di Giulio Converti
16 maggio 2010, una data che qualsiasi tifoso dell’Inter farà fatica a scordare. Esattamente 11 anni fa i nerazzurri celebravano vittoriosi il loro quinto scudetto consecutivo, il diciottesimo della loro storia. Una data speciale di un’annata speciale. Infatti, solamente 6 giorni dopo Siena, l’Inter si laureava campione d’Europa diventando la prima squadra italiana a centrare il Triplete. Oggi vorrei ripercorrere con voi quella stagione incredibile, a partire dall’approdo a Milano del principe Milito fino a quel fatidico 16 maggio, dove il percorso (perlomeno in campionato) volgeva al termine nel migliore dei modi.
Rivoluzione
Al termine della stagione 2007/08 l’Inter apporta un cambiamento non da poco in panchina. Infatti, in seguito alla conclusione del rapporto con Roberto Mancini, arriva a Milano José Mourinho, un guerriero che in bacheca conta già una Champions League con il Porto. La prima stagione dello Special One a Milano è certamente positiva: la vittoria del campionato e della Supercoppa Italiana fanno digerire l’amara eliminazione agli ottavi in Europa. Mourinho è un allenatore dalle idee chiare, tanto che conclusa la stagione 2008/09 si siede al tavolo con la società per rivoluzionare la rosa. La missione riesce, specie grazie alle partenze di Cruz, Crespo, Adriano e Luis Figo, con quest’ultimo che si ritira dal calcio giocato. Nel treno delle partenze sale anche un certo Zlatan Ibrahimovic, diretto a Barcellona dato lo scambio con Eto’o. Non si tratta di una partenza da poco: 66 gol e 29 assist in 117 partite facevano di Ibra il goleador dei nerazzurri. Tutte queste cessioni rappresentano un rischio non gradito ai tifosi nerazzurri, che si vedono privati dei giocatori più incisivi degli ultimi anni. L’estate, però, è anche ricca di nuovi arrivi. Oltre al già citato Samuel Eto’o arrivano Lúcio dal Bayern Monaco, Sneijder dal Real Madrid e ultimi, ma non per importanza, Thiago Motta e Milito dal Genoa. La rivoluzione è completata, specie per quanto riguarda il reparto offensivo.
Chi ben inizia…
La Milano nerazzurra quell’anno respira un’aria positiva. Il gruppo è affiatato, l’intesa alta e il mindset di Mourinho vincente. La squadra, però, ha bisogno di un po’ di tempo per conoscersi meglio. La sconfitta in finale di Supercoppa contro la Lazio fa temere i tifosi che quello splendido ciclo iniziato 4 anni prima sia finito. In realtà, quel ciclo sta per raggiungere il suo apice. Il campionato si apre con un pareggio per 1-1 contro il Bari, ma la concentrazione è tutta rivolta al derby previsto per il turno successivo. La prima grande sfida per testare la rivoluzione estiva è proprio il match contro il Milan. Sul campo non c’è partita: 4-0 per i nerazzurri grazie alle reti di Thiago Motta, Milito, Maicon e Stankovic. L’Inter non vinceva un derby con 4 reti di scarto da 35 anni. Una volta passato il test contro i cugini rossoneri, strapassato direi, un’ondata di confidenza travolge Mourinho e i suoi. Dopo 8 giornate, grazie alla vittoria per 5 a 0 in casa del Genoa, i nerazzurri sono in vetta da soli. Non solo, perché nelle successive 6 gare l’Inter conquista 16 punti, allungando sulle concorrenti. Il Milan a -8 con una partita da recuperare non preoccupa: Mou e i suoi terminano il girone d’andata laureandosi Campioni d’Inverno.
…è a metà dell’opera
Oltre alle gioie in campionato, arriva anche la qualificazione agli ottavi di Champions League. Quell’anno qualificarsi non era affatto scontato: in un girone con Dinamo Kiev, Rubin Kazan’ e Barcellona il passaggio del turno arriva solo all’ultima sfida. La sconfitta sul campo dei blaugrana per 2 a 0 obbliga i nerazzurri a vincere contro il Rubin Kazan’ a San Siro. Nel match che non si può sbagliare l’Inter non sbaglia, e grazie alle reti di Balotelli ed Eto’o sconfigge i russi e approda agli ottavi. Le forze impiegate in Europa si riflettono però sul campionato, che diventa un vero e proprio sali e scendi. Il secondo pareggio stagionale con il Bari accorcia le distanze tra nerazzurri e rossoneri. Il derby previsto per il turno dopo vede nuovamente l’Inter vincitore, grazie al solito Milito e a Pandev. Successivamente, l’ottenimento di soli 6 punti in 4 partite consente alle concorrenti di avvicinarsi significativamente. A far paura non è più il Milan, per il momento, ma piuttosto la Roma, che si porta a -5 dai nerazzurri. L’Inter ritrova la confidenza grazie al passaggio degli ottavi ai danni del Chelsea e, nonostante l’ottimo momento dei cugini rossoneri che risalgono fino a -1 dalla vetta, riesce a mantenersi primo in Serie A. Il turno dopo è cruciale: Roma-Inter all’Olimpico può riaprire la stagione come chiuderla. La vittoria dei giallorossi consente alla Roma di portarsi a -1 dalla vetta. Ai ragazzi di Mou serve un’iniezione di fiducia per non perdere la retta via, perché in palio c’è uno Scudetto che fino a un mese prima si dava per scontato. La svolta arriva in Europa: il passaggio dei quarti grazie alle vittorie sul CSKA Mosca riporta l’Inter in semifinale a 7 anni dall’ultima volta contro il Milan. Da lì non c’è più storia. Una vittoria dopo l’altra portano nuovamente i nerazzurri saldamente in vetta (+6 dalla seconda) e la vittoria della Coppa Italia contro la Roma è l’antipasto del meraviglioso finale di stagione.
16 maggio 2010
Il campionato si decide all’ultima giornata. La Roma, infatti, riesce ad arrivare a -2 dai nerazzurri, e in caso di sconfitta o pareggio di quest’ultimi si può tentare il colpaccio. L’Inter è atteso a Siena, in quella che è una partita tanto semplice quanto complicata. Infatti, nonostante si possa pensare che gli avversari toscani fossero abbordabili, il peso di quella partita e il pensiero rivolto alla finale di Champions della settimana successiva sono difficili da sopportare. Per risolvere una partita come quella ci vuole un uomo che non si faccia prendere dalle emozioni, un attaccante glaciale. Guarda caso, l’Inter ha proprio il giocatore che fa al caso suo. La rete dell’onnipresente Diego Milito regala ai nerazzurri il loro quinto scudetto consecutivo, abbattendo i sogni giallorossi e facendo di Piazza Duomo un luogo di festa.
Il resto è storia
Letteralmente, il resto è storia. Quello che accade una settimana dopo il 16 maggio resterà sempre nella memoria di ogni interista. Dopo aver passato le semifinali contro il Barcellona, infatti, l’Inter mette nel mirino una finale di Champions a 38 anni dall’ultima volta. La vittoria del 22 maggio allo stadio Santiago Bernabéu sul Bayern Monaco ha solo un significato: Campioni d’Europa. Anche il quel caso il re della serata è il principe Diego Milito, che con una rete per tempo mette ko i tedeschi. A 11 anni da quell’annata memorabile l’Inter torna a vincere il campionato, il suo diciannovesimo. Certo, i tempi e il gioco sono cambiati molto, e vivere di ricordi non è mai bello. Tuttavia, ogni tifoso interista sa che certi ricordi come questo non si dimenticano, vanno sempre portati con sé.