Il bello è che dopo tanto silenzio, almeno nelle nostre latitudini, George Weah (ex grande calciatore del Milan degli anni Novanta) qualche giorno fa se n’era uscito così in un’intervista a La Gazzetta dello Sport: «Io sono da sempre stato un tifoso della Juventus». E proprio adesso il figlio Timothy è pronto a vestire la maglia della sua squadra del cuore: la Juve ha trovato un accordo con il Lille e Tim è pronto vestirsi di bianconero. Let’s ‘play the game’, come piace dire a Timothy col suo slang statunitense che lo fa sembrare quasi più una star NBA. Anche se il talento lo ha tra i piedi.
Chi è Timothy Weah, il figlio di George che giocherà nella Juventus
Prima di tutto c’è da chiarire che, a livello di gioco, Timothy Weah assomiglia poco a George. Il padre era una grande punta, Timothy è un esterno. Veloce e tecnico. Nasce come esterno destro alto, ma in carriera ha giocato anche da terzino. Si può quindi percepire come possa risultare perfettamente funzionale al 3-5-2 su cui Allegri ha puntato. Timothy Weah nasce il 22 febbraio del 2000 a New York, mentre il padre gioca al Chelsea. Cresce nel settore giovanile del Red Bull New York e poi viene preso dal PSG. A Parigi, però, si sa: affermarsi in prima squadra è molto difficile, visto il roster. E quindi Timothy va prima in prestito al Celtic (4 gol e 1 assist in 17 presenze) e poi al Lille a titolo definitivo nel luglio del 2019. Bilancio complessivo: 8 gol e 8 assist in 107 presenze. Insomma, lo avrete capito: aspettatevi sfrecciate sulla fascia, guizzi, ma non gol a raffica. Non fatevi confondere dal nome.
L’eredità dei genitori: il calcio c’entra il giusto
Ciò che invece è stato trasmesso da genitori a figlio sono concetti più importanti. Lo ha raccontato Timothy stesso: «La mia è una famiglia di guerrieri che viene da una tribù in Liberia. Hanno lottato contro la schiavitù con perseveranza, usando ogni forza. Mio padre è diventato quel che è diventato partendo da quelle condizioni. Oggi (George è presidente della Liberia, ndr) vuole rendere ai suoi connazionali più poveri quello che lui non ha mai avuto da piccolo. È esemplare. Mia madre lo stesso: viene dal nulla, ha dovuto lottare per tutto. Ecco, per rispettare quel che hanno fatto i miei genitori, devo fare il massimo possibile. Devo a loro l’attitudine del saper lottare per raggiungere i propri sogni».
Timothy Weah: lo trovate anche su Soundcloud
Se non avesse fatto il calciatore avrebbe fatto il musicista. Da piccolo a scuola suonava il violino. La passione si è poi spostata verso l’Hip-Hop e l’R’n’B. Oggi Timothy Weah ha anche uno studio dove scrive e produce musica, dando sfogo a una passione di lunga durata. Se cercare “Timothy Weah” su Soundcloud potete trovare e ascoltare ancora alcune delle sue produzioni. E per il futuro ha detto di star lavorando a un album (Leão, occhio al tuo nuovo competitor!).
Non fidatevi di FIFA
Ah, per gli infognati di FIFA: non fate affidamento ai valori che sono stati attribuiti a Timothy Weah: «EA Sports, qual è il vostro problema?», disse scherzando in un’intervista quando gli fu chiesto un parere sulla sua card, lamentando di avere valutazione troppo bassa. Quindi, non fidatevi. Parola di Tim, il ragazzo che cresce: la bacheca è già ricca di trofei (tre campionati tra PSG e Lille, altrettante coppe nazionali) e le opportunità continuano ad arrivare nel suo percorso di crescita. Dopo aver partecipato al Mondiale con i suoi USA (segnando anche un gol nell’1-1 contro il Galles), ora per lui c’è la Serie A. Sulle orme del padre, con una testa da adulto e con la maglia della Juventus. Meglio di così, George non poteva proprio chiedere.