Numero 16 sulle spalle, nessuna pressione e tanta consapevolezza dei propri mezzi. Così si è presentato Giacomo Faticanti al mondiale argentino. Le 3 partite da titolare hanno mostrato le sue capacità di vestire i panni del ‘metronomo’, abile nel dare equilibrio e verticalità alla squadra. Da subito ha preso in mano le redini del centrocampo azzurrino e, insieme ai ‘colleghi’ Prati e Casadei, sta facendo la differenza. Giocate semplici, tanta concretezza e un impeccabile posizionamento difensivo, sono le basi del suo calcio. «Da piccolo ero un po’ cicciottello e non ero il migliore, atleticamente parlando. Ho sempre riconosciuto i miei limiti e ho cercato, fin da bambino, di svilupparmi per giocare un ‘calcio intelligente’. Mi piace giocare spesso a due tocchi, preparandomi in anticipo le giocate da fare».
Il sogno Mondiale
Oggi Giacomo e compagni hanno battuto l’Inghilterra e sono arrivati ai quarti di finale. Il sogno di questi ragazzi è vincere un trofeo così prestigioso con la maglia azzurra, mettendo la ciliegina sulla torta a un’esperienza indimenticabile. «Quello che stiamo vivendo in questi giorni ci rimarrà dentro per sempre. Siamo un gruppo affiatato e qui ci sentiamo giocatori veri. Siamo in Argentina, dove si vive per il calcio e questa passione ci viene trasmessa tutti i giorni dalle persone che incontriamo. Stadi sempre pieni, gente che ci chiede autografi e foto per strada. Sono fortunato a vivere questa esperienza e allo stesso tempo so che è frutto di un lungo percorso fatto di tanti sacrifici». Il viaggio di Giacomo parte da lontano e, sulle orme del suo idolo Daniele De Rossi, vuole diventare il prossimo centrocampista della Roma e dell’Italia.
La vita romana di Faticanti
Nato a Roma, nel luglio 2004, è cresciuto sognando di vestire la maglia giallorossa. Dopo una parentesi nelle giovanili del Frosinone, infatti, ha vissuto con quei colori ‘cuciti’ addosso. Arrivato nel 2018, è stato subito aggregato agli under 15 e, al primo anno in giallorosso, ha subito vinto il campionato, che mancava da cinque anni. Negli anni è cresciuto fisicamente e, soprattutto, è maturato mentalmente; questo percorso personale lo ha portato a diventare il capitano della primavera romanista. «Ho sempre sognato di giocare per la Roma. Questo è il mio terzo anno da capitano in Primavera. Ora mi sento pronto per il calcio dei grandi e non vedo l’ora di potermi mettere alla prova con le prossime sfide». Nonostante la giovane età mostra tanta fiducia nelle sue abilità e spera, un giorno, di poter scendere in campo all’Olimpico con la maglia numero 16, emulando le giocate del suo idolo; «per me Daniele De Rossi è importante. Spesso ci sentiamo, mi dà dei consigli e mi dice che giocatori seguire per migliorarmi sempre di più. Poter avere un confronto con un giocatore del suo calibro è il sogno di tutti ed è per me un motivo d’orgoglio».
Il rapporto con Daniele è iniziato dopo una partita del campionato primavera: «Daniele mi scrisse dopo il gol che ho segnato l’anno scorso contro il Milan. Mi disse che avevo fatto un gol da giocatore vero e aggiunse che la maglia numero 16 era in mani sicure». Il tuo idolo, calciatore e uomo di riferimento, che ti scrive per farti i complimenti. Un’emozione tale può essere paragonata soltanto a ciò che, nella fredda serata di Helsinki, Giacomo ha provato esordendo in Europa League: «È stata una cosa fantastica. Tifo la Roma da sempre ed esordire con la squadra del mio cuore, con un allenatore come Mourinho è stato qualcosa di indimenticabile».
Nell’agosto del 2022 la società giallorossa ha annunciato il rinnovo di Faticanti, che ha prolungato il suo contratto con i capitolini fino al 2026. Vincenzo Vergine, responsabile del settore giovanile della Roma, ha parlato così di Faticanti a margine del rinnovo: «Giacomo rispecchia i valori che cerchiamo nei nostri ragazzi e ha tutto per proseguire in un percorso di crescita costante e ricco di soddisfazioni. Per questo siamo estremamente felici di poter annunciare il suo rinnovo».
Giacomo è ancora giovanissimo ma è consapevole di avere davanti a sé un futuro luminoso. In campo ha scelto di vivere ‘una vita da mediano’ e vuole rimanere lì nel mezzo per continuare a sognare.