Fino al minuto 89 il Manchester City era in vantaggio di un gol e a un soffio dal passaggio del turno. Poi è arrivato lui, ala brasiliana di 21 anni, nato a Osasco. Un ragazzino di 174 centimetri che sa essere decisivo come pochi. «Quel che è successo non riesco a spiegarmelo. Non ho parole. So solo che Dio mi ha detto che oggi era il mio giorno» sono le uniche frasi che riesce a comporre con la faccia così incredula che sembra quella di un bambino. Non è una caratteristica banale quella di saper sfruttare le occasioni, tanto che Rodrygo ci ha costruito sopra una carriera. È grazie a lui, che è andato in gol due volte tra il 90’ e il 91’, se il Real Madrid ha raggiunto la finale di Champions numero 17 della sua storia. Neanche a dirlo, nessuna squadra ha mai fatto meglio. Ed è proprio in Champions che Rodrygol ha numeri interessanti: 26 partite coi blancos chiuse con 10 gol e 7 assist. E non sempre parte titolare, anzi. In questa stagione 5 reti e 2 assist in 10 presenze nella coppa.
Rodrygo, nel club di Pelé e Neymar
In qualche modo Rodrygo Goes è la risposta “santista” a Vinicius, un anno più grande. Oggi compagni al Real ed entrambi brasiliani, il secondo è cresciuto nel Flamengo. Lui, invece, nel Santos, di cui era pure tifoso. Viene da San Paolo e dal futsal e il primo allenatore ce l’aveva in casa: il padre Eric Batista de Goes, terzino della seconda serie brasiliana. Tra l’altro giovanissimo, visto che ha solo un anno in più di Modric. 38 anni, 17 di differenza. Più che altro sono amici. Al Santos Rodrygo riuscì a segnare una tripletta in otto minuti giocando al fianco di Gabigol e fa sorridere che a concedergli le prime occasioni sia stato proprio un ex Manchester City, la squadra che ha “giustiziato” la notte di mercoledì 4 maggio. Elano, bandiera del Santos di cui nel 2017 ha preso la guida come allenatore al posto dell’esonerato Levir Culpi, di cui era vice.
Il primo contratto? A 11 anni
Insomma Rodrygo è sulla giusta strada, ma deve ancora crescere e rispetto ad alcuni dei suoi coetanei sta sempre sgomitando per un posto da titolare che al momento non gli è garantito. Da bambino, però, anche a lui sono stati riconosciuti i segni del predestinato. Basta pensare che a 11 anni, durante un torneo a New York col Santos, Nike ha deciso di metterlo sotto contratto. Marca, che ha raccontato la storia, assicura che si tratta di un record. Da quando ne ha 13 è nel mirino del Real, grazie anche alla caparbietà di Nick Arcuri, importante agente brasiliano. Secondo la leggenda su di lui c’erano pure gli occhi del Psg, col padre di Neymar pronto a intervenire in prima persona. Ma ormai i giochi erano fatti: aveva scelto Madrid. Nel 2018 lo acquistano per 45 milioni di euro e lui li raggiungerà solo l’anno successivo. Nemmeno a dirlo, gli inizi in Europa sono impressionanti: tripletta al Galatasaray a 18 anni, alla seconda partita, in occasione di una vittoria per 6-0. La madre piange di gioia, lui allarga le braccia come se stesse pregando. Un gesto ripetuto dopo le due reti al City. Prima di essere travolto dai compagni.