Giornata in tono minore, senza circostanze particolarmente eclatanti (almeno in serie A): per esempio, tutto quello che riusciamo a dirvi del big-match Napoli-Milan è che i rossoneri non vincevano al San Paolo/Maradona per due stagioni consecutive dal 1953-1955. Ah, e poi Pioli non aveva mai battuto Spalletti. Ah, e Giroud ha segnato il suo primo gol lontano da San Siro dopo sette mesi. Ah, e Theo Hernandez è arrivato a 49 cartellini procurati per gioco falloso dai suoi avversari in due anni e mezzo. Un po’ poco, no? Ma non temete, anche oggi non rimarrete senza la vostra tripla razione di Statistiche Inutili.
Cinque più cinque
L’Inter ripete la lezione alla Salernitana, uscita frastornata già lo scorso dicembre all’Arechi: un altro 5-0, un bis che non ha precedenti nella storia della serie A. Non era infatti mai successo che una squadra perdesse due volte 5-0 contro la stessa avversaria nella stessa stagione: c’era semmai un caso, piuttosto singolare, di 5-0 per entrambe le squadre all’andata e al ritorno. Ci riferiamo naturalmente all’indimenticabile Como-Lucchese della stagione 1950-51: 5-0 in riva al Lago il 14 gennaio 1951, 5-0 a Lucca il successivo 17 giugno, con entrambe le squadre felicemente salve a fine stagione. Erano 24 anni che l’Inter non segnava un totale di dieci gol alla stessa malcapitata avversaria: si trattava del Lecce ed era l’anno 1997-98, la celebre mitologica prima stagione italiana di Ronaldo il Fenomeno che difatti, della doppia manita rifilata ai salentini (5-1 al Via del Mare, 5-0 a San Siro), firmò in prima persona il 50% delle reti (le altre cinque furono segnate da Ganz, Cauet, Milanese e due volte da Djorkaeff). Man of the match il redivivo Lautaro Martinez, primo giocatore della storia dell’Inter a segnare una tripletta di venerdì: considerando anche le Coppe Europee, i nerazzurri hanno a questo punto servito un hat-trick in tutti i giorni della settimana a eccezione del lunedì.
Vedo doppio
Statistica inutile ma molto bizzarra: con le marcature multiple di Lautaro e Dzeko alla Salernitana, l’Inter ha rifilato (almeno) una doppietta a 65 squadre delle 67 incontrate nella sua storia in serie A. Le uniche eccezioni sono lo Spezia (che però il prossimo 16 aprile dovrà difendersi dal miglior attacco del campionato) e a sorpresa il Catanzaro, che in quattordici partite di serie A contro i nerazzurri ha sempre concesso agli avversari di segnare non più di un gol a testa e persino nel 5-0 subito a San Siro il 9 gennaio 1983 incassò una rete a testa da Salvatore Bagni, Alessandro Altobelli, Hansi Muller, Gabriele Oriali e il brasiliano Juary, in un pomeriggio in cui l’unico brivido fu un’improvvisa sospensione per nebbia a dieci minuti dalla fine che rischiò di far andare in fumo l’intera partita.
Il gioco dei 9
Titolo da Fininvest dei tempi d’oro per un’altra gardenia all’occhiello della premiata ditta Berlusconi & Galliani, il cui Monza ha sbancato il Tombolato di Cittadella in doppia inferiorità numerica grazie alla rete di Patrick Ciurria nei minuti di recupero. Non è la prima volta che una squadra di serie B vince in nove contro undici (era successo per esempio al Livorno di Walter Mazzarri il 25 ottobre 2003 contro il Como, battuto 2-1 nonostante la doppia espulsione di Cannarsa e Ciaramitaro). Non è la prima volta che una squadra di proprietà di Berlusconi vince in nove contro undici: era successo l’8 febbraio 2017 al Milan corsaro a Bologna con un guizzo di Pasalic nonostante i due rossi a Kucka e Paletta (difensore attualmente al Monza, ma indisponibile a Cittadella). Berlusconi è però il primo presidente della storia del calcio italiano a riuscire nell’impresa in serie A e serie B: complimentoni!
La posta di Cronache
L’amico @RichiCorel su Twitter ci chiede: c’era mai stata una sostituzione più “bassa” come quella operata da Giampaolo nel secondo tempo di Udinese-Sampdoria, fuori Stefano Sensi (1,68) e dentro Sebastian Giovinco (1,63), ovvero 331 centimetri d’altezza in due? Ebbene, la risposta è sì: bisogna cercare nell’Atalanta 2014-15, quando in attacco giostravano i pesi piuma Maxi Moralez (1,60) e Alejandro Gomez (1,67). L’ultima volta era accaduta il 25 ottobre 2015, quando in Juventus-Atalanta Edy Reja aveva levato al 52′ “el Frasquito” per inserire il Papu: 3 metri e 27 dovrebbero bastare come record assoluto.
Penzo che fosse rigore
In Venezia-Sassuolo show di Luca Pairetto, che realizza un’impresa mai riuscita al più illustre papà Pierluigi: fischiare quattro rigori nella stessa partita di serie A. è la nona volta che succede nel nostro campionato (l’ultima in Inter-Genoa 5-4 del 1° aprile 2012, arbitro Valeri). Sempre la stessa Inter-Genoa è l’ultima partita in cui una squadra in trasferta aveva avuto tre rigori a favore, anche allora tutti trasformati (due da Gilardino e uno da Palacio). In generale era successo anche in Udinese-Sampdoria 4-0 del 30 settembre 2017, quando i padroni di casa si erano presentati tre volte dal dischetto con tre giocatori diversi, De Paul, Maxi Lopez e Fofana. A festeggiare è stato il Sassuolo in ogni suo effettivo, a cominciare dal portiere Andrea Consigli che ha parato (ad Aramu) il ventesimo rigore in serie A! O è il ventunesimo? Perché il pomo della discordia è un penalty calciato sul palo da Roberto Inglese in Sassuolo-Chievo del 12 febbraio 2017, che il portiere neroverde ha sempre sostenuto di aver deviato sul montante (e pare che ci fosse anche la conferma di Inglese). Quindi, che facciamo? Facciamo ventuno? Come diceva Fabio Caressa negli anni Novanta: le immagini ci sono, giudicate voi.
Genoan History X
Avendo finito i giochi di parole su Blessin siamo un po’ in difficoltà nel commentare l’ennesimo pareggio del Grifone, il sesto consecutivo: non ci sono precedenti di allenatori che debuttano in serie A senza mai vincere né perdere per sei turni, e vedremo quando intenderà fermarsi Blessin (il cui Genoa continua a non segnare né subire gol nel secondo tempo). Però la classifica è sotto gli occhi di tutti e vede il Genoa sempre più impantanato, a causa dell’unica vittoria in 28 partite ottenuta nell’ormai preistorica gestione Ballardini (un 3-2 in rimonta a Cagliari alla terza giornata). Nell’ultimo mezzo secolo di serie A, quante squadre avevano vinto appena una partita nelle prime 28 giornate? Prima del Genoa di Ballardini-Shevchenko-Konko-Blessin, appena tre: il Chievo 2018-19 di D’Anna-Ventura-Di Carlo, il Catania 1983-84 di Di Marzio-Fabbri e soprattutto il mitologico Ancona 2003-04 di Menichini-Sonetti-Galeone che aspettò la 29^ giornata per stappare lo champagne, con un 3-2 al Bologna che comunque non gli evitò una retrocessione vagamente ignominiosa.
Un cortomuso è per sempre
Ennesima vittoria di misura della Juventus 2021-22, arrivata all’ottavo successo in campionato con un solo gol di scarto, mentre altre sette vittorie sono arrivate per 2-0. Il che vuol dire che dopo 28 giornate la Juventus non ha mai vinto nemmeno una volta con tre gol di scarto o più: allargando il raggio anche alle altre competizioni, è successo solo in Coppa Italia contro la Sampdoria (4-1) e in Champions contro il tenero Malmo (0-3). C’è mai stato un intero campionato in cui la Juventus, macchina da vittorie domestiche per eccellenza, non sia mai andata oltre il +2: sì, è successo nell’annata 1968-69, conclusa con un modesto quinto posto sotto la guida del “ginnasiarca” Heriberto Herrera. Da quella stagione beccatevi allora questo gustoso 1-0 all’Inter firmato dal tedesco Haller, nel ventennale della tragedia di Superga.