Quando si pensa al Friuli, soprattutto in ambito calcistico, vengono in mente solo Udine e, di conseguenza, l’Udinese. E se vi dicessimo che esiste una società, a livello giovanile, tra le migliori del nord Italia? Stiamo parlando del Donatello, sempre a Udine. Nonostante la prima squadra giochi in Seconda categoria da anni i suoi ragazzi dominano i più importanti tornei giovanili, in Italia e all’estero. Recentemente Antonio Di Natale è diventato presidente della società, a dimostrazione della validità del progetto del Donatello, che è anche centro di formazione Inter (13 in tutta l’Italia). Grazie a Roberto Caissutti, responsabile tecnico, abbiamo scoperto dove, e come, sono nati alcuni dei migliori talenti italiani.
Da Meret a Petagna, c’è tanto Donatello in Serie A
«Pur avendo dei numeri ristretti, una squadra per annata, abbiamo avuto la fortuna di veder crescere giocatori importanti, transitati nei professionisti a 14/15 anni, che hanno proseguito la propria carriera ai massimi livelli. Tra i tanti, dal più recente, cito Calligaris (2005, portiere dell’Inter), Meret (1997, portiere del Napoli), Scuffet (1996, Cagliari), Vicario (1996, Tottenham), Petagna (1995, Monza) e prima di loro Donati e Padoin». La soddisfazione di aver allenato e aver dato il proprio contributo nella formazione di giocatori del genere, è indubbiamente un grande motivo d’orgoglio. Allo stesso tempo, però, i cuori degli allenatori si riempiono di gioia anche nel vedere i propri ragazzi giocare alla pari contro grandi squadre, in contesti prestigiosi. Da anni il Donatello riceve inviti dalle principali competizioni giovanili, che si svolgono tra Slovenia, Austria e Croazia: «Negli ultimi due anni i ragazzi del 2010, che ho allenato, hanno giocato contro Liverpool, Stella Rossa, Borussia Dortmund, Monaco, Budapest e tante altre; molte partite le abbiamo anche vinte, ma la cosa più bella è proprio la possibilità di confrontarsi con queste squadre, in pochi possono farlo».
La società inoltre pianifica continuamente, soprattutto nei mesi estivi, ‘test match’ con squadre professionistiche pari età per mettere alla prova i propri ragazzi. Solo così possono crescere al passo dei coetanei appartenenti a realtà di alto livello.
La filosofia della società
Il Donatello organizza le proprie squadre mantenendo un organico numericamente più basso; le squadre a 11 contano 18 giocatori, quelle a 9 sono composte da 15 ragazzi, fino a quelle a 7 che ne contano circa 12. Ciò consente agli istruttori di poter seguire al meglio ciascun giovane. Inoltre possono concedere loro più spazio nei giorni di partita, un aspetto fondamentale per la crescita di ogni calciatore. Oggi il Donatello conta 180 ragazzi nel proprio settore giovanile, da anni uno dei migliori del nord Italia: «La nostra società è ben conosciuta per i successi conseguiti nei più importanti tornei nazionali riservati alle categorie pre-agonistiche. Ma le vittorie non sono tutto per noi; crediamo che allenare questi ragazzi, fin da piccoli, significa poter iniziare a ‘fare calcio’ in un certo modo; è in questi anni che si inizia la vera formazione dei giovani e noi cerchiamo di metterli alla prova, per farli cimentare in determinati contesti».
Dall’under 9 all’under 17, queste sono le annate giovanili che costituiscono la spina dorsale del club friulano. Dai più piccoli, che giocano a 7 o a 9, ai più grandi, che iniziano ad assimilare i concetti del calcio a 11. In generale il club friulano ha a cuore i suoi ragazzi e cura ogni aspetto e dettaglio, per permettere loro di godere della miglior crescita possibile; umana e calcistica. «Diamo molta importanza allo studio: chiediamo alle famiglie di inviarci le pagelle scolastiche, e personalmente le controllo una ad una. Quando c’è qualcosa che non va mi confronto con i genitori e poi parlo direttamente con i ragazzi per aiutarli. Cerchiamo di far capire loro che nella vita non c’è solo il calcio, e sono pochi quelli che potranno vivere grazie a questo». Passando ad aspetti di campo, tutti gli allenatori delle varie annate condividono idee e principi. Si dà molta importanza alla parte atletica e coordinativa, con un preparatore apposito per ogni gruppo. Fondamentali diventano anche la cura dell’intensità della seduta, con ‘tempi morti’ ridotti a zero, e le esercitazioni che prevedono continue transizioni, alternando attacco e difesa.
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«Aspettiamo strutture migliori»
La società, immersa nel contesto del centro di Udine, sta lavorando a contatto col comune per ampliare le proprie risorse. «A essere sinceri, le strutture a nostra disposizione oggi non ci aiutano. Disponiamo di un campo a 11, in erba naturale, e due campi sintetici, uno a 7, e uno a 5; a questi si aggiungono altri tre campi ‘in affitto’ per gli allenamenti e le partite delle squadre agonistiche». Per i ragazzi che vengono da fuori (alcuni distanti più di 80 km), a conferma dell’importante attività di scouting e selezione, il Donatello mette a disposizione i pulmini di proprietà, per agevolare i loro spostamenti. «Siamo in attesa che il comune ci comunichi la data di inizio dei lavori per la realizzazione di un campo sintetico a 11, che ci sarà sicuramente d’aiuto per poter far allenare al meglio i nostri giovani».
Scorrere tra le pagine del sito web della società significa leggere una ‘raffica’ di successi e trofei vinti dalle formazioni giovanili. Partendo dai vari in giro per l’Italia, per arrivare oltre i confini, verso Croazia e Austria. Giovani selezionati sottoposti a una costante crescita, umana e calcistica. Così il Donatello forma i suoi talenti e, allo stesso tempo, vince e convince gli addetti ai lavori della validità del proprio progetto. Dal 1967, anno della fondazione, gli obiettivi della società sono quelli di scoprire, formare, educare e valorizzare giovani calciatori attraverso criteri pedagogici ed un percorso tecnico definito. Nessun segreto, solo preparazione e ambizione.