Quattro gol (e un assist) in tre giornate. Inutile girarci intorno: il capocannoniere di questo primo scorcio di Premier League è del tutto inaspettato: Rodrigo Moreno Machado, tuttofare dell’attacco di 31 anni che gioca nel Leeds. È il quarto nella storia del calcio inglese ad aver fatto qualcosa di simile, cioè andare a segno nei primi tre incontri di campionato, dopo Arthur Hydes nella stagione 1933-34, Mick Jones in quella 1968-69 e Patrick Bamford, sempre del Leeds, due anni fa. La doppietta è arrivata contro il Southampton, l’unico pareggio a fronte dei due successi con Wolverhampton e Chelsea. L’ultimo, quello sui londinesi, mancava al Leeds da 20 anni.
Rodrigo: convivere con le aspettative
Gli Whites avevano acquistato Rodrigo nell’estate del 2020 per affrontare il ritorno in Premier League dopo 16 anni. Trenta milioni la cifra sborsata per toglierlo al Valencia. Ma i tifosi che pensavano che il club avesse appena firmato un attaccante da 20 gol a stagione hanno dovuto ricredersi subito. Non è nel Dna di questo ‘9 e mezzo’, definizione di Jorge Jesús, suo allenatore al Benfica oggi in Turchia al Fenerbahçe. Eppure c’era da ripagare le aspettative di essere l’acquisto più caro dopo i 18 milioni di sterline spesi per Rio Ferdinand quando era al West Ham. Un’etichetta, quella di acquisto del Leeds più caro di sempre, che gli ha strappato di dosso il suo compagno Brenden Aaronson, 21enne trequartista uscito dal Salisburgo, costato due milioni in più di Rodrigo. Entrambi sono andati in gol nel 3-0 rifilato al Chelsea.
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Gli inizi in Premier e il ‘no’ di Mou
Un legame speciale con il campionato inglese che torna ad accendersi dopo le emozioni dei primi anni di carriera. Pochi, infatti, ricordano che ormai un decennio fa questo attaccante brasiliano, poi naturalizzato spagnolo, fu dato in prestito dal Real Madrid (dove ha finito le giovanili) al Bolton. Segnando, quindi, il suo primo (e unico fino alla firma col Leeds) gol in Premier nel gennaio 2011, un pareggio per 1-1 con il Wigan Athletic. Dopo il ritorno in Inghilterra sono seguite sette reti il primo anno con gli Whites, sei nell’ultimo campionato. Finora, invece, ha segnato più di Haaland, fermo a tre, ma il difficile sarà continuare dal momento che non è mai stato particolarmente prolifico. E chissà che non sia uno dei motivi per cui José Mourinho decise di ‘scaricarlo’ dai Blancos dopo qualche allenamento con la prima squadra.
Nei 10 anni successivi si è diviso tra Benfica e Valencia e ha vissuto il suo periodo migliore. In Portogallo ha vinto un triplete nazionale (Primeira Liga, Taça de Portugal, Taça da Liga, in cui ha segnato il gol decisivo) nell’annata 2013/14, raggiungendo per due volte di fila la finale di Europa League, entrambi perse con Chelsea e Siviglia. Col Valencia, invece, ha conquistato una Copa del Rey mettendo dentro il pallone del 2-1 contro il Barça, una delle squadre alle quali è stato accostato con più frequenza.
Il padre vero, e quello calcistico
Ma chiedete a lui qual è stato il momento più felice e Rodrigo vi racconterà dei pomeriggi passati a Barra de Tijuca, quartiere della zona ovest della città di Rio de Janeiro, a giocare a pallone a beach volley sulla spiaggia. Per il calcio il riferimento in famiglia è sempre stato il padre Adalberto, terzino sinistro del Flamengo, la società in cui Rodrigo ha iniziato a giocare. In più è nipote di Mazinho, campione del Mondo nel ‘94 col Brasile, il papà di Thiago Alcantara e Rafinha, suoi cugini. Adalberto e Mazinho hanno pure aperto insieme una scuola calcio a Vigo.
Al Leeds, anni dopo, ha conosciuto El Loco Bielsa. Qualche frizione, dovuta pure al carattere di entrambi, ed episodi controversi, come una sostituzione dopo che l’aveva fatto entrare nel secondo tempo, o le partite con la squadra U23 per recuperare da un infortunio. «La gente ha cominciato a dire che non lo accettavo, o che avevo un brutto rapporto con lui, ma non è vero – ha chiarito Rodrigo tempo fa in un’intervista -, so che lo fa per tirare fuori il meglio di te». Poi a inizio 2022 Bielsa è stato esonerato. Così ora cammina da solo, e non sta andando per niente male.