Perché tutti sottovalutavano Gana Gueye e adesso lo amano

by Redazione Cronache

di Andrea Sperti 

La Parigi-Dakar, adesso Rally Dakar, è uno dei rally di automobilismo e motociclismo più famosi al mondo e fino al 2007 la sua tappa finale era proprio la capitale del Senegal. La sua nascita si deve a Thierry Sabine, il quale si era perso nel deserto ed aveva il desiderio di replicare quell’avventura attraverso un rally raid. In realtà dal 2008, la gara è stata spostata in Sudamerica a causa della situazione di pericolo degli europei in Mauritania, seppur abbia mantenuto il nome della città senegalese, e dal 2020 si svolge in Arabia Saudita.

C’è un giocatore, però, che il tragitto compiuto per tanti anni da autovetture, motociclette, autocarri e quad lo ha percorso al contrario, con tappe differenti ma altrettanto importanti per arrivare alla meta finale. Stiamo parlando di Idrissa Gana Gueye, il centrocampista di proprietà del Paris Saint-Germain che ha impressionato tutti nel doppio confronto contro il Bayern Monaco nei quarti di finale di Champions League.

 

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Qualità e quantità fin dagli esordi

Il suo lavoro spesso passa inosservato ma il classe ’89 abbina tecnica e qualità a quantità e sostanza in mezzo al campo, caratteristiche difficili da trovare in una squadra come quella francese, piena zeppa di estro e fantasia. E dire che l’ex Lille è diventato calciatore per caso, con il destino che ha deciso di farlo trovare al posto giusto nel momento giusto. Della sua prima partita ha parlato alla BBC Sport Africa, spiegando come il fato abbia scelto per lui:

«Ho iniziato a giocare a calcio per caso. Stava camminando accanto ad un campo e un ragazzo si era appena infortunato. Dovevano mantenere la parità numerica e mi urlarono: ‘Sai giocare a calcio?’. Beh, solitamente lo facevo fino a quando non mi sanguinavano i piedi. ‘Certo!’. Come prima partita non andò male: feci 4 gol e 2 assist».

Nel 2003 il giovane Idrissa è entrato a far parte dell’accademia calcistica del Diambars, creata da Patrick Vieira e Bernard Lama, un ex portiere del PSG. Cinque anni più tardi è stato scelto dagli osservatori del Lille, che lo hanno prelevato ed aggregato nella squadra B. Nel 2010, esattamente il 23 gennaio, il centrocampista senegalese ha fatto il suo esordio con Les Dogues, nel 1° turno della Coppa di Francia contro il Colmar, giocando titolare. La sua compagine incredibilmente è stata eliminata ai rigori da quella formazione che all’epoca militava in Championnat de France amateur, il quarto livello del calcio francese dopo  Ligue 1, Ligue 2 e Championnat National. Nel 2011, in ogni caso, Gueye ha iniziato a far parte a tutti gli effetti della rosa che ha poi vinto la Ligue 1, sotto la guida di Rudi García, collezionando 35 convocazioni stagionali tra tutte le competizioni, 18 presenze ed un gol, segnato in Europa League contro il PSV Eindhoven.

Una nuova vita in Premier League

Dopo i successi ottenuti con il Lille, con il quale ha vinto anche una Coppa di Francia in finale contro il Paris Saint-Germain, nel 2015 Gueye ha deciso di iniziare un nuovo capitolo della sua vita e di trasferirsi in Inghilterra, per giocare in Premier League con la maglia dell’Aston Villa. La sua stagione con i leoni di Birmingham non è stata esaltante, non tanto per il suo rendimento ma quanto per la retrocessione della squadra, che lo ha costretto a cambiare aria dopo appena una stagione. A quel punto il centrocampista ha firmato un contratto con l’Everton, diventando pian piano uno degli idoli di Goodison Park. In 108 presenze con i Toffees, Idrissa ha segnato anche 4 reti ma il suo contributo in mezzo al campo è stato incredibile, tanto da attirare le attenzioni del Paris Saint-Germain, che ha sborsato 32 milioni di euro per portarlo in Francia e permettergli finalmente di compiere la Parigi-Dakar al contrario.

Gueye

Prima del suo ritorno in Ligue 1, Rudi Garcia, suo vecchio allenatore ai tempi del Lille, ha parlato di lui durante una conferenza stampa in vista del match di campionato tra Marsiglia e PSG:

«È un giocatore che è migliorato tantissimo da quando l’ho lanciato. È un ragazzo con grandi qualità, ma soprattutto ha dei valori. Sa da dove viene, sa che per lui è stato difficile arrivare a questo livello. Si è sempre applicato, lavorando tanto sia sul piano tecnico che su quello tattico. È un giocatore di alto livello e, sinceramente, oggi non sono stupito che si accosti il suo nome a quello di tanti grandi club europei. Credo proprio che non avrà problemi ad imporsi ed affermarsi in qualsiasi squadra andrà a giocare, nel caso in cui dovesse lasciare l’Everton».

Allez Paris Saint-Germain

Il mediano della formazione allenata da Pochettino lo scorso anno è sceso in campo in totale 34 volte ed è stato fermo in due occasioni per un infortunio all’inguine ed un problema alla coscia. Gueye ha giocato anche 7 partite in Champions League ma nella finale persa contro il Bayern Monaco è rimasto in panchina, senza entrare nemmeno nella ripresa. In questa stagione, invece, il classe ’89 ha giocato 37 partite ed ora, nella fase calda di Ligue 1 e Champions, sta dimostrando di attraversare un ottimo periodo di fermo, come ha testimoniato la doppia sfida contro i bavaresi, nella quale ha giganteggiato contro alcuni dei centrocampisti tra i più forti del mondo.

Adesso il Paris Saint-Germain è arrivato in semifinale di Champions League ed in campionato, dopo 32 giornate, ha soli 3 punti in meno della capolista Lille. Il centrocampista senegalese è abituato a conquistare tutto con lavoro e sudore, proprio come faceva da bambino a Medina, il quartiere di Dakar nel quale è cresciuto. Un giorno quando parlerà della sua carriera potrà raccontare di aver percorso la Dakar-Parigi con le scarpette da calcio ai piedi. Non sarà stato emozionante come un rally ma per lui probabilmente è stato anche meglio. In fondo non capita tutti i giorni di battere il Bayern Monaco e di poter ambire ad arrivare nuovamente fino alla fine in Champions League. Le finali non sempre portano bene a Gueye. Ha perso quella dello scorso anno contro i bavaresi e quella di Coppa d’Africa contro l’Algeria nel 2019. Il destino, però, ha già dimostrato una volta di essere dalla sua parte ed in futuro potrebbe premiarlo ancora.