«Mio figlio sta recuperando dall’infortunio, ha fatto un’iniezione di ormone della crescita». Aspetta, cosa? L’agenzia antidoping spagnola legge l’intervista di Dmitri e ordina immediatamente un test a suo figlio, Denis Cheryshev, ala o seconda punta di 31 anni. Alla fine in realtà l’iniezione contiene plasma arricchito con piastrine, che non è affatto proibito. Ha sbagliato a scrivere il giornalista, problema risolto. Come sabato, a Cagliari: Denis Cheryshev entra al 61’, fa doppietta in due minuti e regala un assist. Il Venezia perdeva 1-0 e ora vince 4-1. Travolgente. È il primo russo di sempre in gol col Real Madrid: accade il 24 luglio 2012, in amichevole con l’Oviedo. Cheryshev entra pure in lista Champions, quarta punta: lui, CR7, Benzema e Higuain. Poi tanti prestiti, come pure Martin Ødegaard. Infortuni lungo la via. S’è un po’ perso, è tornato a Madrid ma non ha sfondato. Sembra una vita fa. Ed eccolo ora in laguna.
Quando entri in campo al 61′ e la ribalti con una doppietta in 5 minuti, l’evoluzione da Cheryshev a Charizard è dietro l’angolo 🔥🔥🔥 pic.twitter.com/eSL0PSGtyp
— Lega B (@Lega_B) October 2, 2022
Denis Cheryshev e quell’ammonizione…
Il 2 dicembre 2015, il Real Madrid di Rafa Benítez incontra il Cadice in Coppa del Re. Vince 3-1. James Rodríguez illumina, Denis Cheryshev segna dopo 3 minuti e al resto pensa Isco: doppietta. Ma c’è un problema: Cheryshev non poteva giocare. Era in squalifica: l’anno prima, al Villarreal, ha ricevuto tre ammonizioni. Quando Benítez se ne accorge, a fine primo tempo, è tardi: toglie Cheryshev, ma la frittata è fatta: Florentino Pérez accusa di non essere stato informato della diffida, s’appella al punto 41.2 del Codice disciplinare della Federazione spagnola ma il Cadice fa (e vince) ricorso. Il Real è squalificato. Pure nel 2001 Benítez – a Valencia – fu squalificato per un discorso di regolamento. Cheryshev sbotta: «Nessuno mi ha vietato di giocare». Polverone. Pure per questo a gennaio Benítez viene esonerato, arriva Zidane e vince la Décima in finale a Milano contro l’Atlético. In tutto questo anche Cheryshev non è più a Madrid. Vuole andare al Villarreal, il Real dice no. Allora sceglie Siviglia (suo padre Dmitri è nello staff), ma niente. Finisce a Valencia, debutta in Coppa del Re al Camp Nou e perde 7-0 col Barcellona.
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— Denis Cheryshev (@Cheryshev) June 15, 2016
Russia, padre Dmitri e amico Nacho
Denis Dmitriyevich Cheryshev nasce il giorno di Santo Stefano 1990, a Nižnij Novgorod, sul fiume Volga. C’è un Cremlino ma è meno vistoso di quello di Mosca, c’è una squadra di calcio nata nel 2015 e allenata (fino a giugno scorso) dall’ex punta della Nazionale, Aleksandr Keržakov. Non è un problema di Denis Cheryshev, la squadra: quando ha sei anni, suo padre Dmitri si trasferisce in Spagna allo Sporting Gijón e ci resta fino al 2001. Di conseguenza, Denis inizia in biancorosso e nel 2002 lo nota il Real Madrid. Stavolta, a differenza di Gijón, è il padre Dmitri a seguire il figlio Denis, che raggiunge nella capitale spagnola quattro anni dopo. Nel frattempo, Denis fa 11 gol in 61 partite nel Castilla e nel 2012 anche grazie al russo il Castilla torna in seconda serie spagnola dopo cinque anni. Il capitano di quella squadra è Nacho, che Cheryshev conosce da quando ha 11 anni. In attacco brilla Álvaro Morata. L’anno dopo arriveranno Casemiro e Fabinho, oggi a United e Liverpool. A Madrid Cheryshev gioca ancora un anno, segna 8 gol da ala sinistra, debutta in Coppa del Re grazie a Mourinho – con Morata e Callejón – poi lascia Madrid. Direzione Siviglia.
“If you can dream it, you can do it. Always remember that this whole thing was started with a dream and a mouse” pic.twitter.com/39RNB9WvlS
— Denis Cheryshev (@Cheryshev) January 7, 2016
Ceramica e cristallo, ora Venezia
A Siviglia, Denis Cheryshev trova Unai Emery, José Antonio Reyes Diego Perotti, Kévin Gameiro e Carlos Bacca, Diogo Figueiras e Kondogbia. Non trova però spazio, pure a causa di un infortunio. L’anno dopo, Cheryshev gioca al Villarreal: trova il gol al debutto in Liga, contro il Levante, segna anche in Europa League. Promette bene, rientra al Real Madrid. Gioca nemmeno due ore, tra coppe e campionato, succede il caos in Coppa del Re. Nell’estate 2016 torna al Villarreal, per 8 milioni. Fa due stagioni all’Estadio de la Cerámica, poi nell’estate 2018 c’è il Mondiale e lo ospita la Russia di Cherchesov, Dzuyba e Smolov. Supera il girone, batte agli ottavi la Spagna e cede ai quarti con la Croazia. Cheryshev segna quattro reti e a fine torneo rieccolo a Valencia, prima in prestito, poi a titolo definitivo. In tre anni, salta quasi il 35% delle partite per via di infortuni. «Il giocatore di cristallo», lo chiama Cadena Ser. È svincolato, a 31 anni. Accetta il Venezia, per tornare a sognare. Finora 54 minuti, due gol e un assist.