Vent’anni, 517 presenze e 139 reti non si dimenticano facilmente. Sergio Pellissier era innamorato del suo Chievo e quando la società di Luca Campedelli è sparita dal professionismo è stato lui che ha provato a salvarla. Alla fine non è stato possibile, ma non si è arreso ed è ripartito da zero con una sua creatura. Una storia nuova. La Clivense, iscritta al campionato di Terza categoria.
Lui è il presidente, ma il 13 aprile, nel giorno in cui la squadra potrebbe vincere il proprio campionato (al momento ha 9 punti in più della seconda) scenderà in campo di nuovo. A inizio stagione aveva deciso di tesserarsi nella speranza di poter giocare qualche partita insieme ai suoi ragazzi, rivivere nella passione, legare il suo nome a quello della Clivense e chi ha deciso di seguirlo. Era fermo da due anni e mezzo, però tra un impegno e l’altro ha provato a rimettersi in forma. Poi c’è stato il Covid che ha interrotto il torneo. Finalmente il suo esordio ha una data ufficiale, 24 ore dopo il suo 43esimo compleanno. E come sempre indosserà la numero 31.
Pellissier e quella promessa…
In occasione della gara contro l’US Pozzo, infatti, Pellissier si metterà a disposizione di Riccardo Allegretti, anche lui ex calciatore di Serie A passato pure dal Chievo. L’uomo che ha scelto come allenatore. «Ogni promessa è debito» commenta Pellissier. «Mi sembrava giusto mantenerla proprio per ringraziare i tantissimi sostenitori della nostra società e del nostro progetto». «Sono contento che Sergio abbia deciso di scendere in campo. Lui è un esempio per tutti i ragazzi che stanno giocando. In queste settimane di allenamento si è messo a disposizione da professionista quale è – aggiunge Allegretti -. Mi auguro che sia una bellissima festa, ma soprattutto che i nostri ragazzi prendano spunto da un grande campione».
La storia della squadra
La Clivense di Pellissier è nata in fretta, e quando è successo la stagione era ormai alle porte. Da qui l’idea di far partire un casting per allestire la rosa, al quale hanno partecipato migliaia di persone pronte a rinunciare al lavoro, agli studi, a categorie superiori per raccogliere l’eredità di una bella favola del calcio italiano e stare al fianco di una delle ultime bandiere che il nostro campionato ha conosciuto. Una società, il Chievo, che è partita dalla base e ha giocato in tutti i livelli federali fino alla Serie A e alle coppe europee.
L’ex attaccante, pronto a riprendere a segnare a 43 anni, spera di accorciare il percorso della sua squadra salendo in D già nella prossima stagione. Il sogno, invece, è raggiungere il professionismo entro 5 anni. Certo, senza perdere mai d’occhio la stabilità finanziaria perché la prima ferita è arrivata in profondità e ogni tanto brucia ancora. I tifosi hanno preso a cuore il suo progetto: erano in mille il giorno dell’esordio in Terza categoria, un numero assurdo, compresa la frangia storica del tifo clivense. Per il ritorno in campo della loro leggenda è lecito aspettarsene altrettanti. Se non di più, capienza permettendo. Tra l’altro in squadra, in queste settimane, si sta mettendo in luce anche un altro bomber. Lui però non gioca davanti, ma in porta…