Da bambino Yann Bisseck sognava di diventare un medico, un cardiochirurgo per la precisione, e il calcio era solo un gioco. La certezza, dato che chi lo conosce lo definisce un tipo ambizioso, è che a prescindere dalla strada scelta sarebbe arrivato in alto. Quando poi è entrato a far parte della squadra U17 del Colonia le cose hanno iniziato a farsi interessanti. Doveva scegliere e il suo allenatore del tempo, Markus Daun, è stato decisivo nel fargli capire le sue reali potenzialità. È l’inizio di una favola? Non proprio, nonostante una crescita improvvisa e sorprendente. Ha dovuto affrontare diverse difficoltà prima di diventare, con 23 anni da compiere a novembre, un nuovo difensore dell’Inter.
Chi è Yann Bisseck, il nuovo difensore dell’Inter
‘Biz’, come lo chiamano gli amici abbreviando il suo cognome, rientra nella definizione di difensore moderno, nel senso che abbina l’irruenza fisica (è alto 196cm) alla duttilità e alla capacità di giocare il pallone tra i piedi. Entrambi i piedi. Certo, bisogna sempre ricordare che l’Inter lo ha prelevato dai danesi dell’Aarhus, arrivati terzi nell’ultimo campionato, pagando (in 3 anni) la clausola rescissoria di 7 milioni. Ne segue che il suo impatto in Italia, nonostante le belle parole che gli addetti ai lavori spendono per lui, è tutto da verificare, anche se filtra ottimismo. La verità è che in Danimarca è ‘rinato’, dopo aver anche pensato di smettere. E nell’ultima stagione ha anche segnato 5 gol. Il più bello? Questa sassata qua:
I record in Germania
Il 2017 è di sicuro l’anno in cui si è parlato più volte di lui: a 16 anni e 11 mesi, infatti, è diventato il tedesco più giovane a esordire in Bundesliga, il più giovane del Colonia e il secondo il assoluto in Bundesliga dopo Nuri Sahin che aveva messo piede in campo col Dortmund con qualche mese di anticipo. Nel 2019, però, è sceso in seconda divisione all’Holstein Kiel sempre in Germania, e un infortunio al piede lo ha tenuto fuori per diversi mesi. Ha cercato di ripartire prima in Olanda, al Roda Kerkrade, e poi al Vitoria Guimaraes, in Portogallo. Al contrario, un altro infortunio lo ha fatto uscire ancora di più dai margini del radar del grande calcio.
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E qui torniamo a quello che abbiamo detto all’inizio: il suo carattere. Trattato da Superstar a Colonia, poi finito nel dimenticatoio e fermato dagli infortuni: montagne russe emotive che toglierebbero equilibrio a chiunque. Lui ha tenuto duro, e anche se al Vitoria Guimaraes non è mai riuscito a esordire in prima squadra, con la formazione B ha giocato fino all’interruzione del campionato per il Covid. Rientrato dall’ennesimo prestito, ha accettato la chiamata dell’Aarhus in Danimarca, che poi lo ha riscattato pagando in totale poco più di un milione e mezzo. In due stagioni ha giocato 68 partite, segnato 8 gol e servito 3 assist. Ha assaggiato anche l’Europa grazie alle gare di qualificazione alla Conference ed è diventato capitano della Germania U21. E così, a quasi 23 anni e con la ritrovata continuità, l’Inter ha pensato che fosse un’ottima occasione. Vedremo.
Un hashtag particolare
Una piccola curiosità. I tifosi nerazzurri che in questi giorni hanno spulciato il suo profilo Instagram per vedere che faccia avesse avranno notato un particolare: nei suoi post spesso utilizza l’hashtag #TrustTheProcess. Un chiaro riferimento al mantra di Joel Embiid, il suo giocatore Nba preferito che appunto è soprannominato The Process. Embiid, centro dei Philadelphia 76ers, è camerunese proprio come i genitori di Yann Bisseck, e questo non fa che accrescere la stima per lui.