Bernardo Silva terzino sinistro è solo l’ultima mossa a sorpresa della carriera da allenatore di Pep Guardiola. Come sta andando? Proviamo a scoprirlo insieme.
La più grande invenzione tattica di Pep Guardiola è il «falso nueve», lo spostamento di Lionel Messi al centro del tridente d’attacco del Barcellona composto da Thierry Henry e Samuel Eto’o. Bisogna tornare indietro nel tempo, alla vigilia del Clásico contro il Real Madrid del 2 maggio 2009. Il tecnico spagnolo chiamò Messi nel suo ufficio: «Contro il Real Madrid giocherai al centro dell’attacco». Il resto è storia: il Barça gioca a tennis, vince 6-2, ipoteca LaLiga e qualche giorno più tardi alzerà la Champions nel cielo di Roma.
Il passato di Guardiola
Negli anni sono state diverse le intuizioni, non sempre geniali, di Guardiola. In passato è stato infatti (anche) ferocemente criticato, come quando nella finale di Champions contro il Chelsea fu accusato di aver scelto un undici iniziale troppo offensivo lasciando fuori Fernandinho, o come quando ai tempi del Bayern Monaco provò a difendere a tutto campo sulla MSN del Barcellona. Scelte che portarono a sconfitte pesanti: coppa alzata al cielo dai Blues nel primo caso e clamoroso 3-0 subito al Camp Nou nel secondo.
I maggiori detrattori del tecnico spagnolo gli contestano di snaturare troppo spesso le proprie squadre, soprattutto alla vigilia di appuntamenti importanti. Un’accusa che gli viene fatta da tempo, ma che ritorna fuori ciclicamente ogni qual volta arrivi una sconfitta importante. Non è questo il caso, ma l’ultima mossa di Guardiola sta facendo comunque e inevitabilmente discutere. Perché si tratta di Pep e perché vedere Bernardo Silva sulla linea dei difensori era un’ipotesi inimmaginabile fino a pochi giorni fa. Invece è successo, in ciascuna delle ultime tre partite del City e con risultati diversi.
La nuova mossa di Pep
Facciamo un passo indietro: la cessione di João Cancelo al Bayern Monaco ha aperto una voragine sulla corsia mancina di difesa dei Citizens. L’unico giocatore di ruolo è Sergio Gómez, classe 2000 arrivato in estate dall’Anderlecht. Guardiola, però, non sembra avere per il momento molta fiducia nei suoi confronti: finora ha giocato appena 5 partite. Serviva quindi un’altra soluzione, oltre allo spostamento di Aké dal centro alla fascia e a quella di Rico Lewis da destra a sinistra.
Pep l’ha trovata: come detto, è lo spostamento di Bernardo Silva a terzino sinistro. O meglio, in un «left-sided ‘half-back’», un mezzo-terzino sinistro com’è stato definito in Inghilterra: mezzala mancina in fase di possesso, laterale difensivo quando il pallone è tra i piedi degli avversari.
«Quando voglio mettere un terzino per contenere Saka, non schiero Bernardo. Ci metto Aké, un vero e proprio difensore. Ma io non volevo fermare Bukayo: volevo controllare l’Arsenal e dominare il gioco. Per questo ho messo Bernardo», ha dichiarato dopo lo scontro diretto di mercoledì contro i Gunners per spiegare la scelta di schierare il portoghese in difesa.
Allo stesso tempo, però, è stata la sostituzione dopo circa un’ora di gioco tra Mahrez e Akanji che ha cambiato la partita. Bernardo è avanzato in attacco, Aké è scalato sulla sinistra e l’ex Dortmund si è sistemato al centro della difesa al fianco di Ruben Dias. Una mossa che ha messo l’Arsenal spalle al muro, consentendo al City di ritrovare le proprie certezze e riaprire definitivamente la Premier vincendo 3-1.
Al 71′ è Bernardo, tornato sulla trequarti,
a dare il via all’azione che porta al gol di Grealish.
Com’è andata finora?
Già contro l’Aston Villa il portoghese aveva debuttato nell’insolita veste da terzino sinistro, ma la netta superiorità del City sui Villans gli aveva fatto vivere una partita di tranquillità quasi totale a livello difensivo. Contro l’Arsenal, invece, è stato più difficile: Saka è un cliente ostico per chiunque, a maggior ragione per un giocatore non abituato a stazionare in quelle zone di campo come Bernardo. E infatti la partita nella partita contro l’esterno di Arteta è davvero tosta per il 20 dei Citizens, che chiude il 1° tempo in affanno e con un giallo sulle spalle rimediato per fallo proprio nei confronti del talento dei Gunners.
Nel post-partita Guardiola aveva commentato le scelte iniziali nella partita contro Ødegaard e compagni definendole «orribili», ma alla vigilia del Nottigham Forest si era affrettato a smentire: «Non è assolutamente vero che mi riferisse a Bernardo. È un giocatore aggressivo nei duelli, l’ho scelto anche per quello. Inoltre, nelle stagioni precedenti lo avevamo già fatto con Delph e Zinchenko».
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Lo stessoex Monaco ha definito «molto difficili» i compiti che gli sono stati chiesti nel nuovo ruolo. Si è comunque è detto bendisposto a lavorare per migliorare: «Quando giochi in quelle posizioni devi avere una mentalità da difensore. Sei più concentrato sul non commettere errori e sul difendere bene, occupando gli spazi giusti, che sull’attaccare. È difficile, ma è una bella sfida».
Un ruolo i cui compiti sono gli stessi che Guardiola chiede da sempre ai suoi terzini, ovvero di accentrarsi in fase di possesso per aiutare nella costruzione dell’azione e abbassarsi in difesa quando il City è senza palla. A far parlare, naturalmente, è che a ricoprirlo sia un giocatore offensivo come Bernardo.
Il retroscena
In passato c’è stato un altro allenatore che ha provato a convincerlo a fare il terzino, ma i risultati sono stati decisamente pessimi. A raccontarlo è stato il portoghese, nel corso di un’intervista a El País nel 2019: «Durante il mio primo ritiro con la prima squadra del Benfica, Jorge Jesus non aveva fiducia in me e nelle amichevoli estive mi schierò come terzino sinistro. In quella stagione giocai solo una partita in campionato e alla fine mi disse che voleva che tornassi nella squadra B. Decisi che quella non era l’opzione migliore per me e mi trasferii al Monaco». Il resto è storia.
Tra presente e prospettive future
La terza partita di Bernardo Silva da terzino sinistro, quella contro il Nottingham Forest, ha confermato i dubbi sulla reale adattabilità del portoghese nei momenti della partita in cui la squadra deve difendersi e conservare il vantaggio. Il numero 20 ha portato in vantaggio i suoi con un bel tiro da fuori nel 1° tempo, ma Haaland ha sprecato un’incredibile doppia occasione al 67’ permettendo ai padroni di casa di restare in partita. Guardiola ha deciso di non togliere l’ex Monaco e proprio da una sua uscita affrettata sull’avversario è nata l’azione che ha portato al pareggio di Wood. 1-1 finale e Arsenal nuovamente a +2 con una partita da recuperare.
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Necessità imposta dalla mancanza di alternative di valore, ma anche la solita ‘lucida follia’ da parte dell’allenatore spagnolo: si spiega così la nuova vita di Bernardo Silva. L’idea di Guardiola sta facendo e continuerà a far discutere, soprattutto se dovesse continuare ad essere proposta anche in futuro. I primi risultati non hanno convinto pienamente, soprattutto contro avversari forti come l’Arsenal o in contesti in cui i Citizens devono difendersi per conservare il risultato. Ma d’altro canto, servirà un numero maggiore di partite per poter esprimere un giudizio definitivo sull’ultima intuizione della lunga carriera di Pep.