Lo scorso 16 febbraio è caduto il secondo anniversario dell’ultimo gol su punizione della carriera di Paulo Dybala: Juventus-Brescia, vittima il terzo portiere delle rondinelle Lorenzo Andrenacci, battuto al 38′ del primo tempo. Da lì in avanti più niente, e per un campione da dieci gol su calcio piazzato in serie A è una notizia che fa quasi scalpore: e c’entra solo relativamente la pandemia che si abbatté sul nostro Paese di lì a poche settimane, colpendo duro anche la Joya, uno dei calciatori a contrarre il virus nella sua forma più virulenta.
Dybala ha attraversato due anni di smarrimento da cui sembra uscire solo saltuariamente: adesso i tifosi confidano che l’arrivo di Vlahovic gli abbia dato nuovo smalto, ma il suo contratto in scadenza il 30 giugno non è ancora stato rinnovato nonostante una telenovela lunga mesi che non promette molto di buono. La sua supremazia tecnica sui calci piazzati, messa in discussione dal capriccioso Ronaldo che in bianconero ha preteso di tirare 71 punizioni, segnandone solo una contro il Torino, sua unica vittima nel derby del 4 luglio 2020.
In questi due anni, da quel primo tempo contro il Brescia in avanti, Dybala ha calciato 15 punizioni tra campionato e Champions senza mai segnare. Il bilancio dettagliato parla di sette tiri sulla barriera, quattro fuori dallo specchio della porta, tre parate (due da Zoet nella stessa partita, Spezia-Juventus dello scorso 22 settembre) e una finita sulla parte alta della traversa, allo scadere di Juventus-Atalanta 0-1 del 27 novembre 2021, che rimane l’ultima sconfitta in serie A della squadra di Allegri. Dopo un’astinenza su punizione che è durata un intero anno solare (cosa che alla Juventus non capitava dal 1989), i bianconeri sono tornati a timbrare il cartellino lo scorso mese in coppa Italia contro la Sampdoria per merito di Cuadrado. Lo stesso Dybala ha ritrovato un po’ il feeling con le palle inattive pennellando uno splendido corner per il colpo di testa di Danilo nei minuti di recupero della partita di domenica sera a Bergamo. Ma per una squadra che non ha lesinato magie da fermo da Zidane a Del Piero, da Platini a Pirlo, da Tevez a Pjanic, il dibattito resta aperto: chi è oggi il primo tiratore di punizioni della Juventus? Potrebbe infatti avanzare qualche pretesa anche Dusan Vlahovic, che in questo campionato ha segnato un bellissimo gol in Fiorentina-Cagliari ma non ha ancora avuto modo di mettersi alla prova in bianconero. E a dicembre ne ha tirata una persino l’argentino Matias Soulé, classe 2003, meno di dieci minuti giocati in serie A, ma sufficienti per avere una grande chance all’ultima azione di Venezia-Juventus: risultato di 1-1, punizione dal limite, ma barriera piena.