Quando Puma e Adidas litigarono (di nuovo) per Pelé

by Costantino Giannattasio
Pelé

Pelé ha ‘inventato’ il calcio moderno, ma, come tutti i grandi campioni, la sua figura ha trasceso la prestazione sportiva diventando icona mondiale. Una delle prime provenienti dal mondo del pallone. Per lui i brand hanno iniziato presto a fare follie, tanto che Puma e Adidas sono arrivate a litigare per un’inquadratura televisiva che è entrata nella storia.

Non va dimenticato cosa c’è alle spalle di tutta questa storia: Adidas e Puma, infatti, appartengono a due fratelli. Rispettivamente Adolf e Rudolf Dassler. Dal 1948 i due hanno smesso di avere ogni tipo di rapporto, e chiuso l’azienda con la quale producevano scarpe quando gli americani hanno accusato Rudolf di far parte delle Waffen-SS, forza armata della Germania nazista.

Il rapporto tra i due si è deteriorato a tal punto da dare vita a due aziende diverse, giurando di non fare mai più affari insieme. E il ‘patto Pelé’, in tal senso, è stata un’inaspettata mano tesa l’un l’altro.

Il patto Pelé tra Puma e Adidas

Siamo nel 1970 e le due aziende di abbigliamento sportivo hanno stretto da un paio di anni un accordo di non belligeranza: il ‘patto Pelé’, appunto. Farsi la guerra a colpi di rilanci sarebbe stato controproducente ed economicamente impegnativo, quindi meglio non scontrarsi per far firmare un contratto a O Rei.

Ma il ‘patto’ non regge molto. Prima del quarto di finale dei Mondiali messicani fra Brasile e Perù, Rudolf Dassler spezza gli equilibri: contatta Pelé per offrigli 100mila dollari. Il piano è geniale. L’asso brasiliano dovrà chiedere all’arbitro di aspettare un attimo prima di fischiare l’inizio della partita per consentirgli di allacciarsi le scarpe, ovviamente targate Puma. Il fermo immagine qua sotto non è di grandissima qualità, ma rende l’idea.

pele puma

Così il calcio d’inizio si fa attendere e le telecamere stringono l’inquadratura su di lui. Tutto previsto, dato che anche uno dei cameraman è stato assoldato da Rudolf. Le vendite di Puma schizzano alle stelle. Adidas, come potete immaginare non la prende bene. È l’inizio del secondo atto della guerra tra Adidas e Puma. O se preferite, tra Adolf e Rudolf Dassler.