Il Napoli vince all’Olimpico all’ultimo tuffo con il sesto gol su sei da fuori area di Fabian Ruiz, che aggancia Gokhan Inler (Napoli 2012-13) e Radja Nainggolan (Cagliari 2019-20) nella peculiare classifica di chi ha segnato più gol in una singola stagione segnandoli solo da fuori area (una classifica che limitiamo all’era contemporanea per mancanza di immagini e soprattutto perché siamo molto pigri). In un fine settimana nefasto e preoccupante per motivi extra-calcistici, la serie A si conferma il campionato più incerto d’Europa, nonché fucina inesauribile di fatti strani e Statistiche Inutili.
Dieci Signore per me
A un certo punto del suo sabato pomeriggio a Empoli, la Juventus è arrivata a infilare dieci marcatori consecutivi diversi in serie A. La striscia era iniziata sul 3-2 di Roma-Juventus con la rete di Locatelli ed era poi proseguita con Kulusevski, De Sciglio, Dybala, McKennie, Vlahovic, Zakaria, Danilo, De Ligt e infine Kean. L’uno-due di Vlahovic ha chiuso imperiosamente la sequenza, impedendo ai bianconeri di Allegri di eguagliare la striscia da record della gestione Ranieri, che tra il 31 gennaio 2009 (Juventus-Cagliari 2-3) e il 14 marzo 2009 (Juventus-Bologna 4-1) era arrivata addirittura a undici: Nedved, Iaquinta, Poulsen, Amauri, Sissoko, Trezeguet, Marchisio, Chiellini, Salihamidzic, Giovinco e dulcis in fundo Alex Del Piero. Non è record – sempre di poco – nemmeno il gol del polacco Zurkowski, che è diventato appena il penultimo cognome in ordine alfabetico a segnare ai bianconeri in serie A: la maglia nera rimane sempre Mario Zurlini del Napoli, che fece gol alla Vecchia Signora in un Juventus-Napoli 4-1 del 7 marzo 1971.
Il Mago Nicola
Cose magiche a Salerno: merito di Davide Nicola, al quale il modo di dire “ha azzeccato i cambi” sta decisamente stretto. Al 70′ di Salernitana-Bologna ha mandato in campo tutti insieme Zortea, Mousset e Perotti: sembrava un triplice ricorso alla disperazione, ma 35 secondi dopo Perotti ha toccato per Mousset che ha appoggiato per Zortea che ha infilato alle spalle di Skorupski il pallone dell’1-1. Questo gol lampo del veneto Nadir Zortea, nato a Feltre (Belluno), ci ha fatto tornare in mente uno dei record più curiosi della storia della serie A, risalente a un altro Salernitana-Bologna disputato il 25 aprile 1999: quello dello straniero che ci ha messo di meno a segnare in serie A. Si trattava dell’oscuro serbo Aleksandar Kristic, che fu mandato in campo da Francesco Oddo allo scadere del match (sul 3-0) e 25 secondi dopo calò personalmente il poker. Com’è noto, non è record assoluto perché quello – apparentemente imbattibile – appartiene ad Alberto Paloschi (18 secondi) in Milan-Siena 1-0 del 10 febbraio 2008.
Simeone-two-three
Di attaccanti argentini che segnano a portieri argentini è pieno il mondo: ma quante triplette vi ricordate come quella di Giovanni Simeone al suo connazionale Romero? Come spesso succede in questa stimabile rubrica, non è la prima volta che una Statistica Inutile accade: c’è sempre un precedente, un cassetto della memoria dimenticato aperto. Perciò oggi torniamo al 14 novembre 2010, quando al Barbera di Palermo andò in scena lo show del Flaco Javier Pastore, capace di rifilare una tripletta all’altro argentino Mariano Andujar, nel delirio della Favorita. E vi mostriamo pure le immagini! Il secondo hat-trick del Cholito (che alla Lazio ne aveva fatti quattro), abbinato a quello di Barak contro il Sassuolo, porta a tre il totale di triplette stagionali del Verona: tante quante l’Hellas ne aveva segnate nella sua intera storia in serie A, ad opera di Emanuele Del Vecchio (5 gol alla Sampdoria il 9 febbraio 1958), Vincenzo Traspedini (tre gol al Pisa il 10 novembre 1968) e Giorgio Mariani (tre gol alla Sampdoria il 26 marzo 1972).
Il signore in giallo
Ovvero Gianluca Mancini, primatista di ammonizioni nel presente campionato 2021-22. Sono già undici, di cui incredibilmente nove nelle ultime nove partite, tra cui Milan-Roma in cui ha concesso il bis di cartellini per la gioia dei tifosi rossoneri. Ancora più notevole, per un difensore, il fatto di aver rimediato in quattro delle ultime cinque partite il giallo nel primo tempo, laddove in teoria gli arbitri sono più permissivi e i difensori più accorti. Il Mancio è ampiamente in corsa per insidiare il record assoluto di un altro ex romanista come Daniele Conti, che finì ammonito sedici volte con il Cagliari nella stagione 2012-13. Qui però vi mostriamo tutti i suoi gol.
Tammy ben 99 minuti
Il perfetto rigore di Tammy Abraham trasformato al 98’04” di Spezia-Roma è il gol più tardivo della storia della Roma, almeno per quanto riguarda i tempi supplementari? Pare proprio di sì: il primato precedente apparteneva a Daniele De Rossi in Roma-Cagliari 1-2 dell’11 settembre 2011, infelice esordio in serie A del tecnico spagnolo Luis Enrique. Il gol di Capitan Futuro al 96’03” non servì ai giallorossi ad evitare la sconfitta e, undici anni dopo, nemmeno a tenersi il primato del gol più “after hours” della storia del club. Abraham testa e coda: quest’anno aveva segnato anche dopo meno di un minuto contro l’Atalanta.
La mano del Diavolo
Checché ne dica l’ineffabile Pierpaolo Marino, pare proprio che il gol di Destiny Udogie contro il Milan sia stato segnato di braccio, in una beffarda ricorrenza di risultato, colori sociali avversari e polemiche arbitrali nel decimo anniversario del famigerato gol di Muntari (ex Udinese!). Non è facile trovare statistiche certe sulle reti segnate con una parte del corpo così poco nobile (almeno calcisticamente), ma è qui che le Statistiche Inutili vi vengono incontro: a scanso di smentite e dimenticanze, pare proprio che l’ultimo gol subito di braccio-mano dai rossoneri risalisse a un derby del 15 febbraio 2009, sempre nella porta sotto la Curva Sud. Firma nobilissima: niente meno che Adriano Leite Ribeiro, che col braccio si aiutò per buggerare il connazionale Dida.
Counting Every Blessin
Aggiorniamo le statistiche sull’incredibile Alexander Blessin, arrivato a cinque pareggi su cinque partite allenate in serie A. Solo in due tengono il suo passo: Sinisa Mihajlovic (Bologna 2008-09) e Vujadin Boskov, che così debuttò sulla panchina dell’Ascoli 1984-85 in coppia con Mario Colautti perché zio Vuja non era ancora provvisto del patentino per poter allenare in serie A. Ma ecco un’altra statistica al limite del paranormale, con cui vi salutiamo invitandovi a riflettere: nelle cinque partite di Blessin da allenatore, il Genoa non ha mai segnato né subito alcun gol nei secondi tempi.