Da qualche giorno Pep Guardiola ha collaboratore che gli somiglia parecchio, e che noi conosciamo bene perché ha passato gran parte della vita a giocare in Serie A, o quasi, prima di incantare Siviglia. Accanto a Guardiola, 51 anni, nello staff del Manchester City campione d’Inghilterra ci sarà Enzo Maresca, che ne ha 42. La loro amicizia è nata parlando dei tempi in cui l’allenatore spagnolo era Brescia con Mazzone.
Premier, legame istantaneo
Quello inglese non è un campionato qualsiasi per Maresca, che lo ha vissuto appena diciottenne. Dopo le giovanili (prima nel Milan e poi nel Cagliari) su di lui ha messo gli occhi il West Bromwich, con cui ha giocato un campionato e mezzo, entrando nel cuore dei tifosi.
Centrocampista dai piedi buoni e con una splendida visione di gioco, è la Juve che lo ha riportato in Italia pagandolo 10 miliardi di lire. Giusto in tempo per segnare, il 24 febbraio 2002, un gol che rimarrà nella storia del derby di Torino, tra l’altro la sua prima rete in Serie A. Non tanto per le emozioni del pareggio, ma per quell’esultanza a mimare le corna del Toro che ha fatto infuriare una città.
L’incontro con Pep e l’under 23
Malaga, invece, è l’altra tappa fondamentale di questa storia, dove si trasferisce dal 2010 al 2012. In panchina c’è Manuel Pellegrini, uno che gli pronostica il futuro – «Quando smetti, dovrai allenare» – e poi lo aiuta a realizzarlo, nominandolo nel maggio del 2018 allenatore in seconda del West Ham. E sempre a Malaga, in occasione di una gara col Barcellona, avviene uno dei primi incontri con Guardiola, che stava già incantando il mondo con il gioco, allora avanguardistico, della squadra blaugrana. Una folgorazione per Enzo Maresca, che ha poi avuto modo di studiarlo da vicino a Manchester, quando è diventato l’allenatore della squadra U23 del City, condotta per la prima volta al successo della Premier League 2, la lega di sviluppo del calcio inglese. Hanno condiviso molto, il rapporto si è consolidato e Guardiola non ha avuto troppe esitazioni nel chiamarlo vicino a sé quando il suo vice, Juanma Lillo, ha accettato l’offerta dei qatarioti dell’Al-Sadd. Maresca, del resto, era libero dallo scorso novembre, quando è stato esonerato dal Parma. Sembrava dovesse ottenere il ruolo di vice: è andata diversamente, mai comunque diventato uno dei suoi collaboratori.
L’altro “lavoro”
Essere al fianco di Pep, nel club che ha speso di più negli ultimi 10 anni di calciomercato, che ha appena acquistato Haaland e lotta per vincere tutto, è qualcosa che chiunque sognerebbe. Eppure il suo nuovo lavoro non era al centro della sua ultima intervista. Rilasciata alla rivista Scacchitalia. Esatto, Maresca è un appassionato di primo livello. Indovinate il titolo della sua tesi a Coverciano? “Il calcio e gli scacchi”. Le affinità principali, dice, sono «il gioco posizionale e le strategie. Per un tecnico è importante possedere la mentalità dello scacchista: elaborare un piano, studiare le contromosse, scegliere la disposizione delle pedine».
Nella sua visione del calcio – racconta Maresca – è centrale «il fattore sorpresa». Qualcosa di molto caro pure a Guardiola, che prova sempre a stupire. «È legato al tempo – spiega – ed è una similitudine che riguarda, per esempio, le varianti di apertura. Se tu sai come l’avversario ha impostato la partita, e come lui immagina che tu l’abbia impostata, inserire una novità, un elemento di disturbo può riuscire a sorprenderlo».
«Questo non basta a farti vincere – aggiunge – però lo costringe a perdere tempo, e quindi ti regala un piccolo vantaggio. Mentre l’avversario tenta di capire cosa hai cambiato nel tuo schieramento, e se pure questa novità non gli crea danni, in qualche modo gli procura un disagio, che tu puoi sfruttare. Come negli scacchi, non puoi affidarti agli ultimi minuti del tuo tempo per vincere. Se tu sei in crisi negli ultimi cinque minuti, significa che nei primi non hai giocato al meglio, che la tua tattica per vincere ha fallito».