In una stanza del ritiro dell’Argentina Sub-20 impegnata al Mondiale che si sta giocando in patria si ascolta una musica diversa dal rap, dal reggaeton o dal pop urbano: il Chamamé, un genere popolare del nord-est argentino e dichiarato patrimonio dell’Unesco nel 2018. Ad ascoltarlo è Alejo Veliz, il numero 9 della nazionale guidata da Mascherano e di proprietà del Rosario Central, che ha esordito con un gol all’Uzbekistan nella prima giornata del torneo e si è ripetuto contro il Guatemala.
Alejo Veliz, da campione nazionale di ballo ai gol
Gol e musica lo hanno sempre accompagnato nella sua vita. Il classe 2003 è cresciuto in un’umile famiglia di Gödeken, 190 chilometri a ovest di Rosario e più di 400 da Buenos Aires. L’infanzia di Alejo è stata segnata da 2 passioni: il calcio e il malambo, una danza folkloristica per soli uomini. Era così bravo che è stato campione nazionale nella categoria bambini in un festival a Cosquín in rappresentanza della provincia di Santa Fe. La passione per il pallone invece gliel’ha trasmessa papà Sergio che lo accompagnava a giocare nel baby fútbol di Gödeken all’età di 3 anni, poi a 6 la famiglia si è trasferita a Bernardo de Irigoyen, città natale di mamma Andrea situata a 97 chilometri a nord di Rosario. Lì ha continuato a giocare nell’Unión Deportiva y Cultural, ma senza smettere di ballare.
¿Cómo baila Véliz el malambo? Así… pic.twitter.com/lm5xyTEVmL
— SportsCenter (@SC_ESPN) May 20, 2023
Nel 2019, Véliz ha vinto la classifica cannonieri nella Liga Galvense con 26 gol nella sua categoria. Numeri e prestazioni che hanno attirato l’interesse del Colón di Santa Fe, dove non c’era la pensione ed erano i suoi nonni ad accompagnarlo al campo per gli allenamenti, e poi ecco il Rosario Central. È stato in quel momento che ha abbandonato il ballo. Dopo una prima prova di 4 giorni, al Canalla si è presentato al ritiro prestagionale quando però gli è stato richiesto di superare un altro provino visto che nel frattempo era cambiato l’allenatore della Quinta Division. Ennesimo test superato, ma la pandemia gli ha impedito di debuttare e a 17 anni aveva più dubbi che certezze sul quella che sarebbe stata la sua carriera. Questione di tempo, visto che nel 2021 ha esordito con la maglia azul y amarilla, per poi essere promosso nella Reserva e a luglio 2021 è arrivato la prima presenza con i grandi, in Copa Sudamericana contro i venezuelani del Deportivo Táchira.
Dal vivaio Canalla ai consigli di Tévez
La difficile situazione economica del Rosario Central ha spinto il club a scommettere sui giovani. Da Lautaro Blanco e Facundo Buonanotte venduti rispettivamente all’Elche e al Brighton, ma convocati da Scaloni per le amichevoli di marzo, fino a Tanlongo oggi allo Sporting, e Gino Infantino e Véliz, entrambi ancora al club rosarino. Giovani lanciati e valorizzati soprattutto nella gestione Carlitos Tévez che nel 2022 ha guidato il Rosario Central.
Di destro o di sinistro, forte di testa grazie anche ai suoi 187 cm, lo scorso anno Véliz ha segnato 8 reti tra Copa de la Liga e Liga Profesional, di cui una decisiva nel Clàsico rosarino contro il Newell’s, alla prima da titolare con Carlitos in panchina. Cifra quasi eguagliata in un solo semestre nel 2023, con 6 gol in 14 presenze nella Superliga 2023. E oltre al gol nel Clàsico, Veliz si è preso le prime pagine dei giornali grazie ai 4 gol alle big come Boca Juniors, River Plate e Racing. Agli onori della cronaca ci è finito anche per un incidente d’auto mentre andava all’allenamento lo scorso aprile. Solo qualche danno alla macchina, per fortuna. Con il Rosario Central ha un contratto fino al 2025, con clausola rescissoria di 15 milioni e non è in possesso del passaporto comunitario. E dopo i 2 gol nelle prime giornate della fase a gironi del Mondiale, Véliz, cercherà di ripetersi, con il sogno di emulare Messi, Agüero e Saviola, capocannonieri del Mondiale Sub-20 con l’Albiceleste, prima di segnare in Eurooa.