Paulo Fonseca, tecnico della Roma, ha parlato alla vigilia della sfida contro la Fiorentina.
SOFFERENZA – «I numeri dicono questo, la squadra ha sofferto più di quanto vogliamo. Dobbiamo capire però una cosa, vediamo l’ultima partita. Quante volte il Milan ha creato pericoli? Noi siamo stati sempre equilibrati. Siamo noi a crearci problemi, facendo errori. Non è un problema organizzativo, ma di decisione o di perdere palloni in fase di costruzione. Noi dobbiamo capire se la squadra ha pressione e può giocare o no. Con il Milan non avevamo la loro pressione, ma abbiamo sbagliato. Stiamo lavorando per capire meglio questi momenti. Kumbulla è pronto per giocare e giocherà, Smalling sarà convocato».
TURN OVER CON MAYORAL? – «No, giocherà domani. È vero che abbiamo avuto tante partite, ma il problema è che con tanti problemi con i difensori è difficile gestire gli altri come Mancini, Cristante, Karsdorp e Spinazzola. In questa gara cambieremo due o tre giocatori».
CHI IN PORTA? – «Pau Lopez».
3-5-2 SOLUZIONE – «Noi abbiamo difeso in 3-5-2 nella partita. Era chiaro per tutti. Il problema è che abbiamo fatto errori in fase di costruzione che non possiamo permetterci».
COSTRUZIONE DA PAU LOPEZ – «È importante fargli toccare palloni. Se abbiamo la palla e non abbiamo soluzione che facciamo? Diamo la palla agli altri o giochiamo? La differenza è quando possiamo giocare e quando no. Quando la squadra ha forte pressione non possiamo rischiare. Nel caso di Pau che ha sbagliato il passaggio la pressione non c’era e potevamo giocare. Ha sbagliato il passaggio e poi c’è stato il gol. Ma non c’era pressione, è stato un errore di passaggio».
SUBENTRANTI – «Sono numerosi, non posso valutare così. Nel 70% delle partite in cui sono entrati stavamo vincendo, non abbiamo fatto gol con i subentrati perché li avevamo già fatti. Non possiamo scappare dai numeri, ma come allenatore non posso valutare così. Dipende dalle circostanze».
IDENTITÀ – «Tutte le squadre hanno identità. Guardiamo le squadre più forti: ci sono 7 squadre che vogliono arrivare nei primi 4 posti. Tutti hanno identità? Tutti cambiano le intenzioni di giocare? Non mi sembra. Milan, Lazio, Napoli, Atalanta, Juventus giocano sempre nello stesso modo. Quello che cambia è la strategia in ogni partita. Posso fare un esempio: siamo una squadra che normalmente pressa alto. Contro il Milan non lo abbiamo fatto, è la strategia ma l’identità non cambia».