Diciannove parate in 90’. È grazie al portiere Yann Sommer se il Borussia Mönchengladbach ferma la corazzata Bayern Monaco, 15 gol nelle precedenti tre partite. E invece sabato scorso finisce 1-1 e lo svizzero è sugli scudi: 19 parate sui 20 tiri in porta del Bayern (35 in totale). Solo il pareggio di Sané all’83’ sfugge ai guantoni dello svizzero. Una storia di musica – rock – e cucina, Wim Hof e guantoni: «Da piccolo, non ero mai in porta. Al Basilea ero il terzo portiere, ho persino fatto il terzino destro o l’ala, come Shaqiri». C’è pure l’Italia, tra l’idolo Buffon e gli Azzurri “puniti” alle qualificazioni per il Mondiale 2022: i due rigori che Sommer para a Jorginho, il 5 settembre e il 12 novembre. Due partite finite in pari (0-0 e 1-1) che a conti fatti hanno portato l’Italia a giocarsi il Qatar ai playoff contro la Macedonia del Nord. Sappiamo com’è andata.
Yann Sommer, i due Xhaka e Basilea
Yann Sommer nasce a dicembre 1988 a Morges, 16mila abitanti nel cantone svizzero di Vaud, di fronte al Monte Bianco e accanto al lago di Ginevra. Inizia a giocare a calcio tra i vicoli del centro storico: fa il portiere, come suo padre e suo zio. Di famiglia. Ha 9 anni quando entra al Concordia, il club di Basilea in cui sono cresciuti i fratelli Xhaka: Granit, oggi all’Arsenal, ha scelto di giocare per la Svizzera mentre Taulant nel 2014 ha optato per l’Albania. Se i due Xhaka dal Concordia si trasferiscono al Basilea (Taulant ci gioca ancor oggi), Yann Sommer fa lo stesso. Dopo il Mondiale 2006 – quando la Svizzera di Benaglio e Senderos, Behrami e Džemaili, Frei e Tranquillo Barnetta esce agli ottavi contro l’Ucraina, ai calci di rigore – Sommer diventa il terzo portiere del Basilea. L’anno dopo è in Liechtenstein, in prestito al Vaduz, per giocare. Torna in Svizzera nel 2009, ma viene ancora prestato: stavolta al Grasshoppers di Feltscher e Daprelà, dei due 17enni Steven Zuber e Haris Seferović, dell’italiano Vincenzo Rennella. Qui a Zurigo, però, Sommer è titolare.
Costanzo, United e ter Stegen
Nell’estate 2010, Yann Sommer viene confermato ma la porta del Basilea è occupata da Franco Costanzo, argentino, qui dal 2006 e capitano dei rossoblù dal 2008. Cambia tutto l’anno dopo: Costanzo alza il trofeo della Super League svizzera 2011 – suo sesto titolo qui – davanti a 37mila persone in standing ovation, poi parte per l’Olympiakos. È il momento di Yann Sommer, che a 22 anni è finalmente titolare. Lo sarà per tre stagioni, in 154 partite. E debutta in Europa. Nel 2011, para l’impossibile e il Basilea elimina lo United (finalista l’anno prima) dai gironi di Champions League. Nel 2012, agli ottavi col Bayern, Sommer incassa invece 7 gol (poker di Mario Gómez). E che dire del 2013? Il Basilea supera gli ottavi d’Europa League, fa fuori il Dnipro ai sedicesimi, lo Zenit agli ottavi e il Tottenham ai quarti, quindi esce in semifinale contro il Chelsea poi campione. A questo punto, a marzo 2014 Sommer firma un quinquennale col Borussia Mönchengladbach. Si trasferisce in Germania in estate, per 9 milioni, e prende il posto di ter Stegen finito al Barcellona.
«Come un caldo cappotto in inverno»
Il biglietto da visita di Yann Sommer al ‘Gladbach contiene 4 campionati e una Coppa di Svizzera, 65 clean sheet in 170 partite. Al suo primo anno, i Fohlen finiscono terzi in Bundesliga (mai così in alto dal 1978). Mica un caso. E nel 2019/20 Sommer para più di tutti (126 tiri, ovvero il 75% di quanto arrivi verso la sua porta). Meglio di Gulácsi e Manuel Neuer. Questo è Yann Sommer, di cui una volta – alla tv svizzera – Pierluigi Tami disse: «Averlo tra i pali è come indossare un caldo cappotto nel cuore dell’inverno, siamo molto ben coperti». Già, la Svizzera. Secondo posto nel 2011 all’Europeo U21, insieme a Gaetano Berardi e Jonathan Rossini, Shaqiri e Mehmedi, Kasami ed Emeghara. Poi l’esordio in Nazionale nel 2012, due Mondiali (2014 e 2018) e altrettanti Europei (2016 e 2021). Nell’ultimo, Proprio Sommer ipnotizza Mbappé e para il rigore decisivo che porta la Svizzera ai quarti. Un classico: Sommer ha parato 23 rigori in carriera. Due a Sergio Ramos nella stessa partita, in Nations League, nel novembre 2020. Due anche al Bayer, in Bundesliga, il 15 gennaio scorso: prima Patrik Schick, poi Demirbay. Specialista, lo svizzero.