di Andrea Sperti
È il minuto 47 del primo tempo. Il direttore di gara del match Verona-Fiorentina assegna un rigore alla formazione viola. Sul dischetto, come al solito, si presenta Dusan Vlahovic, un giovane attaccante classe 2000 che sta trascinando la squadra toscana alla salvezza. Il centravanti serbo calcia e segna, portando avanti i suoi, che alla fine riescono a vincere la partita per 2 a 1. Per lui quello è il sedicesimo gol in campionato, un numero incredibile se si pensa che lo scorso anno ha chiuso la stagione con 6 gol totali e che l’ultimo a timbrare il cartellino con tale regolarità in casa viola è stato Giuseppe Rossi, ormai 7 stagioni fa.
Tra punti di forza ed aspetti da migliorare
Dusan è un ragazzo semplice ma ambizioso. In campo non molla mai, fa a sportellate con tutti, dà e riceve colpi senza mai lamentarsi. Per i difensori è un incubo costante perché si muove in continuazione, da destra verso sinistra, prima incontro al portatore di palla e poi in profondità, per sfruttare la sua velocità. Deve migliorare parecchio ma a 20 anni ha già numeri e giocate di un veterano e soprattutto la voglia di imparare che pochi a quell’età posseggono. Il suo tallone d’Achille è il piede destro, usato poco ed ancora troppo differente dall’altro, quello ‘forte’, con il quale calcia quasi sempre verso la porta avversaria.
A Firenze il classe 2000 è arrivato grazie all’ennesima intuizione di Pantaleo Corvino, che in quegli anni ha fatto parecchi affari in Serbia ed ha pagato il centravanti poco meno di 2 milioni di euro. Vlahovic aveva 18 anni ed alle spalle già un esordio con la sua squadra del cuore, il Partizan di Belgrado. Inizialmente è stato aggregato alla Primavera ma dopo ha trovato spazio anche con la prima squadra, scendendo in campo per la prima volta il 18 settembre 2018 nel match tra Inter e Fiorentina, vinto dai nerazzurri per 2 a 1. Alla fine nella stagione 2018-2019 Vlahovic ha collezionato 10 presenze totali, senza riuscire mai ad incidere veramente ed a dimostrare il suo valore.
Fiducia, gol e gli esempi giusti
Lo scorso anno la musica è cambiata, se non altro perché a Dusan è stata concessa maggiore fiducia. Alla fine della stagione, in un campionato segnato inevitabilmente dalla sosta causa Covid-19, l’attaccante è riuscito a segnare 6 gol in 30 partite, alcune delle quali giocate da subentrante. La prima rete in maglia viola è arrivata presto ma non in Serie A, bensì in Coppa Italia contro il Monza. Il suo talento, in ogni caso, non è passato inosservato e la Fiorentina ha deciso quest’anno di affidargli le chiavi dell’attacco, facendolo crescere accanto ad un campione come Franck Ribery. Il giovane attaccante, in un’intervista rilasciata qualche settimana fa a Repubblica, ha parlato proprio del suo compagno di squadra e di reparto, oltre che del paragone con l’attaccante del Borussia Dortmund Erling Haaland e del rapporto con Zlatan Ibrahimovic:
«Sarò presuntuoso, ma col lavoro duro e la testa giusto posso arrivare anche io al livello di Haaland. Lo guardo, cerco di capire come si muove e come finalizza. Però poi mi concentro sui miei punti forti e deboli, non è bello essere alto un metro e 90 e non far gol di testa. Ogni giorno provo qualcosa di diverso: i tiri di destro, lo stop spalle alla porta, l’uno contro uno e il dribbling. Il segreto è ripetere i movimenti all’infinito. Anche Ronaldo lavora sempre per migliorarsi, è la strada del campione. Zlatan mi ha scritto e mi ha impressionato la sua dedica. Ha detto ‘In bocca al lupo, ti auguro il meglio’ e lo ha fatto in serbo, la mia lingua. È stato unico. Ribery, invece, è uno dei più forti degli ultimi 20 anni, un esempio. Guardandolo mi sono detto: ‘Amico svegliati, qui non ci siamo’».
L’ambizione è quella di arrivare in un top club, uno di quelli che giocano per vincere ogni anno, anche in Europa, ma non c’è fretta anche perché a 20 anni conta più di tutto giocare, crescere e migliorare ogni stagione. Alla domanda sul suo futuro posta da Repubblica ha risposto come farebbe un giocatore esperto, navigato, che sa come vanno queste cose e non si sbilancia cercando di non tradire nessuno, sebbene il suo contratta scada nel 2023 e le pretendenti non manchino di certo:
«Non mi piace parlare del contratto, siamo in una situazione di classifica non bella. Commisso farà di tutto per portare in alto la Fiorentina perché è ambizioso. In estate vedremo, sono aperto a ogni discorso».
Continuità realizzativa
Oltre al piede cosiddetto debole da migliorare, un altro difetto della punta serba riguardava propria la capacità di tramutare in gol le occasioni che la squadra creava per lui. Anche quest’anno, prima di dicembre, i gol segnati erano troppi pochi rispetto alle opportunità che puntualmente venivano sprecate. Poi, dopo la vittoria di Torino, tutto è cambiato e qualche settimana fa, in seguito alla doppietta siglata contro l’Atalanta, il numero dei gol ha superato quello degli xG prodotti, segnale questo di quanto finalmente il serbo stia diventando decisivo anche negli ultimi metri. Uno dei motivi per il quale Vlahovic arriva meno lucido sotto porta è, senza dubbio, la grande mole di lavoro che compie lontano dalla porta avversaria. Questo da un lato aiuta i suoi compagni, anche in fase difensiva, ma dall’altro fa perdere efficacia al giovane attaccante. Ora, però, pare aver trovato un giusto compromesse e solo imparando a gestire le forze può diventare davvero un attaccante determinante.
In Nazionale ha fatto tutta la trafila nelle selezioni giovanili e finalmente ha ottenuto anche la convocazione con la Nazionale maggiore. Il primo gol è arrivato durante una sfida contro la Russia ma anche nelle ultime gare di qualificazione ai Mondiali Dusan è riuscito a siglare una marcatura, rendendosi utile ed alimentando il sogno suo e della sua gente, ossia andare in Qatar nel 2022.
Questa estate le big italiane ed europee proveranno in ogni modo a strapparlo alla Fiorentina ma non è detto che ci riescano. Bisogna prima capire le intenzioni di Commisso e molto dipenderà dalla scelta del nuovo allenatore. Se i viola avranno intenzione di recitare un ruolo da protagonisti, Vlahovic potrebbe anche decidere di restare per un altro anno, consacrandosi in Toscana prima di spiccare il volo. Altrimenti il suo futuro pare segnato ed il prossimo anno con Haaland potrebbe sfidarsi direttamente in campo, magari proprio in Champions League.