12 settembre 1895. Il giornale di Birmingham denuncia il furto della Coppa d’Inghilterra che l’Aston Villa aveva vinto qualche mese prima, il 20 aprile, 1-0 contro il West Bromwich. Tra le varie curiosità anche il fatto che Bob Chatt segnò subito dopo il calcio d’inizio, e il suo è rimasto per 114 anni il gol più veloce nella finale del torneo. Ma insomma, cos’è successo al trofeo della FA Cup? E perché secondo una storia diventata poi una leggenda popolare si pensa che siano stati i Peaky Blinders a prenderla?
Qualche scellino, e la FA Cup
Probabilmente non erano così affascinanti come nella serie tv britannica prodotta dalla BBC e poi diffusa ovunque da Netflix (tornata in questi giorni in Italia con la sesta stagione) ma i Peaky Blinders sono stati attivi tra il 1890 e il primo decennio del Novecento. Una risposta alle disastrose condizioni economiche della classe operaia e medio-bassa di Birmingham, e in generale dell’Inghilterra del tempo. Un gruppo di giovani, che affiancava a rapine e violenze varie il controllo del gioco d’azzardo illegale. Insomma, nel 1895, l’anno della nostra storia, per le strade c’era davvero chi aveva paura di quei signorotti con le lamette da barba cucite sulla visiera dei cappelli.
Non sarebbe stato difficile, per loro, rubare un trofeo esposto nella vetrina di un negozio di scarpe, considerando pure i sistemi di protezione (quali?) di 127 anni fa. La FA Cup vinta dall’Aston Villa si trovava lì dopo la richiesta del proprietario, William Shillcock, di esporla. Non solo era considerato uno dei tifosi più rilevanti della società, ma i suoi erano gli scarpini più all’avanguardia del tempo e riforniva molti dei giocatori più in vista. Così fu accontentato, e dalla notte tra il 10 e l’11 settembre 1895 nessuno ha più saputo nulla della coppa, sparita insieme a qualche scellino dalla cassa.
In cerca di visibilità
Va considerato che parliamo di un colpo mitico, uno dei misteri che il calcio inglese si porta dietro ancora oggi. L’unica coppa che non si sa dove sia finita: le forze dell’ordine non sono mai riuscite a intercettare né il trofeo, né i colpevoli del furto. Così nel corso dei decenni non è mancato chi ha provato ad attribuirsi la colpa in cerca di notorietà. Anche se nessuna strada, alla fine, ha portato a qualcosa di concreto.
Sessant’anni dopo, ormai vecchio e dopo aver passato gran parte della vita in prigione, un noto ladro di quelle zone confessò al Sunday Pictorial, poi diventato Sunday Mirror, di aver rubato la FA Cup. Harry Burge, adolescente nel 1895, che raccontava di essere stato aiutato da due amici ormai scomparsi. Un’ammissione che non è mai stata presa troppo in considerazione, anche perché la dinamica – i ladri erano passati dal tetto – era già chiara agli agenti e Burge non fece che ripeterla. «Voglio togliermi questa cosa dalla testa – spiegava – mi ha turbato la coscienza per molto tempo». Parliamo di un uomo malato, alla ricerca di clemenza per non morire dietro le sbarre.
È un altro dei misteri di questa faccenda. Secondo le ricostruzioni più diffuse la coppa non è mai stata trovata perché fusa e convertita in monete. E in effetti Burge andava dicendo di aver trasformato l’argento in mezze corone che avrebbe usato in un pub frequentato dai calciatori dell’Aston Villa. Ridendo all’idea che qualcuno di loro potesse avere un frammento del trofeo nelle proprie tasche, senza saperlo.
«Mio suocero, uno dei Peaky Blinders»
Le rivendicazioni del furto proseguirono, tra mitomani e parenti che denunciavano nonni o altri antenati ormai scomparsi, impossibili da indagare. Una, in particolare, ha affascinato l’opinione pubblica. Una donna, Violet Stait, quasi 100 dopo il furto, ha svelato che il suocero John ‘Stosher’ Stait, celebre criminale e membro dei Peaky Blinders, aveva confessato al figlio, cioè al marito di Violet, di aver rubato in gioventù la FA Cup dal negozio di Birmingham.
Tempo dopo pure Valentine Smith, pronipote di “Stosher” è uscito la scoperto con la stessa versione: dai racconti dei familiari sarebbe emerso che si era trattato di uno dei primi furti di John Stait andati a segno. Una storia che si è diffusa rapidamente quando la banda è diventata famosa grazie alla BBC e Netflix, e spesso presa per vera. La realtà è che su cosa è accaduto davvero quella notte, e su dove sia finita la FA Cup, non si sa ancora niente. Con buona pace di Tommy Shelby.