Il Milan torna campione d’Italia dopo undici anni e per un pelo non peggiora il suo record di astinenza del dopoguerra: erano passati undici anni anche tra il nono scudetto del 1968 e il sospirato scudetto della Stella datato 1979. Evita la Seconda Stella interista e per soprammercato aggancia proprio l’Inter a quota 19 titoli. Festeggiano ovviamente tutti i Maldini del mondo: da Cesare a Daniel passando per Paolo, sono la prima famiglia italiana a vincere scudetti spalmati su tre generazioni diverse (e con la stessa squadra). Festeggia anche Stefano Pioli, che rinverdisce la tradizione emiliano-romagnola di Arrigo Sacchi, Alberto Zaccheroni e Carlo Ancelotti: tutti allenatori che hanno vinto il loro primo scudetto al Milan, tutti allenatori che erano interisti da bambini. Ecco le Statistiche Inutili della 38esima giornata di campionato.
Le Statistiche Inutili dell’ultima giornata di Serie A
Conte o senza di te
Ha del clamoroso il record di Zlatan Ibrahimovic, che dal 2003-04 non fa che vincere scudetti in tutti i luoghi e tutti i laghi: su sedici campionati interi disputati in Europa dalla sua ultima stagione all’Ajax, ne ha vinti tredici, considerando anche i due vinti “sul campo” ai tempi della Juventus e poi cancellati dalla giustizia sportiva. Ancora più clamoroso il fatto che i suoi unici tre campionati non vinti siano stati persi tutti contro squadre allenate da Antonio Conte: nel 2011-12 con il Milan (vinse la Juventus), nel 2016-17 con il Manchester United (vinse il Chelsea), nel 2020-21 con il Milan (vinse l’Inter). Insomma, quando quest’estate Antonio ha lasciato l’Inter, si poteva intuire come sarebbe andata a finire.
Il Calha è sempre più giù
Il rovescio della medaglia è rappresentato da Hakan Calhanoglu, il più bersagliato dai feroci cori di scherno milanisti, eredità del discusso cambio di sponda del Naviglio la scorsa estate. Tuttavia, se i tifosi rossoneri fossero a conoscenza di questa Statistica Inutile, sarebbero molto più clementi con Hakan. State a sentire: di tutti i circa trenta calciatori che hanno giocato in serie A con entrambe le maglie delle due milanesi (da Seedorf a Pirlo, da Collovati a Ronaldo…), Calhanoglu è l’unico che ci ha giocato almeno tre anni interi sempre finendo dietro. Nel dettaglio: quattro volte alle spalle dell’Inter quando giocava con il Milan, una volta alle spalle del Milan ora che è passato all’Inter. Un record simile ce l’aveva solo il Pitbull Edgar Davids, finito sempre alle spalle dei rivali cittadini nelle sue tre accidentate stagioni con Milan (1996-98) e Inter (2004-05).
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Tammy un’altra gioia
Nel giro di dieci minuti, alla fine del primo tempo di Torino-Roma, l’irresistibile Tammy Abraham ha prima eguagliato e poi superato un record inglese che in serie A durava addirittura dal 1961-62: lo aveva stabilito Gerald Archibald “Gerry” Hitchens, fino a pochi giorni fa il suddito di Sua Maestà la Regina Elisabetta ad aver segnato più reti in una singola stagione di serie A (16, con l’Inter). Soprannominato anche “Pel di Carota” con poca fantasia per il colore dei capelli, Hitchens girovagò per l’Italia per tutto il decennio, giocando anche con Atalanta, Torino e Cagliari ma senza più toccare le punte della sua prima stagione italiana. Da quest’anno finisce anche lui nella capiente soffitta delle Statistiche Inutili Dimenticate. Ecco Hitchens in quest’intervista del luglio 1963 fare un bilancio della sua esperienza italiana, intervistato nel giardino di casa di sua suocera (!).
Tucu Tucu
Anche all’ultima giornata non si arresta l’incredibile striscia di Joaquin Correa, che per tutta la sua prima stagione interista ha segnato doppiette oppure non ha segnato: la sua ultima partita con una sola marcatura risale ormai a oltre un anno fa, Lazio-Benevento 5-3 del 18 aprile 2021 e ci sembra giusto mostrarvi – come si diceva una volta – i riflessi filmati di tale circostanza. Sei gol in un campionato con tre doppiette è un numero riservato a pochissimi, tant’è che il Tucu è appena il terzo a riuscire in serie A in una simile impresa: gli altri due, irrimediabilmente sepolti dalla patina del tempo andato, furono Eliseo Zerlin (Padova 1958-59) e Armando Cavazzuti (Palermo 1952-53).
Mai più di due
Vi risparmiamo una panoramica a volo d’uccello su tutte le statistiche negative della magra stagione della Juventus sconfitta anche a Firenze, tranne una: era dal 1968-69 che i bianconeri non concludevano un campionato senza nemmeno una vittoria con almeno tre gol di scarto. Anche nelle stagioni più balorde, da Maifredi a Delneri passando per Ferrara-Zaccheroni, almeno una scorpacciata non era mai mancata: invece la restaurazione prussiana di Allegri ha fatto sì che i bianconeri segnassero almeno tre gol in appena cinque partite e quattro solo in una, il delirante 4-3 in casa della Roma a gennaio. Non succedeva, appunto, da oltre mezzo secolo: dal 1968-69, allenatore il paraguayano Heriberto Herrera, stagione sotto tono conclusa al quinto posto a dieci punti dalla scudettata Fiorentina. Di quell’annata vi mostriamo un altro 0-2 incassato dalla Fiorentina, quella volta in casa, che diede alla Viola di Pesaola la certezza aritmetica del secondo e fin qui ultimo scudetto.
Ricomincio da Capo Verde
A proposito di Statistiche Inutili, proprio all’ultima di campionato un nuovo Paese si aggiunge al mappamondo delle nazioni che hanno segnato almeno un gol in serie A: si tratta di Capo Verde, ameno arcipelago di dieci isole vulcaniche al largo delle coste del Senegal, nel bel mezzo dell’Oceano Atlantico, dov’era sbarcato tra gli altri anche Cristoforo Colombo che nel 1498 annotò sul diario di bordo: “Hanno un nome ingannatore, perché io non vidi alcunché di verde”, bensì solamente capre selvatiche, testuggini e alcuni lebbrosi. E invece oltre 500 anni dopo Capo Verde esporta Jovane Cabral, primo rappresentante del suo Paese a fare gol nel massimo campionato italiano nel primo tempo di Lazio-Verona. Quali sono dunque i Paesi che hanno avuto almeno un giocatore in serie A ma non sono riusciti a segnare? Aggiorniamo la lista: Estonia, Guinea-Bissau, Giamaica, Principato di Monaco, Somalia, Repubblica Dominicana, Bolivia, Nuova Zelanda, Mauritania e la new-entry Lussemburgo il cui particolari è il veneziano Issa Bah.
Dell’imponderabilità del calcio
Statistica Inutile appena sfornata e servita a tavola senza condimento né salse: gli ultimi due Atalanta-Empoli giocati in serie A (quello del 15 aprile 2019 e quello di sabato sera) sono finiti con un totale di 87-10 per l’Atalanta come tiri totali, ma con un totale di 0-1 come gol. In entrambi i casi i due allenatori erano Gasperini e Andreazzoli; in sostanza è cambiato solo il portiere empolese, tre anni fa Dragowski stavolta Vicario, in entrambi i casi il migliore in campo.
Alla prossima stagione con le Statistiche Inutili della Serie A!