a cura di Cosimo Bartoloni, Giacomo Brunetti, Andrea Consales, Matteo Lignelli e Francesco Pietrella
Cinque storie del Senegal.
Campione d’Africa in carica senza aver perso nemmeno una partita, la Nazionale di Sadio Mané ha un girone alla portata con Ecuador, Olanda e Qatar.
Sadio Mané e un Paese che giocherà per lui
Mané sì, Mané no, poi di nuovo Mané sì. Alla fine il commissario tecnico dei Leoni della Teranga ha deciso di portarlo in Qatar nonostante l’infortunio alla testa del perone destro rimediato pochi giorni prima della partenza. Una brutta notizia vista l’importanza che ha l’attaccante del Bayern Monaco per la sua Nazionale. Dopo aver vinto tutto con il Liverpool, Champions compresa, in estate si era trasferito per fare altrettanto in Germania nel momento clou della sua carriera. Cresciuto nel villaggio di Bambali senza nemmeno la possibilità di frequentare la scuola a causa della povertà, Mané doveva essere una delle stelle del Mondiale, a maggior ragione dopo essere arrivato al secondo posto nella classifica del Pallone d’oro. Non è chiaro quanto sarà impiegato nei gironi, per questo i suoi compagni daranno tutto per passare il turno.
Alfred Gomis, il portiere influencer di libri cresciuto a Cuneo
Alfred Gomis, portiere, ha 29 anni e ha giocato 6 partite in serie A, tutte con la Spal. In B, invece, ha frequentato diverse piazze prima di ‘esplodere’ in Francia con il Rennes. Ed è pure un apprezzato critico letterario attraverso i suoi profili social, dove emerge la passione per la lettura. È cresciuto a Cuneo, passando dalle giovanili del Torino, in una dinastia di portieri: papà Charles e poi i tre fratelli Lys, il più grande, Maurice (nazionale della Guinea Bissau, entrambi erano all’ultima Coppa d’Africa) e David, nato nel 2010. Il c.t. del Senegal l’ha convocato nonostante in questa stagione non faccia più parte dei piani del Rennes, che l’ha relegato alla seconda squadra, ma in realtà non gioca nemmeno lì ed è in cerca di un’altra sistemazione. Il titolare in porta, comunque, è Edouard Mendy del Chelsea. Gomis è stato convocato dalla prima squadra del Senegal solo nel 2018: ce lo ricordiamo, infatti, con la maglia dell’Italia under 20 e under 21 per un paio di stage.
Pape Matar Sarr è l’osservato speciale
Per non perdere il feeling con il campo, anche in vista del Mondiale, dalla fine di ottobre Pape Matar Sarr è sceso in campo due volte con il Tottenham U21 nella Premier League 2. Finora, infatti, Antonio Conte non gli ha dato nessuna chance in prima squadra. In Qatar Sarr, che si presenta come uno dei giovani più promettenti del torneo, cercherà di far cambiare idea al tecnico italiano. Per averlo gli Spurs hanno speso 20 milioni di euro, nel 2021, poi lo hanno lasciato al Metz anche per la scorsa stagione. Versatile, può giocare mediano o come ala box-to-box, mentre il padre ha dichiarato all’Equipe di vederlo bene pure come numero 10. Cresciuto nel Génération Foot di Dakar, appunto partner del Metz, in molti sostengono che a nove anni la famiglia abbia rifiutato il Manchester City.
Boulaye Dia, l’elettricista che ha segnato in semifinale di Champions
Quattordici partite, 6 gol e 2 assist nei suoi primi mesi in Serie A. Un bottino che ha permesso a Boulaye Dia di arrivare al Mondiale in Qatar da protagonista del Senegal, con cui aveva vinto anche la Coppa d’Africa. Dietro tutto questo, però, c’è una storia di sofferenza e riscatto. Dia, 25 anni, si è dovuto mettere in luce a suon di gol nelle serie minori prima di esordire in Ligue 1 con la maglia del Reims nell’autunno 2018. Scartato da diverse società, tra cui il Lione, e dopo un provino col Saint-Etienne saltato per via di un guasto alla macchina, Boulaye è cresciuto in Francia, a Oyonnax, vicino alle Alpi, e ha lavorato a lungo come elettricista senza mai smettere di credere nel suo sogno. Coronato con il gol in semifinale di Champions rifilato al Liverpool nella scorsa stagione, con la maglia del Villarreal che poi lo ha ceduto in prestito a Salerno. Un altro posto dove è appurato che i desideri si realizzano.
Idrissa Gueye al centro delle polemiche
Trentatré anni, centrocampista centrale e titolare dell’Everton dov’è tornato a settembre dopo tre stagioni al Paris Saint-Germain. Questo è Idrissa Gueye da calciatore. Fuori, al contrario, è un po’ meno apprezzato per via delle sue posizioni nei confronti della comunità Lgbt+. Che tornano attuali in questi giorni visto che si andrà a giocare in un Paese dove certi diritti sono negati. Sul finire della scorsa Ligue 1 Gueye aveva dato vita a un caso di stato, in Francia e in Senegal, dopo aver chiesto di essere escluso dalla partita contro il Montpellier per non indossare la maglietta con i colori arcobaleno in una giornata che aveva l’obiettivo di combattere l’omofobia. Il calciatore è finito al centro di polemiche e prese di posizioni forti anche perché aveva fatto lo stesso l’anno prima, in quel caso annunciando una gastrite. Una situazione poi inasprita dalle parole del presidente del Senegal, Makcy Sal: «Sostengo Idrissa Gana Gueye. Le sue convinzioni religiose devono essere rispettate».