In oro massiccio, alta 36,5 centimetri e 13 di diametro con due strisce di malachite sulla base: la Coppa del Mondo, il Fifa World Cup Trophy, non è solo uno dei premi più ambiti da sollevare al cielo, ma anche da rubare. Ed è per questo che l’originale non viene tenuto né dai giocatori né dalla Federazione che vince il Mondiale, in questo caso l’Argentina di Leo Messi. Dopo averlo visto sparire per ben due volte nella storia, oggi la Fifa custodisce il suo gioiello più prezioso nel quartier generale di Zurigo, circondato da guardie, e lo tira fuori soltanto per poche, irrinunciabili, occasioni come la partita di apertura e quella finale. Poi, ci siamo chiesti, che cosa succede alla coppa?
Che fine fa la Coppa del Mondo quando finisce il Mondiale?
Beh, torna sotto chiave nella sede della Fifa a Zurigo. Quella che viene consegnata ai vincitori in realtà è una replica in bronzo, per lo meno placcata in oro. Chi vuole vedere la “vera” Coppa del Mondo deve prenotare un viaggio in Svizzera e una visita al museo. Oppure imbucarsi a qualche evento ufficiale, come tour, cerimonie e sorteggi. I giocatori, comunque, portano a casa preziose medaglie. Inoltre, è bene ricordare che l’attuale coppa non è quella ‘originale, ma è cambiata nel corso della storia. In seguito, per l’appunto, a un furto.
La storia della Coppa Rimet
Nel 1970, dopo la vittoria del Mondiale da parte del Brasile di Pelé, alla Federazione brasiliana fu concesso il privilegio di mantenere in perpetuo il trofeo, che allora si chiamava Coppa Rimet dal nome del fondatore del torneo, Jules Rimet. Fu proprio lui, con un particolare decreto, a far rimanere il premio in Brasile.
Infatti in vista dell’edizione del 1974 fu commissionata la creazione di una nuova Coppa del Mondo, quella attuale. Non solo la vecchia coppa Rimet era un po’ più piccola, ma era in argento placcato oro e, a differenza di quella attuale in cui due figure ‘sorreggono’ la Terra, la precedente versione era caratterizzata dalla presenza di Nike, la dea mitologica che rappresenta la vittoria alata.
Ma torniamo al Brasile: 13 anni dopo quel successo, il 20 dicembre 1983, un gruppetto di ladri s’intrufola nella sede della Federazione e riesce a rubare la Coppa Rimet. Non è più stata ritrovata e probabilmente fusa. Non è il primo attentato all’oggetto più ambito della storia del calcio: già nel 1966 fu rubato da una vetrina a Londra, però in quel caso recuperato. Una storia che s’intreccia anche con l’Italia: nel 1938, in epoca fascista, il segretario della Federcalcio Ottorino Barassi pensò che non fosse una buona idea lasciarla in banca a guerra in corso e così se la portò a casa, nascondendola in una vecchia scatola da scarpe. E in effetti passò inosservata durante le perquisizioni.
Per evitare tutto ciò, oggi non si muove da Zurigo.