Se la sorpresa d’inizio stagione era l’Udinese, ora che i friulani sono a metà classifica – dietro al Bologna di Thiago Motta – non è certo svanita la magia. Chiedere a Lazar Vujadin Samardžić, 21 anni, centrocampista con 4 gol al suo secondo anno di Serie A. Un talento cresciuto a vista d’occhio, come ha detto Riccardo Trevisani al canale Twitch di Cronache di Spogliatoio: «Un fuoriclasse. Se va male, Samardžić finirà a giocare al Real Madrid o al Barcellona». «Ma sto bene all’Udinese, sento fiducia. So che posso crescere ancora», spiega Lazar, che abbiamo intervistato. Partito da Berlino, non il personaggio della Casa di Carta ma l’Hertha, dove ha giocato con l’attuale veronese Ondrej Duda e l’ex genoano Krzysztof Piątek. «Sono un centrocampista creativo – ci dice Samardžić – con visione di gioco, tecnica e capacità di finalizzazione». Poliedrico. Sia in un 4-4-2 (ci giocò nelle Nazionali giovanili tedesche, con Knauff e Moukoko) che nel 3-5-2 dell’Udinese: «Gioco volentieri da numero 10 ma anche da 8, sono duttile. A me basta giocare e divertirmi. Anzi, no. Voglio giocare, divertirmi e fare la differenza».
Visualizza questo post su Instagram
La famiglia Samardžić, calcio e teatro
Lazar Vujadin Samardžić nasce il 24 febbraio 2002 a Berlino, e gioca a calcio sin da piccolo. «Una passione ereditata dalla famiglia. Mia madre ha praticato diversi sport, mio padre ancora oggi gioca volentieri a calcio. È come se fossi nato col pallone, da sempre tutti mi sostengono. I miei genitori, i miei nonni, i miei fratelli. Il più piccolo ha 13 anni, fa l’attaccante al Berliner Sport Club (sesto livello del calcio tedesco, in Berlin-Liga, campionato tra soli club della capitale, ndr), il più grande ha 18 anni ed è un attore famoso». Si chiama Luka: «Si esibisce da anni al Friedrichstadt-Palast, il teatro di Berlino col palcoscenico più grande al mondo, e ora studia a Londra. Siamo una famiglia molto legata – spiega Lazar a Cronache – tipo le tipiche famiglie balcaniche. Lì coltiviamo le tradizioni, ad esempio si tramanda il nome del nonno. Io mi chiamo Vujadin, proprio come lui».
‘Zecca’, e tanti gol quante partite
Lazar Samardžić ha 7 anni quando entra all’Hertha Berlino, la Vecchia Signora (Die Alte Dame) di Germania: «Per me, Berlino è casa. È dove sono nato, sono cresciuto e dove vive la mia famiglia. Giocare all’Hertha è stata una fortuna, ma è col talento che ho incontrato Andreas Neuendorf, che ancora oggi è il mio tifoso numero uno». Ora, Andreas Neuendorf, detto Zecke – vuol dire “zecca”: ottenne il soprannome dopo un morso – è un ex centrocampista tra le altre di Bayer Leverkusen ed Hertha, che dipingeva quadri e nel 2015 ha iniziato ad allenare l’U15 dei berlinesi. Qui allena Samardžić, che in biancoblù gioca dieci anni. In più categorie: 3 gol e 2 assist in Bundesliga U19, dove Kicker scrive: «È il migliore dei suoi coetanei per creatività e visione di gioco», poi 40 gol e 14 assist in 40 partite di B-jugend Bundesliga, quindi 14 gol e 6 assist in 16 partite di A-jugend Bundesliga. Fin qui, tantissimi gol, per essere un centrocampista. Ma non a tutti piace Samardžić: il giornalista Carsten Schröter-Lorenz lo definisce un po’ lento. «L’ha fatto per motivarmi e farmi crescere sempre di più – sorride Lazar a Cronache – continuo a seguire il suo consiglio». Mentre il suo ex allenatore, Michael Feichtenbeiner, sostiene che questo gol qui sotto descriva lo stile di Samardžić alla perfezione: «Me lo ricordo ancora molto bene! È stata una rete speciale, io sono stato creativo ma devo dire che i difensori non mi hanno marcato abbastanza da vicino», sorride.
Die U17 von Zecke gewann am vergangenen Wochenende gegen @FCBjuniorteam. Auch dank dieses Treffers von Lazar Samardzic 😎🔥 #hahohe pic.twitter.com/TxobuESoYq
— Hertha BSC Fußball-Akademie (@HerthaBubis) August 10, 2017
Lipsia: «Un momento prezioso»
Venerdì 22 maggio 2020, l’Hertha Berlino di Bruno Labbadia stravince il derby di Berlino: 4-0 in casa con l’Union. Lazar Samardžić entra all’81’ al posto di Per Skjelbred e si piazza sulla trequarti tra Dilrosun e Lukebakio, Darida e Matheus Cunha. Dopo il debutto in Bundesliga, gioca però sole due altre partite, 23 minuti. A settembre, Samardžić si trasferisce al Red Bull Lipsia. Il d.s. Markus Krösche lo presenta: «È uno dei talenti migliori di tutta la Germania», ad attenderlo trova il calcio adrenalinico di Julian Nagelsmann: «Lipsia è stata la mia prima fermata fuori Berlino – racconta a Cronache Lazar Samardžić – un momento prezioso, per come è gestito il club, tutto così avanzato. Mi hanno permesso di crescere al meglio e giocare un po’ più in Bundesliga». Sì, ma non troppo di più: 7 presenze in campionato e 2 in Coppa di Germania. Sole 3 da titolare, due a centrocampo accanto a capitan Sabitzer, una sulla linea di Dani Olmo, dietro Sørloth che oggi è rinato alla Real Sociedad. C’è tanta concorrenza, da Forsberg a Christoper Nkunku, ed è qui che arriva l’Udinese.
Udinese: «Un rapporto speciale»
Il 6 agosto 2021, Lazar Samardžić firma con l’Udinese. «Nel calcio è un fenomeno frequente» dice a Cronache il centrocampista tedesco. «Quando arriva un nuovo allenatore, ha la sua filosofia, il suo modo di vedere il calcio. A Lipsia è arrivato un nuovo mister [l’americano Jesse Marsch, nda] e non mi garantiva minutaggio. A me serviva giocare il più possibile. Il Lipsia voleva cedermi in prestito, io non volevo, poi loro non volevano rafforzare una diretta concorrente in Bundesliga». Il primo impatto di Samardžić col calcio italiano non è niente male: 22 presenze, 2 gol e 2 assist, due tecnici – Luca Gotti e Gabriele Cioffi – e tanti compagni stranieri. Solo a centrocampo, con lui, ci sono un brasiliano (Walace), un argentino (Pereyra), uno sloveno (Lovric), c’era il francese ex Nizza Makengo e c’è il tedesco Tolgay Arslan. «Mi ha aiutato ogni tanto, ma mi sono ambientato molto bene – confida Samardžić – e sto bene con tutti. Nello spogliatoio c’è un rapporto speciale, in allenamento cerco di dare il massimo e in partita mi piace mostrare le mie qualità, le mie idee, la mia dedizione, la mia passione, il mio entusiasmo».
«Non c’è un segreto, siamo uniti»
Se al primo anno Lazar Samardžić ha segnato due gol (a Spezia ed Empoli), in questa stagione – la sua seconda in Italia – ha già fatto il bis. Quattro gol, a Roma, Sassuolo, il Napoli capolista e Verona. E c’è qualcosa di nuovo: «In realtà è successo come a Lipsia. C’è un nuovo allenatore [Andrea Sottil, nda] e porta le sue idee. Ora abbiamo una rosa con più qualità e più soluzioni, la preparazione in estate è andata bene e a inizio stagione abbiamo avuto bei risultati, come le sei vittorie di fila. È qualcosa che aiuta ogni allenatore. Non c’è un segreto, semplicemente scendiamo in campo uniti e non ci lasciamo sorprendere dalle difficoltà o dalle sconfitte. Siamo difficili da affrontare, in più possiamo segnare in ogni momento. Dopo le prime 14 partite, avevamo 12 marcatori diversi». Il totale aggiornato è 13: togli Beto e trovi che Samardžić è il miglior marcatore dei friulani. E il 14° potrebbe essere Florian Thauvin, arrivato a gennaio per sostituire l’infortunato Deulofeu.
*traduzione dal tedesco di Matteo Lignelli.