Le Statistiche Inutili della 31esima giornata di Serie A

by Giuseppe Pastore
Statistiche inutili serie A

Useless Stats, ovvero statistiche inutili, dalla Premier League, dove il Brentford di Christian Eriksen ha saccheggiato Stamford Bridge ed è diventata la prima neopromossa della storia del calcio a segnare 4 gol in casa dei campioni d’Europa in carica. Nutzlose Statistiken dall’Europa-Park Stadion di Friburgo, dove per una svista arbitrale il Bayern Monaco ha giocato in dodici per una manciata di secondi (non ci sono precedenti in serie A, almeno nella sua era televisiva). Estadísticas Inútilesal Balaidos di Vigo, dove il Real Madrid è tornato ad avere tre rigori in una partita di campionato dal 1958: l’ultima volta era capitato sempre contro il povero Celta Vigo, quella volta in casa, per effetto di un triplice fallo di mano del difensore Antoni Gausì, quasi omonimo del visionario architetto catalano, di cui purtroppo non esistono riflessi filmati. Nutteloze Statistikien dall’Eredivisie con Giacomo Quagliata che ha portato in vantaggio l’Heracles sul campo del Fortuna Sittard, diventando così il quarto giocatore italiano a segnare una rete nella storia del campionato olandese dopo Marco De Marchi (Vitesse), Graziano Pellé (AZ e Feyenoord) e Kingsley Boateng (NAC). Insomma, non vorremo mica parlare di declino del calcio italiano anche qui? Fortunatamente no: leggete un po’ cos’è successo nel weekend.

Dio(nisi) delle città

“Qual è la cosa più bella di Milano? Er treno pe’ Roma!”. La battuta, tramandata da generazioni di studenti e lavoratori fuori sede sospiranti al pensiero della Capitale davanti al cielo grigio della città del panetùn, verrebbe volentieri ribaltata da Alessio Dionisi: la sua prima stagione da allenatore di serie A si concluderà con un clamoroso 6 su 6 a San Siro (1-3 vs Milan, 0-2 vs Inter) ma anche con due sconfitte su due all’Olimpico (entrambe per 2-1). Negli ultimi dieci anni di serie A era capitato solo a Marco Giampaolo (Sampdoria 2016-17) e Stefano Colantuono (Atalanta 2013-14), due squadre che sono una spia del decennio difficile che ha attraversato il calcio meneghino. Ma all’epoca si trattava appunto di un’Inter e un Milan in grave crisi, al contrario di questa stagione in cui le due milanesi sono nettamente avanti alle due romane: che Dionisi ci sia riuscito proprio nel 2021-22 rende questa Statistica Inutile ancora più degna di nota.

Sunday Night Show

E apriamo orsù l’ampia pagina di Juventus-Inter, che in realtà è costellata di prime e seconde volte. L’Inter diventa la prima squadra a vincere due volte in serie A allo Juventus Stadium, dopo essere stata la prima a sbancarlo nel novembre 2012 (1-3 in rimonta, allenatore Stramaccioni). Simone Inzaghi diventa il primo allenatore a vincerci due volte, dopo aver portato via i tre punti con la Lazio nell’ottobre 2017 (1-2 in rimonta, doppietta di Immobile e rigore fallito da Dybala allo scadere). L’Inter non faceva almeno 4 punti contro la Juve dal 2008-09, primo anno dell’Era Mourinho (1-0 a San Siro, 1-1 a Torino). La Juventus non vinceva nessuna delle quattro partite contro Milan e Inter dal 2003-04, ultimo anno dell’Era Lippi, quando aveva racimolato appena un punto su dodici. Hakan Calhanoglu ha segnato (ancora su rigore) il suo primo gol contro la Juventus, al quindicesimo tentativo. Prima del rigore di Calhanoglu, l’ultimo gol turco in serie A contro la Juventus risaliva al 6 gennaio 1963: Juventus-Venezia 2-1, gol del momentaneo pareggio di Can Bartù, detto “il Barone”, elegante centrocampista che con la Turchia ebbe presenze in Nazionale sia nel calcio che nel basket. Se volete sapere tutto di lui, eccovi un pratico video di 11 minuti.

Curre curre guagliò

Questa non è una delle Statistiche Inutili, anzi magari vi servirà come spunto di riflessione a un aperitivo impegnato o una cena di lavoro. A Bergamo, Alessandro Zanoli è diventato il primo giocatore della storia del Napoli nato dal 2000 in avanti a partire titolare in una partita di serie A. Siccome siamo già nella primavera 2022, il ragazzo ha già 21 anni suonati: non sono pochissimi. I primi 2000 a esordire da titolari in serie A risalgono al 2016-17 (il genoano Pellegri e il palermitano Ruggiero): da allora, considerando le squadre che hanno giocato in serie A per sei stagioni su sei, solamente Lazio, Inter e Fiorentina hanno dimostrato la stessa avarizia del Napoli in materia di giovincelli, schierando rispettivamente i soli Raul Moro (Torino-Lazio del 23 settembre 2021), Sebastiano Esposito (Inter-Genoa e Udinese-Inter del 2019-20) e il più celebre Dusan Vlahovic. I più virtuosi in questo senso sono quelli dell’Hellas Verona, che pur saltando alcune stagioni hanno già fatto esordire dieci diversi nati dal 2000 in avanti: Coppola, Salcedo, Ilic, Pandur, Kean, Lovato, Kumbulla, Colley, Sutalo e Cancellieri.

Porto bene, porto male

Cose da loucas in Udinese-Cagliari, in cui cinque gol su sei (fa eccezione l’argentino Molina) sono stati segnati da tre diversi giocatori tutti di lingua portoghese, ma calcisticamente appartenenti a tre diversi Paesi: l’italiano Joao Pedro, il brasiliano Becao e il portoghese Norberto Bercique Gomes Betuncal, per brevità chiamato Beto. Quest’ultimo è diventato nella ripresa il secondo portoghese della storia del calcio a segnare una tripletta in serie A dopo il vagamente più celebre Cristiano Ronaldo dos Santos Aveiro. La cosa veramente mind-blowing è che Beto e Ronaldo hanno segnato in tutto tre triplette in serie A, in tre campionati diversi, ma tutte incredibilmente contro il Cagliari.

L’ultima delle Statistiche Inutili: Creuza de Mou

Al quarto tentativo in carriera José Mourinho è finalmente riuscito a vincere in casa della Sampdoria. Nel Ferraris blucerchiato Mou aveva pareggiato 1-1 nel 2008, la sera dell’esordio in serie A, e perso altre due volte nel 2009, una in coppa Italia (3-0) e una in campionato (1-0) all’alba della stagione del Triplete. Resta dunque una sola squadra a cui lo Special One ha fatto visita ben quattro volte senza mai essere riuscito a vincere: curiosamente è il suo amato Porto, visitato tre volte con il Chelsea e una nel novembre 2001 con il piccolo Uniao Leiria, quando Mourinho era ancora un tecnico semi-sconosciuto che diede battaglia ai Dragoes ma uscì sconfitto per 2-1. Ancora più curiosamente, nella partita di ritorno, finita 1-1, Mourinho si ritrovò dall’altra parte della barricata: aveva risolto il contratto con il Leiria a gennaio per accasarsi proprio… a Porto, dove nel giro di due anni avrebbe vinto Coppa UEFA e Champions League. Ecco il giovane Mou in un’intervista di oltre vent’anni fa.

Alla prossima settimana con le Statistiche Inutili italiane ed europee.