Leonardo Semplici, tecnico del Cagliari, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della sfida contro il Bologna.
TURNOVER – «Stiamo valutando bene i ragazzi con lo staff medico, domani faremo una riunione per capire chi tra questi potrà essere a disposizione. Penso di fare 2 o 3 cambi, ma voglio dare continuità a chi è partito dall’inizio a Crotone. Voglio che chi scenderà in campo sia pronto a dare il massimo fisicamente per tutti i 95 minuti. Nainggolan può fare diversi ruoli: ha iniziato da mezzala, poi ha finito da play. Ha fatto bene in entrambe le situazioni, quando siamo rimasti in 10 sia lui che tutta la squadra mi sono piaciuti tanto per l’atteggiamento».
SIMEONE – «Bisogna dargli la giusta fiducia. Sta a me metterlo nelle giuste condizioni mentali per esprimere tutte le sue qualità, d’altronde ci sono queste partite ravvicinate e volta in volta darò spazio a tutti, in primis a lui».
DIFESA – «È stato importante non aver subito gol, ma questo è un elemento basilare per qualsiasi competizione: gestire bene la fase di non possesso è determinante per il nostro obiettivo. Ho portato poche idee, ma semplici da attuare: abbiamo sofferto a Crotone, ma era normale. Al posto di Lykogiannis ho sia Tripaldelli che Asamoah pronti a giocare una gara importante, ma sto conoscendo meglio la rosa e penso di avere anche altre alternative che sto valutando».
ZAPPA – «Lui è un giocatore di grande prospettiva, a Crotone ho voluto usare i giocatori più esperti data la difficoltà mentale della sfida. Però crediamo molto nel ragazzo e tornerà ad avere il suo spazio: deve migliorare nell’interpretazione del ruolo da quinto, fin qui gli allenamenti a riguardo sono stati pochi e ancora non sono passati i miei concetti per quel ruolo. Ma io credo ciecamente in questa rosa».
RUOLO MARIN – «Io vedo Marin da mezzala, in un centrocampo a tre può esprimere meglio quei valori che lui ha. Non avendo un giocatore di ruolo davanti alla difesa a volte ha giocato anche da play, che è un ruolo che può interpretare. Potrà ricapitare anche più avanti e lui già ha dato la massima disponibilità, ma da mezzala può mettersi in mostra. Come atteggiamento mi piacerebbe un Cagliari offensivo, ma ancora abbiamo lavorato poco e ora ho trasmesso i concetti soprattutto sull’attenzione in fase di non possesso. Sarà questa la base per il futuro».
MIHAJLOVIC – «Se Mihajlovic canta pure, sa fare tutto e così è perfetto. Scherzi a parte, ora penso alla mia squadra sapendo che loro hanno grandi valori. Hanno messo in difficoltà tutte gli avversari, non hanno grande continuità ma mi aspetto una gara davvero complicata. Dobbiamo sì avere rispetto, ma pure consapevolezza delle nostre qualità. Aggressivi e determinati, queste sono le parole chiave perché non dobbiamo lasciare niente di intentato. Loro hanno qualità in ogni zona del campo, ma noi pensiamo solo al Cagliari: dobbiamo essere compatti, attenti e coraggiosi, curare le coperture preventive e giocare a due tocchi».
SOTTIL E PAVOLETTI – «Riccardo starà fermo ancora qualche giorno, mi auguro di poterlo recuperare perché è un giocatore importante anche a partita in corso e ha caratteristiche uniche come il dribbling in questa rosa. Mi auguro di averlo entro 10 giorni. La carica data a Pavo? Mi auguro di essere stato bravo, non solo con lui ma con tutto il gruppo. Ho accettato Cagliari perché ho visto in questa formazione qualcosa di importante, ora li sto conoscendo anche come uomini e sono convinto che abbiamo anche dei valori umani solidi»
GODIN – «Godin ha esperienza e disponibilità, non lo conoscevo personalmente: sono contento di poterlo allenare, lui come gli altri esperti del gruppo sarà fondamentale. Già a Crotone i veterani hanno aiutato chi non è abituato a questo genere di partite. Mi aspetto questo da lui da qui a fine stagione, perché so che lo può fare molto bene. Per quanto riguarda il gesto a fine gara l’ho sempre fatto, anche con la Spal. Non mi piace farlo all’inizio perché nel pre-partita ci sono le chiacchiere e alla fine resta il risultato. Questo è il mio modo a fine gara per stare vicini ai miei ragazzi e per essere compatti sull’obiettivo».
GRUPPO – «Quando entri in un gruppo che da tempo lavora insieme, devi entrare in punta di piedi e capire le situazioni dello spogliatoio. Devi capire perché i giocatori stanno rendendo meno: per questo ho parlato con tutti, sia con colloqui di gruppo che individuali. A Crotone abbiamo visto che il timore ci porta a fare errori che non sono nelle nostre corde. Serviva uno in panchina che credesse nelle loro personalità, per farli esprimere al meglio. Questo è stato il primo intervento e anche il più difficile per me. Non ho voluto che pensassero troppo alle gare passate, ho chiesto loro di dimenticare tutto e giocare pensando solo alle proprie caratteristiche. Ognuno deve fare il suo, senza inventarsi nulla di trascendentale. E sono sicuro che grazie alla nostre caratteristiche potremo arrivare all’obiettivo. Ora però testa bassa, casco in testa e via a lavorare».