Mattia Bani, 29 anni, è una colonna della difesa del Genoa, in Serie B. Lo abbiamo intervistato sul canale Twitch di Cronache di spogliatoio a pochi giorni dal suo gol contro il Modena: «Una rete mi mancava da tanto tempo, è stata anche importante quindi sono molto contento». Grazie a lui, infatti, il Grifone ha pareggiato 2-2. «Mister Gilardino – ci racconta – si è presentato subito con grande umiltà, nonostante l’incredibile carriera di calciatore che ha alle spalle. In un momento molto particolare ci ha dato fiducia e ci ha responsabilizzato. I risultati poi gli hanno dato ragione e hanno dato inizio ad un percorso che sta dando bei frutti». E ora il Genoa è secondo in classifica. «Il sogno più a breve termine è ripotare il Genoa in Serie A, poi per il futuro sarebbe bello rimanere e vedere il Grifone consolidarsi tra le più forti d’Italia e magari raggiungere dei traguardi importanti insieme. Il prossimo mese sarà fondamentale».
Marcare Ronaldo al suo esordio
Era da un po’ di anni che Bani non scendeva in cadetteria, districandosi in Serie A tra Chievo, Bologna, Genoa e Parma. «Sono stati 5 anni incredibili, ho potuto affrontare alcuni dei migliori attaccanti al mondo, spero di tornarci presto. I due più forti? Higuaín e Dzeko. Il Pipita è velocissimo nei movimenti, non ti lascia spazio di manovra, mentre Dzeko è forte a 30 metri dalla porta come dentro l’area, un giocatore totale. Mi hanno impressionato più loro che Cristiano Ronaldo, che durante la partita si fa vedere meno, mentre loro dee sono sempre nel vivo del gioco, sono più impegnativi».
Ronaldo lo ha anche marcato in una sfida speciale, la prima del portoghese in Italia: «Era un sogno, lo avevo sempre e solo visto in tv e nei videogiochi, ricordo che il Chievo in quel periodo non era troppo seguito, invece quel giorno c’era tutto il mondo a vederci, tipo 700 televisioni. Un momento bellissimo. Non c’è stata nessuna battaglia per la maglia di CR7 a fine partita, l’aveva già prenotata Giaccherini, non so se poi per anzianità la prese Sorrentino, uno dei due comunque. Io mi sono preso quella di Chiellini, una di quelle a cui sono più affezionato».
Bani, Mihajlovic e gli altri tecnici
«Il primo gol in Serie A l’ho segnato col Bologna, all’esordio, l’inizio di un’annata bella ma difficile, con la consapevolezza dei problemi di salute che Mihjalovic ci aveva comunicato. Il ricordo che mi porto dentro di lui è che al mio secondo gol, contro la Samp, mi ha chiamato dall’ospedale e nonostante fosse un periodo molto difficile, ha voluto farmi i complimenti personalmente. Sono fortunato ad avere conosciuto una persona che anche al di fuori del calcio ha insegnato un po’ a tutti come affrontare la vita». Sul canale Twitch di Cronache, Bani ha parlato anche degli altri allenatori incontrati: «Juric? Era un bel martello già da allenatore della primavera del Genoa, si vedeva che aveva una personalità forte e un’idea già chiara di come voleva far giocare le sue squadre. I concetti che ci insegnò allora sono ancora il suo credo».
La gavetta iniziata in Toscana
Partito da Borgo San Lorenzo (Firenze) ha dovuto sudare ogni categoria per arrivare in alto. «Della gavetta in Serie D – spiega – mi porto dietro dietro il carattere, la volontà di non accontentarsi, di non sentirsi arrivati. Gli scontri in D sono più duri e ci sono meno tutele che col Var; l’agonismo di quel campionato ti porta ad avere una foga importante che poi in Serie A ho dovuto limare perché si gioca in maniera diversa». Da fiorentino e tifoso viola l’idolo è Dainelli: «Mi piaceva il suo modo di giocare, siamo stati anche compagni, è un personaggio incredibile, ancor più al di fuori del campo».