La quinta giornata di serie A va in archivio con una capolista nuova di zecca e gerarchie nuovamente rimescolate da risultati roboanti: il livello sarà anche più basso, ma di sicuro non ci si annoia. È purtroppo molto basso, ormai quasi rasoterra, il livello degli attaccanti italiani, tanto che nelle prime cinque giornate non c’è ancora stata una sola doppietta di un nostro giocatore: non succedeva dal 1987, quando si dovette aspettare la sesta giornata (merito di Aldo Serena in Inter-Juventus). Ma allora almeno, in quanto Paese organizzatore, eravamo sicuri di andare ai Mondiali successivi. Ma ecco tutte le Statistiche Inutili dell’ultimo fine settimana.
Bergamo altissima
E finalmente è arrivato il momento dell’Atalanta prima in classifica da sola: nonostante i miracoli a ripetizione delle ultime stagioni, non succedeva addirittura dalla seconda giornata del campionato 1964-65, precisamente dal 20 settembre 1964, allenatore il futuro ct della Nazionale Ferruccio Valcareggi, dopo un 1-0 alla Roma firmato dal centravanti scuola Inter Bruno Petroni ma soprattutto nel segno dell’introvabile (nelle figurine) portiere Pierluigi Pizzaballa. Serata di festa anche per Gian Piero Gasperini, che alla presenza in Serie A numero 490, a 64 anni 7 mesi e 12 giorni, prova finalmente la gioia di un primo posto in solitaria: al limite lo era stato in coabitazione, con l’Atalanta e anche con il Genoa nel 2009-10, quando aveva totalizzato nove punti nelle prime tre giornate (compreso questo spettacolare 4-1 al Napoli) ma insieme a Juventus e Sampdoria. Così ha tremato, ma resiste il record di Walter Mazzarri: 495 panchine in A senza mai l’ebbrezza del primato in solitudine. Tutt’altri pensieri attraversano la testa di Giovannino Stroppa, giunto ormai all’undicesima sconfitta consecutiva in serie A tra Crotone 2020-21 (le ultime sei partite della sua gestione) e Monza 2022-23: ricordiamo che il record è di dodici sconfitte di fila e appartiene a Marco Baroni (Siena 2009-10, Benevento 2017-18 e Frosinone 2018-19) e Roberto De Zerbi (Palermo 2016-17 e Benevento 2017-18).
In mezzo scorre il Milan
Il piatto forte della quinta giornata è stato naturalmente il 233° derby di Milano, vinto dal Milan che così si è aggiudicato appena tre degli ultimi 12 derby di serie A, ma curiosamente tutti quelli giocati alle 18 del sabato pomeriggio: il 3-2 di sabato (doppietta di Leao) si accompagna all’1-2 del 17 ottobre 2020 (doppietta di Ibrahimovic) e all’1-2 del 5 febbraio 2022 (doppietta di Giroud). Come diceva Riccardo Cocciante, era già tutto previsto! Il mattatore è stato dunque Rafael Leao, primo portoghese a segnare nella storia del derby dal momento che né Figo né Rui Costa vi erano mai riusciti: l’ultimo giocatore a mettere a referto due gol e un assist in un derby era stato un certo Andriy Shevchenko nella mattanza (0-6) dell’11 maggio 2001, “la data che non scorda più nessuno” secondo il celebre coro milanista. A qualche mese più avanti, ovvero al 21 ottobre 2001, risale invece l’ultima volta in cui una squadra aveva perso un derby pur segnando il primo e l’ultimo gol: era successo sempre all’Inter, che nella prima stagione di Hector Cuper era passata in vantaggio con Ventola contro il Milan di Terim prima di subire quattro gol in venti minuti nella ripresa, accorciando le distanze nel finale con Kallon. Al Milan, invece, era capitato solo in una sconfitta per 3-2 del 18 ottobre 1931: primo gol di Pietro Arcari e ultimo di Mario Magnozzi, ma in mezzo una doppietta di Pepìn Meazza e un gol di Pietro Serantoni (di questa non ci sono immagini, abbiate pazienza).
KvaraDona
L’ineffabile Kvaratskhelia continua a coltivare l’impossibile paragone con il più grande di tutti: dopo aver esordito in serie A al Bentegodi di Verona come aveva fatto Lui (ma con un risultato migliore), il georgiano ha fatto meglio di Maradona anche nel suo primo viaggio all’Olimpico di Roma. Seguiteci: la prima volta nella Capitale di Diego era avvenuta anch’essa alla quinta giornata e anch’essa in un Lazio-Napoli, risalente al 14 ottobre 1984, in cui aveva segnato il gol del definitivo 1-1 dopo questo delizioso duetto con il connazionale Daniel Bertoni. Dopo aver scosso il palo con una micidiale fiondata nel primo tempo, per il suo battesimo a Roma Kvara ha invece scelto la porta sotto la Curva Sud.
Non andare per il Sottil
Ogni sei anni, come mosso da una qualche specie di orologio biologico, José Mourinho sente il bisogno di prendere una sveja (cit. Il Romanista) epocale in campionato. La prima, memorabile, risale al 29 novembre 2010, alla sua prima stagione al Real Madrid: il Barcellona di Guardiola gli inflisse una storica manita dominando il Clasico per 5-0. La seconda in Premier League, il 23 ottobre 2016, quando il Chelsea di Antonio Conte maltrattò 4-0 il suo Manchester United con modi tanto bruschi che il portoghese sentì il dovere di rimbrottare il tecnico leccese per la poca mancanza di stile. Alla sua quinta partita da allenatore di serie A, Andrea Sottil entra dunque nel ristrettissimo circolo degli allenatori che hanno battuto una squadra di Mourinho in campionato con quattro gol di scarto. A questi va naturalmente aggiunto il norvegese Kjetil Knutsen, che lo scorso 21 ottobre travolse 6-1 la Roma in Conference League alla guida del Bodø/Glimt.
Cremo dall’emozione
Al quinto tentativo è finalmente arrivato il primo punto in serie A per il simpatico Massimiliano Alvini, che così diventa il secondo allenatore di questo campionato ad aver fatto punti in tutte le categorie dalla Promozione in su (l’altro è Maurizio Sarri). Considerando i campionati dal 2000 in avanti, rimangono dunque solo quattro i tecnici ad aver perso le prime cinque partite della carriera in serie A: meteore della massima serie come Ezio Rossi (Treviso 2005-06) o Christian Bucchi (Pescara 2012-13), ma anche nomi illustri come Daniel Passarella (cinque sconfitte su cinque con il Parma 2001-02 prima di essere rimpatriato) e nientemeno che Massimiliano Allegri, sempre battuto nelle prime cinque con il Cagliari 2008-09 prima di strappare un salvifico 0-0 contro il Milan alla sesta giornata e da lì iniziare la sua magnifica carriera da allenatore.
Marko alle stelle
Da quanto tempo un giocatore non segnava tutti i cinque primi gol di una squadra di serie A come ha fatto Marko Arnautovic, vero uomo-franchigia dell’ammaccato Bologna? Con la doppietta allo Spezia Arnautovic ha eguagliato Sebastian Giovinco, ultimo a riuscire in una simile impresa con il Parma nella stagione 2011-12, e ormai vede a portata di piede il record di Gigi Riva (Cagliari 1973-74) e Igor Protti (Bari 1995-96), unici giocatori a essere arrivati a “sei su sei”. Ancora più lontana l’ultima volta in cui un attaccante austriaco aveva guidato in solitaria la classifica cannonieri del nostro campionato: non succedeva dal 20 dicembre 1987 e il protagonista era stato Anton “Toni” Polster, partito a razzo con il Torino con 7 gol dopo dodici giornate prima di eclissarsi con l’arrivo del 1988, mancare addirittura la doppia cifra (si fermò a nove) e lasciare l’Italia già l’estate successiva, destinazione Siviglia. E dunque vi lasciamo con l’unico hat-trick di Polster, rifilata alla Sampdoria, tuttora l’ultima tripletta austriaca in serie A: il prossimo obiettivo di Arnautovic?