Brescia-Cosenza, decisivo turno dei playout di Serie B, metteva di fronte due realtà, distanti e diverse, costrette a fare di tutto per riscattare la stagione deludente. Si presentava come una sfida agli antipodi: 1000 km separano le due città. Profondo sud contro estremo nord. Entrambe a quota 40 punti, avevano concluso il proprio campionato con 9 vittorie, 13 pareggi e 16 sconfitte. Tutto lasciava presagire due partite molto equilibrate. Il punteggio della gara di ritorno, terminata 1-1, avrebbe salvato il Brescia, grazie alla migliore differenza reti ottenuta durante l’anno. All’andata, nella cornice dello stadio Luigi Marulla, pieno come non si vedeva dal playout della scorsa stagione, è stata la rete di un giovane classe 2003 a far esplodere il tifo rossoblu; Marco Nasti, grazie a un gol da opportunista, arrivato su una corta respinta del portiere avversario, ha sbloccato una partita difficile segnando un gol pesantissimo. La sua zampata, infatti, è risultata decisiva, visto il punteggio del match del Rigamonti, per salvare il Cosenza. Nell’anno in cui Brescia, insieme a Bergamo, è Capitale Italiana della Cultura, la notte di follia dei tifosi delle rondinelle è stato uno spettacolo vergognoso che non ha nulla a che fare con la cultura e, soprattutto, con lo sport: «Siamo rimasti chiusi nello spogliatoio fino alle tre di notte. Con noi c’erano anche i nostri familiari che sono dovuti scappare dagli spalti». Per dimenticare questa notte folle, Marco può guardare con piacere la sua prima stagione nel calcio che conta.
Il primo anno di Nasti tra i ‘grandi’
In estate, dopo un importante cammino, da protagonista, con le maglie delle giovanili del Milan, ha deciso di mettersi alla prova e di giocare per la prima volta lontano da casa. La prima stagione tra i grandi è stata un duro banco di prova che, tra mille difficoltà, ha sicuramente rafforzato lo spirito e la mentalità di Nasti. «La prima parte di stagione è stata molto difficile. Ho faticato ad abituarmi all’intensità della serie B». La differenza, nel caso di Nasti, l’hanno fatta il gruppo e la fiducia che i compagni gli hanno trasmesso, giorno dopo giorno: «Voglio ringraziare pubblicamente Michele Rigione. È il nostro capitano e per quanto mi riguarda è stato di fondamentale importanza per me. Dal primo giorno ha sempre cercato di aiutarmi e ha sempre creduto in me». La svolta, nella stagione personale del giovane milanese, è arrivata grazie alla partita contro la Reggina. Dopo essere subentrato, nel giro di 1 minuto, ha segnato un incredibile doppietta che ha regalato tre punti fondamentali in ottica salvezza. «Da lì è iniziato un altro campionato per me. Quel giorno e quella doppietta mi hanno dato l’autostima e la fiducia necessarie per spingere ancora di più». Dopo neanche un mese da quella partita, infatti, Nasti ha siglato anche il gol vittoria contro il Pisa, che è valso altri tre punti chiave al Cosenza.
La rinuncia al Mondiale per salvare la sua squadra
Col passare dei giorni il suo rapporto con la piazza e coi suoi tifosi è diventato sempre più forte, tanto da spingerlo a rinunciare a quella che poteva essere un’esperienza indimenticabile: in questo momento poteva essere dall’altra parte del mondo, pronto a combattere, al fianco dei suoi coetanei, nel Mondiale U20. Marco, a malincuore, ha scartato questa opzione perché sentiva il bisogno di rimanere a Cosenza, per aiutare i suoi compagni a salvare la propria squadra dall’incubo Serie C. «A Cosenza sono stato da Dio. È incredibile la passione e il calore che i tifosi ci trasmettono ogni giorno. È stata una scelta difficile, ma lo dovevo ai miei compagni, alla società e alla città». Il gol decisivo è stato la giusta ricompensa per il coraggio e la determinazione dimostrate e ha regalato a Marco una notte indimenticabile: «È stato incredibile sentire tutto lo stadio gridare il mio nome. È stata una notte speciale che difficilmente io e Cosenza dimenticheremo».
Ha concluso la stagione con 27 presenze e 5 gol, numeri che testimoniano la crescita avuta partita dopo partita. Nell’esperienza milanista ha avuto la fortuna di allenarsi con attaccanti del calibro di Giroud e Ibra, calciatori dai quali un giovane può solo imparare: «Allenarsi al fianco di questi campioni è incredibile. Ti spingono ad andare sempre oltre, a non accontentarti mai. Un giorno durante un possesso palla non ho passato il pallone a Ibra; mi ha mangiato la faccia e mi ha fatto capire quanto conta ogni dettaglio e ogni minuto di allenamento». Anche in serie B ha affrontato grandi numeri 9 da cui ha potuto prendere spunto, a partire dal ‘cagliaritano’ Gianluca Lapadula. «È un animale, mi fa impazzire per come si muove e per come attacca la porta. Se arriva un pallone in area, lui si fa sempre trovare pronto».
Oggi, anche grazie ai suoi gol, il Cosenza è nuovamente salvo. Nasti in estate farà ritorno a Milano, sponda Milan. Non sa ancora cosa gli riserverà il futuro, ma la strada intrapresa è quella giusta.