di Giuseppe Pastore
32 gol in 8 partite, di cui ben ventidue in trasferta: la prima giornata a schermi pieni del 2022 inizia col botto, con un record storico a cui manca una sola rete per essere ulteriormente migliorato. 22 gol in trasferta sono infatti record storico eguagliato nella storia della serie A: era già successo altre tre volte, nel 2012-13 (38^ giornata), nel 2014-15 (35^ giornata) e nel 2016-17 (33^ giornata). Un insigne statistico come Giorgio Sigon ha fatto anche notare su Twitter la successione dei gol delle squadre vincenti in trasferta: 1 (Spezia), 2 (Salernitana), 3 (Milan), 4 (Juventus), 5 (Sassuolo) e 6 (Atalanta). E mancano ancora due partite, Torino-Fiorentina e Cagliari-Bologna, per spostare l’asticella sempre più su. Ma questa era solo l’anteprima di una nuova rutilante puntata de Le Statistiche Inutili!
Ciproverò ancora
Prima vittoria anche per la Salernitana del nuovo proprietario Danilo Iervolino, allo stato attuale l’unico presidente della storia della serie A con il 100% di vittorie. Ancora più visionaria la statistica che vuole che oltre la metà degli 11 punti dei campani siano stati ottenuti in una regione che non è quella di appartenenza: ovvero non la Campania ma il Veneto, per effetto delle vittorie per 1-2 a Venezia e a Verona. Al Bentegodi il gol da tre punti è arrivato con una splendida punizione di Grīgorīs Kastanos, il che fa entrare nella mappa del gol della serie A anche CIPRO! Speriamo che sia un benevolo effetto della nuovissima variante Deltacron, scoperta nel simpatico isolotto qualche giorno fa. Il numero di Paesi che non hanno mai segnato in serie A pur avendo avuto un rappresentante scende dunque a otto: Estonia, Guinea-Bissau, Giamaica, Principato di Monaco, Somalia, Repubblica Dominicana, Bolivia e Suriname. Vi lasciamo una clip su Kastanos presa da Youtube e incongruamente intitolata “The Maestro”. Speriamo non sia ironica.
Il mattino ha l’Ibra in bocca
C’è ancora qualche record che Ibrahimovic non ha ancora infranto o migliorato? In realtà sì, e ne arriva praticamente uno alla settimana. Nella sua prima trasferta veneziana della sua vita, Zlatan (che vuol dire “dorato” visto che deriva dallo slavo zlato, “oro”) ha timbrato il cartellino mai così presto nella sua venticinquennale carriera: dopo 119 secondi, o per meglio dire alle ore 12:32 del fuso orario di Roma. 41 minuti prima del precedente record che risaliva al 10 settembre 2016, quando aveva fatto gol al Manchester City alle 13:13 sul meridiano di Greenwich. Così facendo, Ibrahimovic ha segnato almeno un gol in gare ufficiali per il 24° anno solare consecutivo, eguagliando sui nostri schermi la striscia di Francesco Totti che vanta un gol con la Roma dal 1993 al 2017. Com’è noto la carriera di Ibra è più variegata e inizia dal 30 ottobre 1999, in un Malmoe-Västra Frölunda di campionato svedese. Chi offre di più?
Pericolo di Viti
Persino un Empoli-Sassuolo qualunque offre il destro per un record leggendario, che ci invita alla riflessione come le cose avvengano sempre più in fretta, nel virtuale e nel reale. Chiediamolo a Mattia Viti, il difensore empolese classe 2002 che ha rimediato la sua prima espulsione in serie A in maniera irripetibile: prima trattenuta a centrocampo su Berardi, prima ammonizione, punizione, lancio lungo di Maxime Lopez per Berardi, seconda trattenuta e seconda ammonizione. Il tutto in 23 secondi. Dagli annali salta fuori la doppia ammonizione rimediata da Marco Capuano in Chievo-Frosinone del 29 dicembre 2018, ma in quel caso i due gialli erano arrivati all’interno della stessa azione, prima fallo su Depaoli e poi su Birsa, con il fiscalissimo arbitro Rocchi a punirli entrambi. Qui invece c’è stata addirittura un’interruzione di mezzo: ancora più difficile.
Cinquina!
Sembra una cosa da niente, ma riuscite al volo a ricordare l’ultima volta che una squadra di serie A ha segnato almeno cinque gol mandando a referto solamente giocatori italiani come ha fatto il Sassuolo (Berardi, Raspadori, Scamacca, Raspadori, Scamacca) a Empoli? Bisogna andare molto indietro, bypassare gli squadroni del Nord e del Sud infarciti di stranieri e citofonare a casa Chievo Verona, che in un altro Chievo-Frosinone, stavolta disputato il 20 aprile 2016 e finito 5-1, mandò a segno Floro Flores, Pellissier, Rigoni, Sardo, e ancora Pellissier.
L’incubo di Genova
Già Napoli-Sampdoria sarebbe passata alla storia per il debutto in blucerchiato del General venezuelano Tomas Rincon, che così facendo è diventato il primo calciatore della storia a militare in serie A con le due squadre torinesi e le due genovesi. Ma Andrea Petagna ha voluto renderla vieppiù indimenticabile, segnando un gol bellissimo e bruttissimo allo stesso tempo, un’acrobazia spettacolare compiuta con una grazia da rimorchio auto. E così segnando, il Petagnone è diventato il primo giocatore della storia della serie A a fare gol nella stessa giornata di andata e ritorno, con la stessa maglia, ma a due squadre diverse. Entrambe genovesi: ieri alla Samp, il 29 agosto 2021 al Genoa. Per effetto del celeberrimo calendario asimmetrico, nel resto della giornata l’hanno imitato Lorenzo Pellegrini, Tammy Abraham e Ciro Immobile.
Lo conosci, lo conosci
L’amarezza per l’infortunio di Federico Chiesa è tanta (sempre in un Roma-Juventus di gennaio, due anni fa, si erano fatti molto male anche Zaniolo e Demiral), ma anche la gioia. Per la seconda volta nella sua storia la Juventus vince una partita 4-3 rimontando da 1-3: era capitato solamente il 16 dicembre 1928 in casa della Pro Vercelli, nell’ultimo campionato della storia prima dell’adozione del “girone unico”. Meno eclatante l’impresa di Wojciech Szczesny, perché non è la prima volta che un portiere riesce a parare un rigore alla stessa squadra sia all’andata che al ritorno nello stesso campionato: l’ultimo a riuscirci era stato Gigio Donnarumma, che con il Milan 2016-17 aveva stregato i torinisti Belotti e Ljajic. E parare due rigori alla propria ex squadra, invece? Anche qui non c’è da andare troppo indietro: merito di Andrea Consigli, che con il Sassuolo 2015-16 ipnotizzò gli atalantini Maxi Moralez e Denis.
Chi Mou l’ha fatto fare
Il rovescio della medaglia è ancora una volta tutto di José Mourinho: dopo 33 stagioni la Roma torna a trangugiare l’amaro calice di sentirsi Rometta. Succedeva nel 1988-89, quando all’Olimpico banchettavano tutte insieme la Juventus (1-3, 8 gennaio 1989, reti di Altobelli, Rui Barros e Cabrini), il Milan (1-3, 22 gennaio 1989, reti di Tassotti, Van Basten e Virdis) e l’Inter (0-3, 12 marzo 1989, reti di Matthaeus, Serena e Diaz). Nove gol allora, nove gol oggi: i giallorossi avevano completato quello sfacelo di stagione anche perdendo i rispettivi scontri in trasferta, obiettivo per il quale Mourinho è sulla buona strada, avendo già perso allo Stadium e nel San Siro milanista. Gli manca solo la trasferta in casa Inter, a occhio e croce non semplicissima. È inoltre la seconda volta in carriera che il portoghese subisce quattro gol in casa: era successo solo in un incredibile Chelsea-Bradford 2-4 di FA Cup, il 24 gennaio 2015, e anche in quel caso i suoi avevano dilapidato in modo ineffabile un vantaggio di due reti.