Il primo confronto è andato male. Anzi, malissimo. L’allievo non ha superato il maestro, ma di sicuro aspetta di incontrarlo ad armi pari. Troppa la differenza tra il City di Pep Guardiola e il Burnley del suo ex difensore a Manchester, Vincent Kompany, sconfitto 6-0 in FA Cup. A prescindere da questo, però, il campione belga, che oggi ha 36 anni, sta andando alla grande alla sua prima stagione in Inghilterra e corre a testa alta verso la promozione in Premier League. Il suo Burnley, prima di incontrare Guardiola, non perdeva da dicembre e ha subìto solo due sconfitte da agosto. Insomma, dopo l’amara retrocessione dello scorso anno, con Kompany le cose sono cambiate e grazie ai 13 punti di vantaggio sulla seconda (lo Sheffield) e i 26 sulla terza (il Middlesbrough) è iniziato il conto alla rovescia per la vittoria della Championship.
Una stagione da record
Dopo aver chiuso la carriera da calciatore con 12 trofei e il terzo posto al Mondiale del 2018 con il Belgio, nel 2019 Kompany è tornato all’Anderlecht dove tutto era cominciato e dall’estate 2020 ne ha preso le redini. Ha chiuso con un quarto e un terzo posto, poi ha accettato la chiamata del Burnley. Il lavoro strepitoso che ha portato avanti è testimoniato dal fatto che su tanti giornali inglesi si chiedono se la sua squadra sia la migliore della storia della Championship. I conti si faranno a maggio: per adesso se la gioca con il Reading del 2006 e il Sunderland del 1999.
Ben 79 gol fatti e solo 29 subiti in campionato e nessuna sconfitta a Turf Moor, il cuore pulsante di una cittadina di 88 mila abitanti dove è possibile una sola fede, qualcosa che ha responsabilizzato Kompany fin dall’inizio. L’ala (o trequartista) Nathan Tella, classe ’99 in prestito dal Southampton è il capocannoniere con 17 reti, ma quello che impressiona davvero è che sono andati in gol ben 19 giocatori diversi solo in campionato.
Kompany, uno sguardo ai maestri e uno all’attacco
Insomma, il debutto nel calcio inglese non poteva andare meglio, e ormai è solo questione di mesi per quello in Premier League, che avverrebbe a 37 anni. Una bella ventata di aria fresca nella società che una stagione fa aveva l’undici titolare più vecchio della prima divisione inglese. Ma che allenatore è Kompany? «Sono un difensore, o almeno lo sono sempre stato, ma la mia passione è avere squadre che cercano di segnare più possibile» dice di sé l’ex centrale belga che ha passato 12 anni al Manchester City e ha avuto modo di lavorare con Pep Guardiola, ma anche con Roberto Mancini e Manuel Pellegrini. A livello tattico, una delle certezze è la difesa a 4 e il modulo più utilizzato il 4-2-3-1, con deroga al 4-3-3.
Finora, però, ha colpito pure la solidità mentale del suo Burnley. Una squadra che non si è mai esaltata, non ha mai abbassato la guardia. «Se non ho una squadra che lavora sodo, preferisco andare a casa» ammette con sguardo serio Kompany, ribadendo i due principi che lo guidano: il duro lavoro, appunto, e l’unità del gruppo. Oltre all’orgoglio di rappresentare una comunità di famiglie che stravedono per la squadra locale. L’altro aspetto da sottolineare è che il Burnley domina in Championship anche per quanto riguarda il possesso palla. «Il mio messaggio ai giocatori è: ‘Se hai la palla, non c’è bisogno di darla via’» la spiegazione di Kompany in un’intervista. Certo, la disponibilità economica per costruire la squadra ha dato una grossa mano.
Intanto, in attesa della festa promozione, Guardiola lo ha già ‘battezzato’ come suo successore prima di stenderlo in FA Cup: «Sono felicissimo per i suoi successi, ma so che prima o poi tornerà a Manchester. Il suo destino da allenatore del City è già scritto nelle stelle. Succederà. Non so quando, però succederà».