Ha pareggiato domenica sera col Borussia Mönchengladbach, 0-0, ma poco importa. Il Friburgo è secondo in Bundesliga, con merito. Tredici punti in 6 partite, solo l’Union Berlino ha fatto meglio. Bayern, Dortmund (che alla seconda giornata ha battuto 3-1 il Friburgo) e Lipsia stanno sotto. E quest’anno in Brisgovia c’è pure l’Europa League: si gioca giovedì a Il Pireo contro l’Olympiakos. È la quarta volta in Europa dei Grifoni. Stavolta grazie a Vincenzo Grifo, 29enne nato in Germania da genitori del Meridione, già convocato da Mancini in Nazionale. Tre gol e un assist finora, come l’austriaco Gregoritsch. Con loro ci sono i due difensori Ginter e Günter, che hanno esordito con la Germania nel 2014 grazie al c.t. Joachim Löw. Che quattro anni prima convoca, in Sudafrica, il difensore del Friburgo Dennis Aogo. C’è un legame: Löw è il secondo miglior marcatore del club bianconero (83 gol tra anni Ottanta e Novanta, in tre parentesi) e l’ottavo primatista di presenze.
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Petersen, Löw e Ginter
Tre attaccanti. Ritsu Dōan, 24anni, giapponese ex PSV. L’ungherese Roland Sallai, ex Palermo nel 2016. Un sudcoreano, Woo-yeong Jeong, cresciuto nel Bayern Monaco. Ma solo uno ha segnato più gol a Friburgo dell’ex c.t. tedesco. Si chiama Nils Petersen, ha 33 anni e gioca qui da gennaio 2015. Prima era al Carl Zeiss Jena, all’Energie Cottbus, ha fatto un anno al Bayern Monaco – nel 2011, riserva di Mario Gómez – poi Werder Brema e Friburgo. In Brisgovia ha segnato 102 reti in 246 partite, s’è guadagnato l’esordio in Nazionale tedesca ed è l’unico ad aver segnato cinque gol in una sola partita con la Mannschaft. Sì, è stato alle Olimpiadi di Rio contro le Isole Fiji, ma è pur sempre l’unico. Ci sono lui, Grifo, Gregoritsch, Christian Günter – il citato capitano del Friburgo: gioca qui dal 2012 – e Matthias Ginter. Pure Ginter c’era ai Giochi di Rio, dove la Germania perde l’oro in finale col Brasile di Neymar. Peccato. Gli è andata meglio nel 2014: Mineiraço a domicilio e finale (dei due Papi) vinta sull’Argentina di Messi con gol di Mario Götze. Deutschland über alles.
Ma quand’è nato il Friburgo?
Ma partiamo dal principio. Il Friburgo nasce a marzo 1904 dalla fusione di due club, ma di fatto lo Sport-Club Freiburg viene fondato nel 1912, con tanto di tinta bianconera e grifone sullo stemma. C’è confusione, ma anche mistero. «Finora non ho mai trovato un documento che attesti la nascita del Friburgo nel 1904 – dice nel 2017 Uwe Schellinger, l’archivista incaricato di indagare sul caso – fissiamo il 1904 per convenzione, ma la questione resta aperta». È stato lui a trovare l’errore: un documento secondo cui il Friburgo sarebbe nato il 30 maggio 1904: «Ma è impossibile, gioca la sua prima partita l’8 maggio di quell’anno». Sembra invece chiaro che a fondare il Friburgo sia un dentista, il dottor Alfred Rohrer. Subentrano le due guerre mondiali, il Friburgo apre una sezione di pallamano e adotta il biancorosso, poi riparte dal dilettantismo. Nel 1972 diventa presidente Achim Stocker, a cui oggi è dedicata la via che dallo stadio, l’Europa-Park Stadion, porta all’aeroporto. Stocker è stato il presidente del Friburgo fino al 2009, ma non è mai andato allo stadio perché soffriva le emozioni forti. È scomparso nel 2009, per un infarto.
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Trapattoni, ping-pong e pannelli solari
Achim Stocker è il presidente più longevo nella storia del calcio tedesco. Ha guidato il Friburgo alla promozione in Bundesliga nel 1993, allo storico terzo posto nel ’95, a un’assurda vittoria per 5-1 sul Bayern Monaco di Trapattoni e due volte in Coppa UEFA, 1996 e 2002 (con altrettante retrocessioni, in ’97 e 2002). Ha assunto un ex insegnante di ping-pong, Volker Finke, e lo ha reso il tecnico più longevo nella storia del calcio tedesco: 16 anni consecutivi in panchina, fino al 2006. Parola d’ordine: tradizione. Senza più Stocker e Finke, il Friburgo sale e scende. Promosso nel 2009, retrocede nel 2015 ma risale al primo tentativo. Da lì non scappa: questo è il settimo anno di fila in Bundesliga. In una città universitaria ed ecosostenibile, vicino alla Foresta nera. In uno stadio, lo Schwarzwald-Stadion, che è stato il primo in Germania a dotarsi di panelli solari. Era il 1993. Nella città futuribile più verde d’Europa, c’è pure una bella favoletta di calcio.