato di buona gamba e un ottimo cross. Poteva, ad inizio anno, sembrare che peccasse in fase difensiva, eppure Augello è stato sempre lì, dall’alto delle sue 37 presenze in Serie A (parecchie agli ordini di Ranieri, che non è uno che sceglie i giocatori a caso).
I complimenti di Ranieri
Dopo il gol alla Lazio nella gara di andata, primo e ancora unica rete di Augello in A, lo stesso Claudio Ranieri si espose così sul difensore:
Pochi dubbi sulla figura di Ranieri come allenatore, così come su quella da uomo e professionista nel mondo del calcio.
È chiaro che un allenatore tessa le lodi di un suo giocatore, ma se un uomo come Ranieri arriva ad elogiarti e parlare della tua l’umiltà, forse, si parla di una soddisfazione ancora più grande.
«Sono un ragazzo normale»
Augello non è il calciatore da playstation, da copertina di qualche rivista, da nome mediatico. Ma è il calciatore che può essere come un simbolo per tanti calciatori che non hanno determinate caratteristiche se non la cultura del lavoro, del sacrificio e dell’umiltà. A confermare la nostra tesi lo stesso difensore blucerchiato ai tempi dello Spezia in Serie B:
«Sono un ragazzo normale. Studio, gioco a freccette e guardo Prison Break. Il mio sogno? Una partita in Serie A»
Tommaso Augello a GianlucaDiMarzio.com, 18 dicembre 2018.
L’umiltà di Augello è testimoniata anche dalla frase stessa. Augello sa che i sogni possono essere raggiunti con il duro lavoro, così come la partita (non il gol, lui sognava solo di giocare) in Serie A.
La storia di Tommaso dimostra ancora una volta che il tempo è dalla parte della Lega Nazionale Dilettanti. Passano le stagioni e la forbice tra dilettantismo e professionismo si ristringe ed i tempi di maturazione si velocizzano. Percorsi meno tortuosi ma sempre formativi come dimostra Tommaso Augello, in sei stagioni passato dai campi della Serie D con la maglia del Pontisola alla ribalta della A con la prestigiosa casacca blucerchiata.
Di storie dei giocatori che arrivano dal basso ne abbiamo sentite parecchie negli ultimi anni (da Vardy fino a passare per Lazzari e altri nomi), e tutti hanno in comune una cosa: il duro lavoro e le ore passate a sognate in camera, o meglio, in campo.