Sei gol e due assist nelle ultime sei partite con l’Atlético. Dieci in stagione, contando Champions (1) e Copa del Rey (1). Tanti quanti l’anno scorso – 7 in campionato, 3 in Champions – mentre al primo anno si era fermato a nove. Ora mancano almeno 8 partite, più due di Champions – contro il Manchester City, dopo che l’Atlético ha già eliminato lo United – e c’è tutto il tempo per migliorare lo score. Pure la matematica incensa la crescita di João Félix. Che sabato sera, dopo il 4-1 al Deportivo Alavés in cui il portoghese ha fatto doppietta e assist, ha dedicato a Simeone la performance: «Siamo con lui, nei momenti buoni e in quelli negativi». Cambio di passo. Poco più di un anno fa, infatti, non sfuggiva un labiale galeotto di João Félix all’indirizzo del tecnico: «Chiudi quella dannata bocca». Il Cholo, tra bastone e carota, aveva scelto la seconda: «È arrabbiato con me e continuerà a esserlo, però alla fine mi ringrazierà». Ecco, appunto. Contro l’Alavés, sabato, João gioca una delle sue migliori partite da quando è a Madrid: «Suárez mi ha chiesto di fare doppietta, mi ha al fantacalcio», ride. Detto, fatto.
João Félix vs Alavés:
94 minutes
2 goals
1 pre-assist
52 touches
83,9% passing accuracy
1 big chance created
3 key passes
2 shots on target
3/3 successful dribbles
3/5 long balls accuracy
6/8 ground duels won
2/3 aerial duels won
Was fouled three timesNot. Stopping. 😤 pic.twitter.com/rMoZWrPvPh
— Benfica Youth (@SLBenficaYouth) April 2, 2022
«Guardalo, ride. Si diverte»
Il 17 maggio 2014, l’Atlético vince La Liga al Camp Nou. L’undici titolare è costato 40 milioni, meno del solo Cesc Fàbregas al Barcellona. C’è tutto un sottotesto sul club povero, con meno opportunità, meno appeal, contro l’establishment. Enfatizzato dal mantra di German Burgos, lo storico vice di Simeone: «L’Atlético è sinonimo di trabajadores: muratori, tassisti, venditori di churros». Oggi quel sottotesto narrativo è in parte scomparso. L’Atlético ha smesso di essere “povero”. Da un lato c’è João Félix, pagato 126 milioni di euro, quarto calciatore più costoso nella storia, acquisto più costoso nella storia dell’Atlético e cessione più remunerante in quella del Benfica. Dall’altro Simeone, che con 40 milioni all’anno è – secondo L’Équipe – l’allenatore più pagato al mondo. Ma oggi, appunto, nella sesta vittoria di fila dell’Atlético c’è lo zampino di un nuovo João Félix. «Il talento non basta, serve pensare al bene della squadra e ora l’ha capito», dice di lui Yannick Ferreira Carrasco. Milinko Pantić, ex centrocampista biancorosso, rincara la dose: «Guardalo. Ride, si diverte a giocare a calcio». Eccolo, il segreto.
Puro talento. pic.twitter.com/CKI6JKRCmi
— Atlético de Madrid (@Atleti) April 2, 2022
João Félix, Grizi e 126 milioni
Puro talento. Con queste parole, il 3 luglio 2019 l’Atlético presenta il successore di Griezmann. «Abbiamo bisogno di qualcuno che giochi dietro una punta, segni una ventina di gol l’anno e non costi molto», è l’identikit tratteggiato da Simeone. Félix lo pagano 126 milioni, come da clausola rescissoria. Per Griezmann i Colchoneros ne ottengono sì 120 dal Barcellona, ma 26 vanno alla Real Sociedad, ex club del francese. Ecco Félix: capello lungo, acne, apparecchio ai denti. Teenage dream, reduce da 20 gol in stagione a Lisbona. Affare mediato da Jorge Mendes. In questi tre anni, però, l’adattamento al calcio spagnolo e al Cholismo, che ha appena compiuto dieci anni, è duro. Problemi fisici, compiti difensivi, dolore a una caviglia operata al rientro dall’Europeo: João è il calciatore che, in media, riceve più falli. Il 31 agosto scorso, mentre Saúl prepara i bagagli in direzione Londra, João Félix sembra lasciare l’Atlético. Sì, perché arriva Griezmann. E invece resta, tiene il 7, Grizi si prende l’8 e tra i due nasce un discreto feeling.
🎥🎙 Entrevista doble | Parte 3⃣🎬
🇫🇷🤜 @AntoGriezmann y @joaofelix70 🤛🇵🇹
⚽ 𝐿𝑜𝑠 𝑚𝑎𝑔𝑜𝑠 𝑑𝑒𝑙 𝑏𝑎𝑙𝑜́𝑛 💫 pic.twitter.com/GqIqqyVQ5G
— Atlético de Madrid (@Atleti) March 16, 2022
Porto, Benfica, tripletta
Questo è João Félix, in pillole. Nasce nel 1999 a Viseu, città di Paulo Sousa. Sette anni nelle giovanili al Porto, poi sommo tradimento: il Benfica. Suo padre Carlos, brasiliano – insegnante, come la madre Carla – già lo ha allenato in una squadretta, Os Pestinhas, e ora ha scelto per lui il campus di Seixal. Ha 16 anni, Félix, quando debutta col Benfica B. Nuovo Bernardo Silva? Nel 2016/17, le Aquile perdono la finale di Youth League col Real Madrid e João ha già segnato 15 gol in 26 partite. Fa il botto dopo il Ferragosto 2018: il Benfica gioca in casa del Boavista e il tecnico Rui Vitória fa entrare Félix negli ultimi 3’ di gara. Il sabato successivo, è derby di Lisbona. Il Benfica stenta, al 64’ un rigore di Nani – oggi al Venezia – porta avanti lo Sporting. Come nelle migliori favole, João entra e all’86’ – colpo di testa, su cross di Rafa Silva – fa 1-1. Figuraccia evitata. Da qui in poi, sboccia. Con l’arrivo del 2019, in tre partite segna 3 gol e dispensa 3 assist. E chi lo toglie? Memorabile poi, l’11 aprile, tripletta e un assist nel 4-2 d’Europa League all’Eintracht. In panchina nel frattempo c’è Bruno Lage. Oggi c’è il Cholo. Con lui, ecco Suárez, Correa, Griezmann e Cunha. Puro talento, dicevano. Forse non si sbagliavano.