Terracciano: «Tifosi? Siamo abituati al silenzio. Idoli? Buffon e Toldo»

by Redazione Cronache

Il portiere della Fiorentina, Pietro Terracciano, ha parlato ai microfoni dei canali ufficiali del club. Queste le sue parole.

ATALANTA – «Con l’Atalanta sarà una partita molto difficile ma importante, il nostro avversario è in un ottimo periodo praticamente da 3 anni. Ci faremo trovare pronti perché abbiamo bisogno di punti a tutti i costi, saremo determinati. Hanno un attacco incredibile, ma domenica le statistiche non conteranno».

IACHINI – «Stiamo portando avanti il percorso con Iachini. Si sa che caratterialmente pretende molto, e tatticamente prepara bene le partite. Bene così, tocca anche le corde motivazionali, noi dobbiamo essere disponibili al 100% nei suoi confronti. Stiamo facendo il massimo. La salvezza è troppo importante, dispiace lottare per questa classifica ma quando ti trovi lì non puoi che lottare contro chiunque ti trovi davanti. Iachini ha ripreso da dove aveva lasciato».

PORTIERI – «Siamo un gruppo affiatato. Con Rosalen è il terzo anno che lavoro, con Drago il secondo. Si è creato un ottimo rapporto con tutti, anche con Antonio (Rosati, ndr) che è arrivato da poco. Il clima è sereno e non ci manca nulla».

TIFOSI – «Abbiamo una squadra giovane e la carica che il pubblico di Firenze dà è diversa da altri stadi, brutto dirlo ma sembra che ci siamo abituati al silenzio e dispiace. Il motivo per cui facciamo questo lavoro è dare gioia e coinvolgere la gente, ci manca. Speriamo che torni la normalità al più presto. I nostri tifosi ci hanno sempre dato un grosso aiuto sia in casa che in trasferta. Con loro si è instaurato un ottimo rapporto sin da subito, a Firenze sto bene e non l’ho mai negato: spero di andare avanti così».

GIOCATORE PREFERITO IN PREMIER – «Dico Alisson, facendo il portiere».

CAMBIAMENTO NEL RUOLO – «Il cambiamento sul gioco da dietro l’ho avvertito, quando ho iniziato io c’era meno predisposizione a partire da dietro. Ora devi essere preparato a 360°, entri nei discorsi tattici con l’intera squadra e non solo con la difesa. Ti dà più responsabilità e ti tiene coinvolto dentro la partita. Quando si tratta di sentirsi nel gruppo non siamo solitari, però».

IDOLO – «Da piccolo Buffon, ancora in attività. E pure Toldo, l’ho sempre seguito e la sua maglia della Nazionale è stato il primo regalo calcistico che ho ricevuto».

PARATA PIÙ DIFFICILE – «Forse l’anno scorso sul diagonale di Mkhitaryan a Roma, che ho toccato il diagonale sul palo. Dal campo forse non ci si è resi conto che l’avessi toccata, ma c’era un alto coefficiente di difficoltà».

SOPRANNOME – «Al campo Don Pietro, qualcuno dei tifosi forse San Pietro… Il mister però mi chiama Piero».

COMPAGNI DI SQUADRA PREFERITI – «Io, Biraghi, Castrovilli e ogni tanto Venuti siamo quelli del divanetto, dove ci mettiamo dopo l’allenamento. L’abbiamo comprato l’anno scorso».