La Fiorentina Primavera è diventata un caso di studio. L’ultima squadra a essersi iscritta alla lista dei ‘cacciatori di Aquilani’ è il Pisa, che sta cercando un profilo anti-normie per la propria panchina dopo aver offerto la prima occasione da ds a Kolarov. Del tecnico 38enne Alberto Aquilani, che fino a ora ha sperimentato soltanto il calcio giovanile (8 finali e 5 trofei vinti, con la Fiorentina giunta quest’anno alla finale Scudetto), piace la crescente consapevolezza.
Dati e risultati combaciano
Ha mantenuto fino a ora un profilo basso: sia quando lo hanno cercato all’estero, sia quando gli hanno chiesto se si sentisse pronto per sostituire Italiano alla Fiorentina. «Il merito è dei ragazzi. Il Club deve essere fiducioso perché ha dei giovani importanti». Di Aquilani viene apprezzata la maturità che sta dimostrando come allenatore. Non si guardano i giovani lanciati, bensì i risultati, che arrivano a prescindere dal valore della squadra. Premiato come allenatore dell’anno del campionato Primavera, la sua Fiorentina ha numeri che parlano da soli. In allenamento lavora principalmente con il pallone: tanti possessi e precisione nei dettagli della costruzione.
I dati di questo campionato Primavera 1 (regular season chiusa al 2° posto in classifica) ci dicono che la Fiorentina ha la seconda miglior difesa del campionato dopo la capolista (35 gol subiti); subisce meno tiri di tutte le altre squadre; è prima per possesso palla (59% medio x gara) e quarta per tocchi in area avversaria (17 medi x gara); è infine seconda per indice di pressing (PPDA), valore tramite cui si dà una misura al pressing offensivo.
Impostazione tattica e mentale
Nell’intervista che abbiamo realizzato insieme a febbraio dopo la vittoria della Coppa Italia Primavera, ci aveva detto che «in Italia il risultato è in prima linea, e la cosa non mi piace troppo. È una cultura, è una mentalità è difficile da cambiare». A dir la verità, però, sono proprio i risultati – e il modo con cui li ha raggiunti – ad aver colpito la massa. Alle spalle di De Zerbi, è lui l’altro allenatore che scalda per proposta di gioco ed espressione.
Dopo aver reso la Fiorentina regina di coppe (5 già vinte) adesso si gioca lo Scudetto contro il Lecce. Sono cambiati gli interpreti negli anni, e il suo gioco è cresciuto insieme a lui. Alcune fasi d’impostazione sono una masterclass sui social: tra Guardiola, il Brighton e Spalletti, ci puoi trovare la Primavera viola che riparte dal basso. Dall’estero a Sassuolo, passando per la Serie B. Un profilo che intriga per la concretezza con cui si è imposto nel calcio giovanile italiano che lascia ben presagire per il salto. L’audacia nelle scelte lo ha premiato: a inizio stagione ha scelto di puntare sul portiere Martinelli (’06) da sottoetà rendendolo uno dei migliori in circolazione (era titolare all’Europeo u17 ed è già in rosa della Prima Squadra).
L’allenatore in seconda è Cristian Agnelli, ex capitano del Foggia di De Zerbi in Serie C, arrivato quest’anno al posto di Marcello Quinto (sempre ex Foggia) che è andato proprio alla corte del Brighton. Aquilani sperimenta e performa con il suo staff composto da circa 10 membri specializzati. Ha iniziato per qualche mese con l’u18 viola per poi passare tra i grandi come collaboratore e infine in Primavera. L’obiettivo dichiarato è arrivare in Serie A e sembra che questa possa essere davvero l’estate del grande salto tra i professionisti.