Luca Tremolada ha giocato con Tonali ed è uno degli ultimi 10 rimasti

by Lorenzo Lombardi
Luca tremolada intervista

Luca Tremolada è un vero numero 10, dentro e fuori dal campo. Quest’anno, grazie al suo mancino vellutato, ha fornito ben 12 assist ai propri compagni, record per la Serie B 22/23. Alcuni da calcio piazzato; altri sfoderando vere e proprie perle (da vedere e rivedere l’assist in Modena-Benevento, che ha mandato in rete Davide Diaw). Nella vita di tutti i giorni, al di fuori del rettangolo verde, Tremolada ha una personalità forte e ben delineata. Tanti gli hobby, a partire dalle sneakers, passando per l’NBA per arrivare al manga One Piece, vera e propria fonte di ispirazione personale. «Amo seguire le mie passioni. Le scarpe ormai sono una malattia; a casa ho una stanza dedicata interamente a loro; ci sono dei pezzi incredibili. One Piece invece è uno stile di vita. Molte persone lo sottovalutano e lo vedono solo come uno stupido cartone per bambini. Al suo interno, però, ci sono grandi lezioni di vita che si possono applicare nella quotidianità». Una vita alla ricerca della bellezza, della gioia e del divertimento. Una carriera che, tra alti e bassi, lo ha visto protagonista di tante ottime annate. Quest’anno ha dato un ulteriore conferma delle sue qualità e, più volte, ha fatto stropicciare gli occhi ai tifosi.

Luca tremolada intervista 2

Luca Tremolada esulta come Trafalgar Law di One Piece

 

L’esperienza a Modena di Tremolada

Questo era il secondo anno a Modena per Luca Tremolada. L’esperienza coi ‘canarini’ è partita in Serie C, dominando il campionato e vincendolo grazie al clamoroso gol del portiere Gagno. Tremolada, 31 anni, l’anno scorso, si è reso protagonista, segnando 10 gol e fornendo 7 assist. Ai nastri di partenza della Serie B 2022/23, nessuno si aspettava che il Modena, da neopromossa, riuscisse ad avere una tale continuità di risultati. Per tutto l’anno la squadra di Tesser è stata in zona playoff, per poi concludere il campionato alla decima posizione. Il Modena inoltre, dovrebbe essere preso come esempio per un dato, molto significativo: in rosa ha solo tre giocatori stranieri. Ha formato una squadra esperta, puntando sui nostri calciatori italiani. Ha affiancato a giovani interessanti come Bonfanti e Cittadini, giocatori ‘navigati’ che conoscevano bene il campionato cadetto. Le manovre offensive, di una squadra che ha segnato tanto, sono sempre passate tra i piedi di Tremolada. Il suo fondamentale aiuto è certificato dai 12 assist stagionali. Angoli precisi e arrotati, solo da essere sfiorati per entrare in porta; palle morbide sopra la linea difensiva per gli inserimenti degli attaccanti o filtranti rasoterra per far saltare gli schemi avversari. Le sue giocate, sempre utili ai fini della squadra, si basano sul piacere di giocare a calcio, di toccare la palla e sono dettate dal suo estro calcistico. «Mi ritengo uno dei pochi, veri, numeri dieci rimasti. Quelli vecchio stampo, in grado di risolvere le partite grazie a una giocata. Purtroppo oggi, soprattutto in Italia, si dà la precedenza ai tatticismi e alla fisicità, a discapito della qualità. Sono sempre meno i giocatori in grado di fare l’ultimo passaggio». Come contro il Como quando, al cinquantesimo minuto, tutto lo stadio Braglia si è alzato in piedi, incredulo, al quarto assist della sua partita. Tremolada ha così eguagliato il record, già esistente, di Marco Mancosu, che nel 2020 ha fatto lo stesso nel 7-1 contro la Reggiana, e di Luca Nizzetto, che nel 2014 ne aveva forniti 4 in un Crotone-Modena. Sprazzi di talento puro, come i due assist a Palermo, uno di mancino e uno di destro, destinati a rimanere negli occhi dei tifosi presenti allo stadio. Ancora, al Braglia, contro il Benevento, ha disegnato quello che è stato, probabilmente, il più bello dell’anno: rinvio lungo messo giù di tacco, all’altezza del centrocampo, e palla a scavalcare la linea difensiva, senza guardare, col piede debole.

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‘La solitudine dei numeri dieci’

È uno di quei giocatori che, quando li vedi in azione, suscita nostalgia; vederlo giocare ci riporta ai vecchi numeri dieci, capaci di incantare esclusivamente grazie alla fantasia e alla loro qualità tecnica. «Oggi si dà più importanza a una scivolata, a un contrasto vinto, piuttosto che a uno stop orientato. Molte squadre vengono costruite partendo dalle certezze tattiche. Per vincere le partite però, serve qualità». Quest’anno si è scontrato più volte con Franco Vazquez, un altro giocatore che fa parte di quella ristretta cerchia, e ha voluto scambiarsi la maglia con l’argentino. «Da lui ho ricevuto tanti complimenti, sia all’andata che al ritorno. È stato un grande orgoglio e mi ha fatto molto piacere; è un calciatore che ammiro, da cui prendo ispirazione. Io sono amante del calcio ‘romantico’, di Guti, Iniesta e questi giocatori che oggi scarseggiano sempre di più. Oggi ci sono tanti giocatori forti, ma in pochi hanno quella classe e quell’eleganza».

Con i personaggi del suo manga preferito, One Piece, condivide molti valori a cui, nel corso degli anni, si è costantemente ispirato: «Può sembrare una sciocchezza, ma non lo è. All’interno del fumetto sono presenti tantissimi insegnamenti e principi, validi per la vita quotidiana. A me ha insegnato a non mollare mai, a credere nell’amicizia e a cercare di superare i propri limiti». Come il suo personaggio preferito, Trafalgar Law, Tremolada vuole raggiungere, e compiere, il proprio destino. Grazie alle 4 reti segnate ha potuto sfoderare, più volte, la sua esultanza, la ‘Room’, ispirata ai poteri di Law: «Lui, nel fumetto, ha il potere di creare queste room, stanze, in cui ha totale potere. Mi piace il significato di questa mossa, perché riflette come mi sento quando sono in campo».

Le esperienze passate, il rapporto con Tonali e uno sguardo al futuro

La sua carriera, fin qui, si è alternata tra stagioni vissute da grande protagonista ad altre in cui, anche a causa degli infortuni, ha faticato ad esprimere il suo talento. A Terni ha vissuto una stagione ‘magica’, concludendo il campionato mettendo a referto 42 presenze, 12 gol e 6 assist. Allo stesso tempo però, pochi anni dopo, a Brescia, dove ha trascorso due anni, tra B e A, condizionati da un grave infortunio alla caviglia, non ha trovato continuità e fiducia. Allo stesso tempo, durante la permanenza bresciana, ha condiviso lo spogliatoio con un giovanissimo Sandro Tonali, oggi diventato l’acquisto italiano più costoso di sempre: «Sandro è il giocatore più umile che io abbia mai conosciuto; un ragazzo perbene e di cuore. È molto timido e riservato nella vita privata; quando entra in campo però, si trasforma in un leone, nel giocatore in grado di coprire tutto il campo, lottando su ogni pallone. Dal primo giorno in cui l’ho visto giocare, ho sempre pensato che avrebbe fatto carriera. Aveva una personalità e una voglia che i ragazzi comuni non hanno. Era diverso da tutti gli altri».

A 31 anni, ha raggiunto una maturità e una consapevolezza dei suoi mezzi importante. Le prestazioni di questa stagione, aiutate dall’ottima forma fisica, lo hanno reso uno dei migliori della Serie B. È appena tornato da una vacanza in America, dove ha ricaricato le pile, vivendo alla sua maniera. Tra sneakers, graffiti e NBA, ha vissuto dieci giorni immerso nelle sue passioni.

Ora, però, arriva il bello; mentalmente è già proiettato al prossimo campionato, desideroso e pronto ad affermarsi, una volta di più. I tifosi, gli amanti di calcio, non vedono l’ora di rivederlo all’opera, per rimanere di nuovo ammaliati dal suo mancino. Insieme a lui abbiamo ripercorso parte della sua vita, in attesa della prossima ‘room’.