L’attaccante dell’Atalanta, Duván Zapata, ha parlato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. Molti i temi toccati dal colombiano, rimasto a Bergamo a causa della sospensione delle qualificazioni al Mondiale del 2022: «Mi serviva. Il “lavoro a secco”, giocando due volte a settimana, non l’avevo potuto mai fare».
FINALE DI STAGIONE – «Di facile non c’è nulla. In classifica siamo tutti lì e non possiamo sbagliare mai. Poi c’è la finale con la Juve: vincere un titolo sarebbe speciale e ti farebbe giocare la Supercoppa. Ma io non scelgo, voglio tutto».
UDINESE – «Ho solo bei ricordi. Quando arrivai, mi feci male quasi subito, segnando un gol al Bologna. Dovevo star fuori 4 mesi, tornai dopo 3: mi curarono alla grande. E poi, al secondo anno, andai per la prima volta in doppia cifra».
GASPERINI – «Il mister è stato fondamentale soprattutto nei miei primi mesi a Bergamo. Non segnavo, faticavo a capire i meccanismi della squadra, non conoscevo i compagni. Mi ha dato fiducia».
LUKAKU – «Non siamo così simili. Sta facendo un grande campionato, ma pure lui ha faticato prima».
INTER – «Se ho avuto l’impressione di affrontare la squadra più forte del campionato? In sincerità… No. Hanno vinto, ma ci hanno sofferto, come tutte le volte che ci hanno affrontato. Poi non sempre i risultati rispecchiano i meriti. Io credo che l’Inter sia prima perché ha avuto più tempo per lavorare sui dettagli, dopo essere stata eliminata in Europa».
IBRAHIMOVIC – «Come andò il litigio? Cose di campo. Nei giorni seguenti circolò un audio che attribuirono a me, dove si parlava di rigori per il Milan. Non ero io, ma i tifosi rossoneri mi riempirono di insulti. Pensare che io non ho nemmeno risposto a Ibrahimovic: stavo vincendo 3-0, perché mettersi a litigare?».
DIFENSORI – «Chi mi ha messo in difficoltà? Demiral è proprio tosto e veloce. Poi De Vrij».
PREMIER NEL FUTURO – «Nel calcio mai dire mai. Da ragazzo in Colombia il campionato inglese era il più trasmesso, io tifavo Arsenal e mi svegliavo presto il weekend per vedere le partite in tv».
I CENTRAVANTI Più FORTI – «Mbappé non vale? Ok. Lewandowski, Haaland e… Muriel. Che forte Lucho».
ATTACCANTI COLOMBIANI – «Siamo un popolo allegro, per questo diamo il meglio dalla metà campo in su. Ci piace fare gol, dare spettacolo».
MURIEL – «Chi balla meglio tra me e lui? Siamo bravi tutti e due. Ma io non ho mai conosciuto un colombiano che non sa ballare. A Cali abbiamo il festival della salsa: purtroppo con la pandemia è saltato a dicembre».