Vent’anni fa: nel calcio, almeno due generazioni diverse. Eppure il 12 giugno 2002 Zlatan Ibrahimovic già giocava a pallone, e non solo: il 12 giugno 2002 Zlatan Ibrahimovic esordiva in un Mondiale. Una manifestazione che, col senno di poi, non gli ha mai portato grande fortuna: in due partecipazioni (2002 e 2006) non ha segnato nemmeno un gol, mentre ha addirittura fallito la qualificazione negli altri tre tentativi in cui ci ha provato (2010, 2014 e 2022) – nel 2018, come purtroppo ricordiamo bene, la Svezia staccò il biglietto per la Russia senza di lui e arrivò fino ai quarti di finale.
L’esordio di Zlatan Ibrahimovic al Mondiale
Il 12 giugno 2002, al Miyagi Stadium di Rifu, il giovane Zlatan – già attaccante rivelazione del calcio svedese, dopo 9 gol nella sua prima stagione all’Ajax – entrava nei minuti finali di una tesissima Svezia-Argentina, partita decisiva della fase a gironi per eleggere la seconda qualificata agli ottavi alle spalle dell’Inghilterra: con l’1-1 gli scandinavi eliminarono la fortissima Albiceleste di Marcelo Bielsa, che nei pronostici della vigilia era una delle tre Nazionali più accreditate ad alzare la coppa insieme a Francia e Italia (nessuna di loro superò gli ottavi di finale). Ibra fece il suo esordio nel torneo nel momento più delicato della partita: al posto del compagno di reparto Henrik Larsson, pochi secondi prima che Ortega tirasse (e sbagliasse) il rigore, poi ribadito in gol da Crespo (quasi all’altezza del compagno al momento della battuta), del momentaneo 1-1. Recupero compreso, meno di otto minuti in cui diede una mano soprattutto in difesa, allontanando di testa una punizione di Veron e andando a saltare su qualche spiovente, prima della festa svedese.
Tuttavia, la Svezia salutò il Mondiale al primo turno a eliminazione diretta, beffata al golden gol dal Senegal: in quel caso Zlatan entrò a un quarto d’ora dalla fine dei tempi regolamentari, ma nella mezz’ora scarsa a sua disposizione non riuscì a lasciare il segno, calciando una sola volta verso la porta avversaria. E così andrà anche nel Mondiale di Germania 2006, concluso con due partite e mezza senza mai poter esultare. Questo 0-0 contro Trinidad & Tobago, costellato di occasioni fallite, spiega molto bene quanto sia stata problematica la relazione di Ibrahimovic con il più importante torneo calcistico al mondo.
C’è qualcuno come lui?
Ma chi sono i calciatori che parteciparono al Mondiale nippo-coreano del 2002 e vent’anni dopo sono ancora in attività, oltre a Ibrahimovic? Non si può non cominciare da Gigi Buffon, classe 1978 che gode ancora di ottima salute e difenderà la porta del Parma anche la prossima stagione. Sta benone anche Joaquin (1981), che quest’anno ha vinto la Coppa del Re con la maglia del Betis e l’anno prossimo si esibirà anche in Europa League. In giro per il mondo troviamo un altro quarantenne d’assalto come il paraguayano Roque Santa Cruz (1981), che gioca nel suo Paese con il Libertad.
Più periferiche le carriere di due classe 1984. Uno è l’attaccante nigeriano Bartholomew Ogbeche, all’epoca al PSG e oggi all’Hyderabad (Indian Super League). L’altro è il portiere camerunese Idriss Carlos Kameni che probabilmente ricorderete protagonista della Liga di un decennio con le maglie di Espanyol e Malaga: dal 2020 difende i pali dell’Arta/Solar7, squadra che milita nella Première Division, la massima serie del campionato gibutiano. E se non sapete dove si trova Gibuti, peggio per voi.